L’emorragia di punti è stoppata: il Real Madrid si butta alle spalle le due sconfitte consecutive in campionato confermando le buone impressioni fornite in Champions contro il Basilea e travolgendo 8-2 il Deportivo La Coruna al Riazor. Già, proprio nello stadio che per una ventina d’anni è stato l’incubo dei capitolini, Ancelotti comincia la rincorsa ad Atletico Madrid e Barcellona e stabilisce il record di gol segnati in trasferta per il club più prestigioso al mondo: era vietato fallire, il Madrid è andato oltre, regalando gol e giocate d’altissima scuola contro un avversario che, nella prima mezz’ora, sembrava poter essere in grado di regalare la sorpresa.
Due i cambi di Ancelotti rispetto all’undici iniziale presentato in Champions contro il Basilea: Arbeloa torna titolare al posto di Nacho e dopo i fischi e le critiche ricevute dopo il derby con l’Atletico (complice anche qualche acciacco di Carvajal), Varane – fresco di rinnovo fino al 2020 – sostituisce Pepe, restato a Madrid per un affaticamento muscolare. Gli occhi sono tutti per Cristiano Ronaldo, alla ricerca del primo gol al Riazor, impresa mai riuscitagli nemmeno in amichevole. Il Deportivo di Victor Fernandez è schierato con un coraggioso e offensivo 4-2-3-1, con Cuenca e l’ex Juanfran sulle ali a supporto di Helder Postiga, ancora lontano dal centravanti che fino a un paio d’anni fa riusciva a garantire anche una quindicina di reti a stagione. In difesa c’è l’esordio di Diakité: l’ex Lazio è arrivato in Galizia durante l’ultimo giorno di mercato, da svincolato.
Dieci minuti di nulla, poi il Deportivo capisce che è il caso di provarci sul serio: è sulla destra, in particolare, che i padroni di casa riescono a dare più continuità alla manovra, nonostante Cuenca appaia in giornata al netto di qualche egoismo di troppo. Juanfran e Laure creano qualche grattacapo a Marcelo, ma è il 23enne argentino Fariña a dare spettacolo. La prima vera occasione è comunque del Real Madrid: al 14′ Bale, su tiro deviato di Benzema, si ritrova solo davanti a Lux e prova a prendere controtempo il portiere avversario con un tocco d’estero. Bello il riflesso del 32enne, pericolo sventato. Ronaldo prova a rompere il maleficio, conclusioni però sbilenche dell’asso portoghese.
Al 28′, vantaggio del Real Madrid: cross di un insolitamente propositivo Arbeloa, stacco imperioso di Ronaldo (siamo ai livelli del gol epico rifilato al Manchester United) e palla all’angolino. Il gol non abbatte il Deportivo che, anzi, subito si ributta in avanti. Troppo, verrebbe da dire, perché agli scricchiolii della macchinosa difesa di casa, si aggiunge il “golazo” al 35′ di James Rodriguez, peraltro nel vivo del gioco e in netta crescita anche dal punto di vista fisico: il colombiano riceve da Benzema e, dal limite e dal centro-sinistra, batte Lux con un bellissimo sinistro a uscire, di collo interno, che si infila nel sette. Una meraviglia. Il portiere di casa, al 40′, è poi protagonista di una folle uscita sulla trequarti per fermare Benzema: il pallone carambola dalle parti di Ronaldo che – in fuorigioco – segna dai 25 metri a porta vuota. 0-3 all’intervallo, partita chiusa.
Come contro il Basilea, il Real Madrid torna in campo con l’intenzione di palleggiare e far scorrere il cronometro senza dispendio di energie. Tutt’altre intenzioni quelle del Deportivo, ravvivato dagli ingressi di Ivan Cavaleiro al posto dell’inesistente Postiga e del canterano Juan Dominguez per Juanfran. I galiziani sono anche agevolati dal regalo arbitrale al 50′: l’arbitro vede un fallo di mani di Ramos in piena area di rigore (la palla colpisce nettamente il petto del difensore andaluso), penalty trasformato alla perfezione dall’ex Valladolid, Medunjanin. Ci prova il Deportivo con una bella conclusione a giro di Cavaleiro e dopo un’avventata uscita di Casillas. Il Riazor si anima, Ancelotti corre ai ripari: dentro Illarramendi per Benzema, si passa al 4-4-2 con James e Modric insoliti esterni di centrocampo. La mossa si rivela azzeccata, il Madrid dilagherà nell’ultima mezz’ora.
Prima Bale, servito in profondità da Marcelo, sigla il 4-1 con un diagonale rasoterra che bacia il palo e supera la linea di porta, poi Ronaldo chiude la tripletta battendo a tu per tu Lux, su assist di James Rodriguez. Real Madrid senza pietà, difesa di casa in totale confusione. Il 6-1 è firmato ancora da Bale, gol praticamente identico al primo del gallese, stavolta con passaggio decisivo del neo-entrato Isco (al posto di Modric). Il supplizio galiziano è mitigato da Juan Dominguez che batte Casillas – incolpevole, meglio sottolinearlo – con un pregevole colpo di testa. Non finisce qui: in un pomeriggio caratterizzato da gol spettacolari, entra in lizza anche la marcatura del Chicharito Hernandez, che approfitta dei minuti concessi da Ancelotti. Il messicano, lanciato da Isco, stoppa di destro al limite e scaglia un meraviglioso sinistro al volo che lascia di stucco il povero Lux. L’ex Manchester United, in pieno recupero, è fortunato poi nel trovare la deviazione di Sidnei su una velleitaria conclusione dalla distanza, e va nuovamente in gol. Finisce 2-8, 13 gol in 4 giorni per il Real Madrid. Grappoli di gol che aiutano a uscire dal difficile inizio di stagione.