I Cavalieri della Giordania possono ancora sognare, la Cenerentola Palestina torna a casa. Il 5-1 finale conferma l’impressione di una nazionale palestinese troppo debole per affrontare questo torneo, a cui giova ricordare che la Palestina ha preso parte per la prima volta in assoluto nella sua storia, grazie al trionfo nella AFC Challenge Cup 2014. Con una rosa composta quasi interamente da giocatori locali, con appena 5 di essi che militano in campionati esteri (non certo di primo piano), era lecitamente difficile aspettarsi di più da parte degli uomini di Saeb Endeya, più presenti comunque in quest’incontro rispetto alla partita d’esordio contro il Giappone. Il match infatti viene sbloccato dagli uomini di Ray Wilkins solo al 32’, quando Rawashdeh riceve al vertice sinistro dell’area e sigla l’1-0 con una bella conclusione a giro sul palo più lontano.
Palla al centro e al minuto 33 l’esterno destro della Giordania Deeb Salim ruba palla sulla trequarti, si proietta in area e conclude verso il secondo palo, dove Hamza al Dardreh interviene in scivolata per l’immediato raddoppio. Il 2-0 in sostanza decide il destino della partita, anche se i palestinesi non sono così arrendevoli come suggerirebbe il risultato finale:al 25’ Ibisheh crea scompiglio con un incursione sulla sinistra, mentre al 30’ è Ashraf Numan ad essere pericoloso con un inserimento in area, ma sul suo passaggio davanti alla linea di porta non c’è nessuno pronto a impattare con la sfera. Inoltre la Palestina colleziona anche 3 calci d’angolo, ma ciò che le manca è ordine in fase di attacco, dove si affida troppo all’iniziativa isolata dei singoli, e forza in fase difensiva, dov’è in balia costante delle verticalizzazioni giordane.
Così Hamza al Dardreh trova altre tre occasioni tra fine primo tempo e ripresa per portare i Cavalieri fino al 5-0: al 47’ del primo tempo e al 75’ e all’80’, l’attaccante dell’Al Kaleej dell’Arabia Saudita realizza altre tre segnature per la sua personale quaterna, che fa di lui il capocannoniere della manifestazione davanti all’emiratino Ali Mabkhout e il terzo giocatore nella storia della Coppa d’Asia a segnare 4 gol in un incontro: i precedenti sono dell’iraniano Ali Daei nell’edizione del 1996, nella vittoria 6-2 dell’Iran sulla Corea del Sud nei quarti di finale; e del bahreinita Ismail Abdullatif, che ‘calò il poker’ nel successo per 5-2 del suo Bahrein contro l’India, nel primo turno della scorsa edizione in Qatar.
Sarebbe stato però eccessivamente ingeneroso per la Palestina e per la sua storia di coraggio e sacrificio, uscire sconfitta senza fare gol. Ecco che quindi un posto nella storia se lo ritaglia il palestinese-sloveno Ihbeisheh che all’85’ da azione di calcio di punizione sfrutta un rimpallo di testa di un compagno e di sinistro spinge in rete un gol che non cambia di certo la sostanza di quanto si è visto, ma che per la Palestina significa tantissimo. Fondata e affiliata nel 1998 alla FIFA la sua federazione, la nazionale palestinese ha dovuto far fronte alle difficoltà legate al conflitto arabo israeliano giocando per i primi dieci anni della sua storia le partite casalinghe proprio in Giordania, paese dove vive la più grande diaspora palestinese fuori dai territori (quasi 2 milioni di persone). Ma anche dopo aver acquisito il diritto a giocare in casa, le difficoltà per questa rappresentativa si sono manifestate in varie forme: a volte con il divieto di rilascio di visti d’uscita da Israele per alcuni dei suoi giocatori quando viaggia in trasferta, in altre opportunità e molto più drammaticamente, con alcuni giocatori vittime mortali degli attacchi militari di Israele a Gaza. Ai palestinesi non si può che fare un gran in bocca al lupo per il futuro, a partire dal match che la opporrà all’Iraq martedì prossimo.
Per la Giordania martedì invece la missione impossibile di battere il Giappone per strappare la qualificazione. Ma sognare comunque non costa nulla. Riusciranno i Cavalieri nell’impresa di sconfiggere i Samurai?
Palestina-Giordania 1-5, gli highlights