L’Arsenal non sta bene, lo si capisce dall’umore della piazza, lo conferma la classifica e pure l’infermeria ci mette del suo per addensare le nubi sulla testa dei biancorossi. Stessi colori per lo Stoke City, medesimi problemi di organico, Walters, Whelan, Moses, Odemwingie e Sidwell tra gli indisponibili. L’idillio tra la tifoseria e Arsene Wenger è finito da tempo, è una cosa triste ma che fa parte della natura delle cose. Tutto è destinato a finire, nonostante “good memories” che rendono l’occhio lucido e opachi i progetti del futuro. Scelte quasi obbligate oggi per il tecnico francese: Martinez; Gibbs, Chambers, Mertesacker, Bellerin; Ramsey, Flamini; Sanchez, Cazorla, Oxlade-Chamberlain; Giroud. I Potters si dispongono a specchio: Begovic; Bardsley, Shawcross, Muniesa, Pieters; N’Zonzi, Cameron; Bojan, Diouf, Walters; Crouch.
Siamo in periodo di dolci, ma quest’anno è ricco di amarezze per i Gunners. Che brutto boccone devono mandare giù i londinesi pochi secondi dopo il fischio d’inizio. Chambers non libera bene su un cross e lesto ad approfittarne c’è Peter Crouch. Stoke-Arsenal 1-0. E’ la peggiore partenza che i Gunners potrebbero immaginare, la pressione dei Potters è un cappio che toglie ossigeno e impedisce di pensare. Il peso di Crouch e i giochetti di Bojan fanno impazzire la difesa dell’Arsenal. Abbiamo menzionato l’ex Barcellona e Milan, è proprio lui a raddoppiare al minuto 35. Il cross di Walters che attraversa l’area e raggiunge lo spagnolo solo soletto è la diapositiva di questo Arsenal. Senza mordente, senza disciplina, per Krcic è un gioco da ragazzi mettere in fondo al sacco. Gunners che cercano la reazione nervosa, Sanchez cerca in tutti i modi di scuotere i suoi, ma prima della sosta arriva la terza mazzata. Walters, prima uomo assist, finalizza sugli sviluppi di un corner. Arsenal che torna negli spogliatoi come un pugile suonato.
Bellerin per Welbeck, questa la mossa di Wenger nell’intervallo, secondo tempo che si apre con l’Arsenal che attacca. In questo momento vediamo tutta un’altra squadra, prova provata della qualità a disposizione nonostante tutte le attenuanti del caso. Sanchez è sempre più anima di questa squadra, al 57esimo solo il palo può dirgli no dopo una giocata da applausi. Distanze accorciate dal dischetto, penalty realizzato da Cazorla, siamo al minuto 68 e due giri d’orologio dopo arriva un altro gol. La partita è infuocata ora, prima Begovic salva alla grande su Welbeck, ma il portiere non può nulla su Ramsey. Un gol magnifico, al volo. Senza respiro, l’Arsenal quando fa l’Arsenal è un piacere per gli occhi, a frenare gli entusiasmi però arriva il secondo giallo per Chambers. Il centrale trattiene Bojan e poi protesta furiosamente contro l’arbitro. Ora è dura, la fiamma si spegne e lo Stoke riesce a conservare vantaggio e tre punti.
Tira aria di basso impero, quando il Re è debole la piazza non dimostra pietà ed è facile accanirsi sul corpo del tiranno. Non è questo il caso di Arsene Wenger, sicuramente non un dittatore, il suo regno però è giunto a conclusione. Non è il momento per gli insulti, basta un “grazie”. Quella del francese è stata un’era calcistica, gioie ne sono arrivate ma sono datate, il progetto del quale si parla da anni ha assunto i connotati dell’alibi. Arsenal guardati allo specchio e cerca la tua vera faccia, ma prima devi salutare un amico. Un amico vero, di quelli che di rado la vita ci regala. Salutalo con un abbraccio, ricordate insieme i vecchi tempi, brindate ma non affondate sul fondo del bicchiere. Si è fatto tardi, è stato bello. Ci rivediamo in giro, tra amici non è mai un addio.