A Canberra va in scena il secondo derby del Golfo. Questa volta si affrontano gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, due paesi vicini geograficamente, ma non solo… Sono infatti tanti gli aspetti socio-culturali che questi due paesi condividono, oltre ad essere bagnati dal Golfo Persico: dal culto islamico alla lingua araba, passando per una monarchia costituzionale, fino ad un territorio che offre molti giacimenti di petrolio, che rendono questi due paesi ricchi e famosi in tutto il mondo. Ma negli ultimi anni questi due popoli sono accomunati anche da un’ambizione in ambito sportivo: la volontà di far cresce la cultura calcistica all’interno del paese e farsi conoscere nel mondo grazie a questo sport. E quale miglior vetrina se non la Coppa d’Asia per “auto-pubblicizzarsi” in tutto il mondo?!
Le aspettative della vigilia non vengo deluse, con un match ricco d’emozioni che gli Emirati Arabi Uniti si aggiudicano con il risultato di 2 a 1, conquistano la seconda vittoria consecutiva nel girone e la matematica qualificazione ai quarti di finale. Buona prestazione del Bahrein, che forse oggi meritava qualcosina in più.
Mini rivoluzione in casa Bahrein, con il tecnico Eid che opta per 4 cambi rispetto alla formazione del match perso contro l’Iran, schierando un 4-5-1 e affidandosi nuovamente in avanti al centravanti dalle chiare origini nigeriane Jaycee John Okwunwanne. Gli emiratini, sulle ali dell’entusiasmo dopo la vittoria per 4 a 1 contro il Qatar, confermano dieci undicesimi del match d’esordio, con Gharib Juma che prende il posto di Salem.
L’inizio è shock per i bahreiniti: dopo 11 secondi Omar Abdulrahman disegna un assist perfetto per il Ali Mabkhout, che addomestica il pallone e con il sinistro trafigge il portiere avversario Jaffar da pochi passi. Si è già sull’1 a 0.
All’8’, il Bahrein prova a reagire e si affaccia timidamente in avanti. Sul cross dalla destra di Al Hooti, Okwunwanne anticipa tutti con una splendida acrobazia dal limite dell’area, ma la sua conclusione al volo termina di poco alta sopra la traversa.
Al 14’ nuova occasione per gli Emirati Arabi Uniti. Questa volta è Khalil a rendersi pericoloso con un calcio di punizione dai trenta metri, neutralizzato ottimamente dal portiere bahreinita Jaffar. Un minuto più tardi, sull’assist di Mohamed Abdulrahman, lo stesso Khalil ci prova nuovamente, ma il suo tiro dal limite dell’area piccola si stampa sul palo e torna in campo.
Passano 10 minuti e a sorpresa arriva il pareggio dei rossi. Sugli sviluppi un calcio d’angolo battuto da Aaish, Okwunwanne salta più in alto di tutti e realizza di testa la rete dell’1 a 1. Nell’occasione grave disattenzione della difesa emiratina, che resta completamente ferma. Da qui, l’inerzia del match si capovolge, con la squadra di Eid che va vicina al gol del vantaggio al 29’ con un nuovo colpo di testa del suo centravanti, con Naser che gli nega la gioia della doppietta personale.
Ma gli uomini di Mahdi Ali non ci stanno e 4 minuti più tardi tentano la reazione: ad ispirare è sempre il talento di Omar Abdulrahman, che recupera palla sulla trequarti avversaria, salta 3 avversari e imbecca in profondità Khalil, che salta il portiere e calcia a botta sicura. La sua conclusione è però respinta da Husain, ben appostato sulla linea di porta. L’occasione fallita scuote gli Emirati Arabi Uniti, che nell’ultima quarto d’ora del primo tempo riprendono in mano la partita, ma non riescono ad impensierire seriamente Jaffar. Si va al riposo sul risultato di 1 a 1.
Nella seconda frazione di gioco si riparte senza cambi. Il ritmo del match è molto basso, dopo un primo tempo ad altissima velocità. La prima azione degna di nota arriva al 56’ con Al Malood, che sulla sponda di Okwunwanne, calcia dal limite. Il tiro è strozzato e termina la sua corsa sul fondo.
Al 60’, ingenuità del portiere del Bahrein, che prende con le mani un retropassaggio di un suo compagno: l’arbitro decreta una punizione di seconda in area di rigore, sulla quale si presenta il gioiello Omar Abdulrahman. La sua conclusione scheggia la parte alta della traversa e termina sul fondo.
A metà tempo, inizia a prevalere la paura di perdere sulla voglia di vincere con le due squadre che preferiscono studiarsi e non correre troppi rischi. La svolta del match arriva al 73’ con un’azione fortunosa: sul calcio di punizione dalla trequarti di Esmaeel, il capitano dei rossi Husain nel tentativo di liberare l’area con un colpo di testa, devia il pallone all’incrocio dei pali.
La rete del nuovo vantaggio emiratino sblocca il match, con il Bahrein che si riversa in avanti alla ricerca del pari. Al 77’ i bahreiniti hanno una buona opportunità con un calcio di punizione dal limite di Mohamed, che dai 18 metri spreca tutto. La sua conclusione si infrange sulla barriera; sulla respinta si fionda Aaish, ma il tiro viene deviato in angolo. Ci prova ancora Aaish pochi minuti più tardi ancora con un calcio da fermo. Nasser è attento e devia il pallone in corner.
L’ultima azione pericolosa dell’incontro arriva a 5 minuti dal termine ed è targata Bahrein, nel disperato tentativo di pareggiare i conti. Okwunwanne si fa trovare pronto nel cuore dell’area di rigore avversaria ma un’istante prima della conclusione a botta sicura viene anticipato dall’intervento provvidenziale del neoentrato Ahmed, che salva il risultato e regala la vittoria ai suoi.
Gli Emirati Arabi Uniti bissano il successo di 2 anni fa, nell’ultimo scontro tra queste due compagini. La formazione di Ali Mahdi raggiunge il suo obiettivo minimo di questa Coppa d’Asia, e cioè la qualificazione ai quarti di finale. Bel gioco e propensione offensiva. Sono queste le caratteristiche della formazione emiratina, dove spicca l’individualità di Omar Abdulrahman, un vero è proprio gioiello. Chissà che non possa davvero essere l’outsider, in grado di mettere in difficoltà le corazzate Giappone, Australia e Iran.