Il Barcellona ripete al Madrigal il risultato dell’andata, raggiungendo così la sua 37esima finale di Copa del Rey, la quinta negli ultimi sette anni dopo un digiuno di un decennio, dopo aver vinto tutte le partite sin qui disputate (ben otto) come non gli accadeva dal 1926 – l’ultima a riuscirci fu il Valencia sessantuno anni fa. Vince per la prima volta a Vila-real in questa competizione dopo due precedenti non incoraggianti in cui rimase a cannoni spenti (1970/71 e 2007/08), ma prolunga una striscia vincente mostruosa nei confronti diretti. Il Villarreal accumula la sesta sconfitta consecutiva, allungando così a quattordici incontri senza vittoria la serie negativa contro i catalani, bestie nere anche per Marcelino che fallisce il trionfo contro i culé al dodicesimo tentativo.
Il tecnico del Villarreal schiera la formazione di gala affiancando Trigueros a Tomás Pina in mezzo al campo, Chéryshev e Jonathan dos Santos sulle fasce, e Uche a spalleggiare Vietto in avanguardia. Luis Enrique risponde con un 4-3-3 che, eccezion fatta per ter Stegen fra i pali e Montoya a destra, può vantare l’undici titolare: Busquets, Rafinha e Iniesta fra le linee, e Messi-Neymar-Luis Suárez in attacco. E proprio i pezzi da novanta blaugrana tarpano le ali alla rimonta amarilla dopo appena tre minuti: Messi crossa a rientrare verso Neymar, Musacchio sbaglia il fuorigioco e il brasiliano batte agevolmente Asenjo. Neanche è iniziata che già gli ospiti mettono in cassaforte il risultato, adesso il Villarreal dovrebbe segnarne tre per i supplementari, quattro per la qualificazione diretta.
I ragazzi di Marcelino comunque non perdono la testa. Il Submarino amarillo continua la sua gara come da copione con intraprendenza e aggressività, linee molto alte e verticalità quasi esasperata. Tanto che a fine primo tempo, pur a fronte di un possesso palla del solo 36% da parte del Villarreal, la sfera resta nel terzo di campo culé molto più che in quello groguet (26%-13%). La variante tattica studiata da Marcelino per questa gara è l’accentramento di Chéryshev quasi a formare una sorta di 4-3-3 asimmetrico, e proprio grazie a questa trovata il Sottomarino giallo trova il pari a fine primo tempo. La corsa senza palla del russo sposta l’attenzione della difesa catalana verso il centro e lascia a Jaume Costa una larga fetta di campo, da dove il terzino valenziano trova buoni traversoni, su uno di questi Jonathan dos Santos trova la rete della speranza. Ma il problema maggiore per gli azulgrana è l’infortunio di Busquets che deve lasciare il campo dopo che a causa di un contrasto di gioco Pina gli calpesta la caviglia.
Il secondo tempo ricomincia sullo stesso andazzo: i padroni di casa provano a imbastire qualcosa e il Barcellona attende il momento buono per il colpo di grazia in contropiede. Gli spazi non si aprono, il Villarreal alza il baricentro ma senza correre troppi rischi in fase di transizione difensiva, e i cronometro è dalla parte degli ospiti. Poi l’episodio che tronca le gambe al Submarino amarillo: al 20’ Tomás Pina entra da dietro su Neymar, e deve lasciare il terreno di gioco sollevato di essersi preso solo il cartellino rosso e non una denuncia. In inferiorità numerica la compagine castellonense non ha più carte da calare per cambiare le sorti della sfida, il controllo del pallone passa inevitabilmente nei piedi dei catalani e l’inserimento dei vari Giovani e Moi Gómez ha valore esclusivamente aneddotico.
A un quarto d’ora dal termine arriva comunque la rete del Barça che trasforma la qualificazione da astratta a concreta. Un lancio lungo dalle retrovie trova Luiz Suárez sfuggire alla marcatura di Victor Ruiz, l’uruguaiano supera anche Asenjo e appoggia oltre la linea di porta il suo terzo gol consecutivo in stagione. Nel finale c’è tempo per l’ultima rete che replica il risultato dell’andata: Xavi disegna un assist dei suoi e Neymar sguscia tra Musacchio e Mario Gaspar per colpire di testa e affondare il Sottomarino. Ma d’altronde le premesse non erano confortanti per i valenziani, il Villarreal non superava un turno di Copa del Rey dopo aver perso con almeno di due gol di scarto all’andata, dal 4-0 al Torrevieja del 1979/80. Ma alla fine è arrivata perfino una cocente sconfitta, la quarta stagionale contro il Barcellona, e non gli accadeva di perdere quattro volte contro la stessa squadra dal 1998/99 contro il Real Madrid.