E‘ diventato un’autentica stella del calcio argentino, ma ci sono ancora ampi margini di miglioramento, Ramon Diaz stravede per lui. Parliamo di Joaquín Correa che presentiamo oggi nella rubrica World’s got talent
I grandi appassionati lo ricordano con la maglia dell’Argentina under 20 negli ultimi mondiali di categoria, nell’ultimo anno ha fatto innamorare la tifoseria dell’Estudiantes, adesso per Correa si stanno aprendo le porte dei grandi club di tutto il mondo che si sono interessati a lui: in primis il Psg che sembra volerlo decisamente portarlo sotto la Torre Eiffel abbagliato dalle sue performance sin da settembre, quando era appena cominciato il Torneo Inicial. Poi in lizza ci sono Inter, Real Madrid, Arsenal e ultima – indiscrezione – il Benfica, che vorrebbe continuare la tradizione di sudamericani in squadra.
Joaquín Correa è nato a Tucuman il 13 agosto 1994, dopo aver dato i primi calci nel River Plate, è tornato nel club della città natale, l’Atletico Tucuman, dove Jorge Solari (figlio di Santiago) lo volle assolutamente per farlo crescere nelle giovanili della squadra albiceleste. Viene però attratto anche dall’Estudiantes La Plata che lo ingaggia facendolo esordire nella prima squadra nel match di settembre 2012 contro il Banfield a partita iniziata sostituendo il futuro “napoletano” Duvan Zapata. Da allora è stato un crescendo, con il primo suo sponsor Juan Sebastian Veron: El Brujta se lo coccola, fa dichiarazioni alla stampa definendolo il suo erede, per la verità il giocatore viste le caratteristiche tecniche da giocoliere, dalla grande elasticità, può essere paragonato più a Javier Pastore.
Visto che abbiamo accennato alle sue abilità, entriamo nel dettaglio: Correa gioca principalmente sulla sinistra largo in un 4-4-2 per sfruttare a pieno il piede destro anche se sa giocare con il mancino, molto elegante palla al piede, tende a non giocare mai la sfera di prima, piccolo difetto che però fa denotare una certa sicurezza di sé. Fisico longilineo da quattrocentista (188 cm), non molto potente, ha una grande capacità coordinativa, nello stretto si muove in modo elastico e bello sopratutto da vedere, cambia passo con immensa facilità. Qualche difettuccio? A volte si estranea dal gioco, però quando prende il possesso palla si fa notare subito eccome. L’Europa lo guarda con attenzione e non saremo sorpresi affatto se il prossimo anno vestirà la maglia prestigiosa di un club del vecchio continente