Quando in un articolo vengono menzionate Cina e Corea del Nord a tutto si può pensare tranne che al calcio. Parliamo di due movimenti senza grandissima tradizione calcistica, ma con un certo peso nello scacchiere internazionale. Le due nazioni divise dal fiume Tumen sono legate da un’alleanza, che negli ultimi tempi sta creando non pochi imbarazzi a Pechino. Della Corea del Nord recentemente si è fatto un gran parlare a proposito del film “The Interview”, commedia che prende di mira il leader Kim Jong Un. La pellicola ha causato una serie di attacchi hacker, da lì una sorta di stallo diplomatico con gli Stati Uniti che hanno chiesto addirittura l’aiuto… Della Cina. Il paese della Grande Muraglia vive senza alcun dubbio un momento di grande crescita economica, anche dal calcio stanno arrivando finalmente segnali incoraggianti.
Gli uomini di Perrin si sono aggiudicati le prime due gare e con questa vittoria passano ai quarti come prima forza del girone. Il Dragone ora se la dovrà vedere con i padroni di casa dell’Australia, grande favorita, impresa complicata. La Corea del Nord invece abbandona il torneo con le orecchie basse, il secondo gol del torneo (è un’autore in realtà) rende leggermente meno amara una spedizione che comunque non poteva aver esito diverso. Troppo il gap rispetto agli avversari. Sicuramente torneranno a circolare le voci riguardanti condanne a morte per i giocatori, se ne è parlato pure dopo la sconfitta con la Corea del Sud ai Giochi asiatici. Ai giocatori del mundial 1966, autori di un’impresa sportiva (noi italiani ne sappiamo qualcosa), toccò sul serio una brutta sorte.
Cina che affronta la gara del Canberra Stadium con la qualificazione già in tasca, nell’altro match del girone si affrontano Uzbekistan e Arabia Saudita. La Corea del Nord, squadra materasso del gruppo B, ha poco da chiedere. Il girone è già vinto, i tifosi cinesi per hanno voglia di far festa e fanno sentire la loro presenza. Complice l’assenza di tifosi coreani – i motivi non ve li stiamo a spiegare – sembra di stare a Pechino. Perrin si affida al turn-over, scelta ovvia e utile a testare alcuni elementi. Tra questi c’è Sun Ke, autore della doppietta che manda la Cina al riposo avanti due a zero. Il Dragone non prende l’impegno alla leggera, si capisce subito, nemmeno un giro di lancette e arriva il gol.
La difesa nordcoreana va in bomba e la palla di Mei Fang trova Sun, pronto a mettere alle spalle di Ri Myong-guk. Doccia fredda immediata per la Corea, dopo 14 minuti potrebbe arrivare pure il secondo schiaffo. Jo Tong-sop si accorge che qualcosa non va (un acuto osservatore, non c’è che dire) e toglie il capitano Pak Song-chol prima della sosta. A cinque minuti dall’intervallo Jong Il-gwan combina bene con O Hyok-chol ma al momento decisivo si squaglia e spara sopra la traversa. Prima del riposo Sun Ke segna ancora, traducendo in rete il cross di Jiang Zhipeng. La Cina può far male quando vuole, l’ultimo sussulto del primo tempo è il salvataggio sulla linea di Jon Kwang-ik su Yu Hai.
Per la Corea del Nord tutto è perduto tranne l’onore ed è proprio con orgoglio che gli uomini in maglia rossa tornano in campo. Dieci minuti e l’autorete di Gao Lin (deviazione decisiva) ripaga gli sforzi dei Cavalli Volanti. La Corea del Nord ce la mette tutta per pareggiare, prima Pak poi So Hyonuk ci provano ma la Coppa d’Asia 2015 si chiude così. Il pareggio non è arrivato ma merita comunque rispetto la grinta con la quale gli uomini di Tong-Sop Jo hanno onorato la maglia. La Cina invece avanza con la pipa in bocca, adesso sotto con l’Australia. E’ difficile, ma i Socceroos qualche problemino contro la Corea l’hanno evidenziato. Stavolta niente esperimenti, sarà un quarto di finale molto interessante.