Mercoledì notte da sogno per il Monaco che contro ogni pronostico espugna l’Emirates Stadium battendo l’Arsenal con un secco 1-3: sottogli occhi del Principe Alberto gli uomini di Jardim mettono una seria ipoteca sui quarti di Champions League grazie ad una prestazione cinica e tatticamente impeccabile, condita dalle reti di Kondogbia, Berbatov e Ferreira Carrasco, intervallati dall’inutile gemma di Oxlade-Chamberlain per i londinesi.
Un radpido sguardo ai 22 in campo: Wenger superoffensivo, schiera Coquelin unico interditore,con Welbeck e Sanchez a supporto di Giroud, confermato il giovane spagnolo Bellérin basso a destra; Jardim risponde con Berbatov supportato da Martial, con Ferreira Carrasco pronto a subentrare nella ripresa.
La gara si apre all’insegna dell’equilibrio, ospiti ben messi in campo restìì a concedere spazi ai pù quotati avversari: per i Gunners il più vivo è il solito Sanchez, poco aiutato però da Giroud e Welbeck mai veramente nel vivo del gioco. Gli uomini di Jardim chiudono qualsiasi spazio, Kondogbia è su qualsiasi pallone e domina la sfida tutta francese con Coquelin in mezzo al campo. Le palle gol si contato sulle dita di una mano, l’unica vera conclusione pericolosa è quella del gol ospite, al minuto 38. Proprio lui, Kondogbia, uno dei migliori in campo, tenta la fortuna e trova il jolly dalla lunga distanza: il suo sinistro è potente ma è decisiva la deviazione di Mertesacker che manda fuori tempo Ospina e porta in vantaggio a sorpresa – ma fino a un certo punto – i monegaschi.
La ripresa si apre con un Arsenal che avanza il proprio baricentro nel tentativo di riequilibrare la gara, ma la squadra si sbilancia in avanti lasciando praterie alle letali ripartenze ospiti, che sfruttano lavelocità di Martial e l’inventiva di Berbatov e Moutinho. Minuto 54, proprio da un contropiede nasce il raddoppio ospite: padroni di casa tutti nella metàcampo avversaria, Martial scappa via sul filo del fuorigioco sfruttando un maldestro errore di posizione dei due centrali e serve Berbatov che in totale libertà trafigge Ospina. Clamoroso all’Emirates, monegaschi cinici, precisi e ordinati. Imminente la reazione Gunners, ma un disastroso Giroud sciupa il tap-in dopo il destro secco di Sanchez ribattuto da Subasic. Wenger ne ha abbastanza all’oradi gioco leva il francese, dentro Walcott, con Sanchez a supporto di Wellbeck che diventa prima punta. Monegaschi ancora pericolosi, stavolta Ospina si oppone Martial, perso da Bellerin in un duello tutto classe 95 vinto a mani basse dal francesino. Gli spalti provano a dare fiducia ai propri beniamini, ma anche la sfortuna non vuol dare una mano a Walcott, che si fa murare da Subasic, sulla ribattuta Welbeck centra il compagno che gli nega la gioia del gol. Passano i minuti ma l’acume tattico dei monegaschi rimane immutato, gli ingressi di Chamberlain e Rosicky danno un po’ di brio ma non cambiano la sostanza. Il forcing finale regala all’Arsenal l’agoniato e meritato – gol del 2-1 firmato da Chamberlain, che sullarespinta di un corner salta un uomo e trova un imparabile destro a giro che si infila nell’angolino. Sulle ali dell’entusiasmo i Gunners si buttano in avanti,ma al quartominuto di recupero il neoentrato Ferreira carrasco scappavia a Koscielny e gela Ospina in diagonale. Monegaschi con un piede e mezzo ai quarti, Arsenal nel baratro: conscio delle preoccupanti lacune difensive, Wenger si presenterà al Louis II da ex con la consapevolezzadidover compiere una vera propria impresa da record perevitare una clamorosa – e soprattutto imperdonabile, vista l’incolore stagione – eliminazione.