L’Espanyol pareggia nei minuti di recupero (nei quali ha segnato quattro delle undici reti segnate in Liga) dopo una partita nervosa e una buona prestazione. Non è bastato al Villarreal la rete di Mario, la fame di vittoria ha spinto il Sottomarino giallo a un atteggiamento più pragmatico e rinunciatario che l’ha condotto all’ennesima delusione. Stavolta la squadra di Marcelino ha perso il duello a centrocampo all’affannosa ricerca di un successo che avrebbe calmierato le acque per un paio di settimane, ma le scelte tattiche del tecnico asturiano son parse più avventate che intelligenti. L’involuzione psicologica del Submarino rischia di pregiudicare il cammino verso l’Europa, mentre il punticino raccimolato dai pericos ha un sapore più dolce di quanto dica il
risultato.
Sergio González sperimenta un 4-2-3-1 con Lucas Vázquez al posto dell’infortunato Montañés a destra, Víctor Álvarez esterno alto a sinistra e Felipe Caicedo a dialogare con Sergio García, punta di diamante. Marcelino non è da meno lanciando per la prima volta dal primo minuto Jonathan dos Santos sulla fascia, mentre in avanti viene confermata la coppia papabile Uche-Vietto. L’idea di schierare un regista sulla fascia è quella di poter favorire la circolazione della sfera rinunciando a qualche inserimento rapido, garantito invece da Chérsyshev sull’altra sponda. Ma la gara è molto tirata fin dai primi tocchi, si avverte la tensione e la paura di perdere di due squadre che hanno disperato bisogno di punti per non precipitare in una spirale negativa da cui si fa sempre più difficile uscirne. Il gioco è continuamente spezzettato da contatti fallosi, la palla sembra rovente e nessuna delle due compagini riesce a orchestrare qualcosa di buono sino alla rete che rompe il ghiaccio. A metà frazione il Submarino trova il vantaggio con un’azione nata proprio da Jonathan dos Santos che scodella verso la lunetta, Chéryshev invece di stoppare l’appoggia di testa per l’inserimento di Mario Gaspar che, a tu per tu col portiere, trova il modo di gonfiare la rete. Il quinto assist vincente del russo coincide con la quinta rete in carriera del terzino destro, ma curiosamente tutte lontano dal Madrigal. É il gol che apre la partita, e a guadagnarci sono entrambe le formazioni: il Villarreal arriva vicino al raddoppio nuovamente con Mario, la cui conclusione è prontamente respinta da Kiko Casilla, e con Vietto che s’infrange contro il portiere perico; mentre l’Espanyol alza il baricentro e finisce il primo tempo in palleggio trovando più volte la via per entrare in area, pur con scarsi risultati.
Nella seconda parte Marcelino deve sostituire Gabriel Paulista con Dorado per via di un risentimento, mentre Sergio González cambia i suoi progetti levando Víctor Álvarez e passando a una sorta di 4-3-3 con l’inserimento di Abraham González a centrocampo. Vale a dire che con l’avanzamento di Lucas Vázquez sulla destra e il dirottamento di Sergio García a sinistra, Caicedo diventa il nuovo punto di riferimento centrale. Le cose sembrano andare meglio con questo assetto, specialmente sulle fasce dove il Sottomarino giallo soffre più del dovuto ma di situazioni interessanti ne nascono poche. Così arriva il momento di Stuani, capocannoniere dei periquitos, che subentra a Caicedo al centro dell’attacco, mentre Marcelino si priva di Uche, reo di una prestazione opaca condita da un altro gol mangiato, puntando su Giovani. Il match si scalda col passare dei minuti sulla falsa riga di quanto accaduto nella prima frazione di gara: sugli sviluppi di un calcio piazzato Fuentes colpisce la rete esterna creando l’illusione del gol, e il Villarreal risponde con un’ottimo scambio Giovani-Vietto salvato sulla riga. Probabilmente qui arriva l’autorete tattica di Marcelino che si priva di Chéryshev per mettere Tomás Pina, incontrista di contenimento, disponendo il centrocampo con un rombo che non si vedeva da anni da queste parti, nello specifico Bruno perno basso, Trigueros e Pina mezzali e Jonathan a ridosso.
A questo punto l’Espanyol percepisce i feromoni dell’avversario e se ne ciba per aggredire altissimo e tentare l’assalto finale. Un Asenjo già opaco rimedia una brutta caduta a dieci dal termine dopo esser caduto con tutto il peso del corpo sul collo a causa di Jonathan, e il fischio dell’arbitro è la scintilla che infiamma il pubblico, il Cornellà-El Prat diventa incandescente. Stuani cadrà a terra tre volte all’interno dell’area chiedendo un calcio di rigore e rimediando un giallo per simulazione, mentre il capitano dei pericos Sergio García viene ammonito per poteste. Dettaglio trascurabile ma che descrive l’umore in campo, forse ancor di più quando l’attaccante si mette a discutere animatamente con Asenjo proprio durante un’azione dell’Espanyol, tanto che il portiere si disinteressa di un pericoloso cross per rispondergli per le rime. Il rombo si schiaccia e si sfalda e al 91′ arriva l’atteso pareggio dei pericos: Sergio García crossa, Asenjo non trattiene un colpo di testa e l’accorrente Colotto la deposita facilmente in porta. I periquitos segnano il settimo degli undici gol in campionato negli ultimi dieci minuti dimostrando una forza di volontà che si materializza nei momenti clou del match. Curiosamente il Villarreal ha già perso sei punti in questa fase delle partite nelle sue prime undici gare di Liga.