La Costa d’Avorio batte di misura il Camerun grazie a una sassata da fuori di Gradel che permette agli Elefanti di qualificarsi ai quarti di finale come leader del girone D. Nulla da fare per i Leoni indomabili che, al termine di una partita mediocre e di un torneo di disprezzabile fattura, abbandonano la competizione da fanalino di coda, mentre Mali e Guinea pareggiano nell’altra gara, rinviando il discorso qualificazione al sorteggio.
Nel 4-2-3-1 di Volker Finke figura Mbia in rottura, il tridente composto da Salli, Moukandjo e Choupo-Moting sulla trequarti e Etoundi a fare reparto da solo. Hervé Renard, ancora privo di Gervinho, alla seconda delle tre giornate di squalifica, schiera un 3-4-3 dinamico: in mediana compaiono Serey Die e Yaya Touré, e in avanguardia Gradel e Doumbia agiscono in funzione di Bony. L’importanza della gara e l’equilibrio del girone spingono entrambe le compagini a giocare un calcio impavido con una frizzante alternanza di occasioni. Apre le danze la Costa d’Avorio con la percussione di Aurier sulla quale solo un gran riflesso di Ondoa impedisce a Bony di gonfiare la rete.
I Leoni indomabili si rendono più pericolosi solo da calcio piazzato, ma Etoundi non è sempre preciso, ma sono comunque gli Elefanti ivoriani a detenere il possesso della palla. A tenere a galla i suoi ci pensa il portierone camerunense sempre attento sulle incursioni avversarie, ma nemmeno Ondoa può far nulla quando al 35’ Gradel sfrutta l’incertezza di Guiohata per sprigionare un destro al fulmicotone sul primo palo. Il Camerun non ci sta, e allo scadere del primo tempo crea la miglior chance della frazione di gioco. Moukandjo trova al centro Salli che sfugge a Kolo Touré e a tu per tu col portiere non riesce a far di meglio che sparare troppo alto.
A campi invertiti Volker Finke passa al 4-4-2 togliendo un generoso Salli e inserendo Aboubakar. E se è vero che l’ago della bilancia inizia a virare verso i Leoni indomabili, è altrettanto vero che le opportunità nitide vengono ancor più scremate. Il Camerun fa fatica a sfondare la difesa a tre, così prova a spostare il pallino del gioco sulle fasce dove è in superiorità ma la squadra di Renard chiude gli spazi rinunciando alla manovra offensiva e aggrappandosi alle ripartenze. I due tecnici effettuano altre sostituzioni nei giocatori d’attacco, si vedono Kweuke da una parte e Tallo dall’altra, ma il problema è nella costruzione più che nella finalizzazione.
Come nella prima parte comunque, i pochi affondi degli ivoriani sono i più temibili: al 64’ è Bony ad avere la grande chance per chiudere il match, ruba palla a N’Koulou nel corpo a corpo ma la sua conclusione da un angolo di tiro acuto finisce sui pugni di Ondoa. La squadra di Finke si riversa in avanti, lasciando spiragli al contropiede avversario, ma senza aggredire come dovrebbe le fasce laterali del campo, e quando lo fa ne nasce sempre qualcosa di buono. A cinque minuti dalla fine sono ancora gli Elefanti a sfiorare il raddoppio con Tallo, ma al triplice fischio il Camerun resta con l’amaro in bocca di chi sa di non averle provate veramente tutte. La Costa d’Avorio vola ai quarti di finale, il Camerun abbandona la competizione.