L’Olympiakos ha battuto a sorpresa tra le mura amiche i vice-campioni d’Europa dell’Atletico Madrid con il risultato di 3-2. In un Karaiskakis infuocato a partire meglio sono i padroni di casa, che si rendono pericolosi al 12′ minuto con un cross di Elabdellaoui che Miranda manda in corner rischiando l’autogol. Sugli sviluppi del corner uno schema tra Dominguez e Afellay libera fuori area il terzino sinistro Masuaku, alla prima assoluta in Champions League, che trova il gol con un sinistro all’angolino basso che fulmina Oblak: 1-0. I colchoneros provano a reagire tra il 18′ e il 23′ con la specialità della casa, ovvero il colpo di testa ma ne Manduzkic su calcio d’angolo ne Raul Garcia su cross dalla sinistra di Ansaldi trovano la rete. L’Olympiakos fa la sua partita, restando compatto dietro per ripartire e al 33′ trova la seconda rete. Spunto dalla sinistra del Chori Dominguez che mette palla in mezzo, velo intelligente di Mitroglou per Afellay che approfitta dello scontro tra Ansaldi e Mario Suarez e di destro fa secco Oblak: 2-0. E’ un colpo pesante per un Atletico Madrid insolito, molto manovriero e cadenzato e poco aggressivo. Ma la reazione non tarda ad arrivare e al 38′ Mandzukic, non marcato benissimo da Abidal, sfrutta un traversone dalla sinistra di Ansaldi, e batte Roberto di testa: 2-1.
La ripresa parte senza grandi sussulti, Michel inserisce Fuster per il Chori Dominguez e Simeone (dalla tribuna perché squalificato) manda in campo Griezmann per Gabi, con l’obiettivo di aumentare la spinta offensiva. Il talentino francese si rende subito pericoloso in due frangenti tra il 60′ e il 62′ prima con una conclusione di potenza e poi con un tiro basso all’angolino, con il portiere Roberto sempre pronto e reattivo. Al 65′ ci prova ancora l’Atletico ma il tiro da fuori di Arda Turan va alto di poco. Al 67′ arriva il debutto assoluto in Champions League e con la maglia dell’Atletico Madrid per Alessio Cerci che entra in campo al posto di Raul Garcia, per aumentare la spinta offensiva. Mossa a cui Michel risponde togliendo dal campo un ottimo Afellay per mettere Ndinga, un incontrista. Al 73′ l’Olympiakos trova il 3-1.
Break sulla destra di capitan Maniatis, che serve Kasami che salta l’uomo e la mette in mezzo per Mitroglou, che stoppa, si gira e fulmina Oblak da pochi passi: 3-1. A meno di 20 minuti dalla fine e sotto di due gol l’Atletico tenta un forcing disperato. Le due squadre si giocano le ultime carte, Michel toglie Kasami e inserisce Giannoulis, mentre Simeone mette Saul al posto di Mario Suarez. All’ 80′ Cerci va vicino al gol con un colpo di testa in area sul quale Roberto si fa trovare attento. All’ 86′ i Colchoneros accorciano ancora una volta le distanze, triangolo sulla destra Juanfran, Cerci e Koke, palla in mezzo di quest’ultimo per Griezmann in area che non si fa pregare: 3-2. Proenca commina tre minuti di recupero, ma nel forcing finale dell’Atletico, l’unica azione degna di nota è un colpo di testa di Godin che esce a lato. Alla fine tenendo conto dei valori delle squadre il risultato è giusto. L’Olympiakos ha fatto la partita che doveva fare contro un Atletico Madrid che ha giocato a ritmo di Sirtaki, partendo lentamente per poi diventare(per forza di cose) più vivace e aggressivo. Ma guai a ballare il Sirtaki a casa di coloro che l’hanno inventato.