Russia: Zenit e CSKA a valanga. Mordovia, che colpo ad Ekaterinburg!

 

Tanti goal (ben quattordici reti in tre gare, che si sommano agli altri quattro di ieri in Rubin-Spartak) nella giornata odierna di RPL. Emozioni sino allo scadere ad Ekaterinburg, goleade per Zenit e CSKA che, va comunque detto, hanno affrontato le due squadre sulla carta più deboli del campionato.

Ma andiamo con ordine. Ad aprire il sabato di Russian Premier League ci hanno pensato Ural e Mordovia, dando vita ad una gara spettacolare sui monti Urali. Il 4-1-4-1 dei padroni di casa è replicato da un folle Semin (tornato dopo diverso tempo sulla panchina di un club russo), che schiera Le Tallec (una punta) nel ruolo di regista di centrocampo, insieme ad un’ala pura e tre trequartisti, oltre a Lutsenko terminale offensivo. Scelta che al termine della gara si rivelerà azzeccata: i suoi passano in svantaggio dopo appena 5′ (l’inarrestabile Lungu si procura un rigore che Manucharyan trasforma), ma poi reagiscono in maniera straordinaria: al 12′ l’olandese Mitchell Donald pareggia all’esordio in Russia, mentre sul finire di tempo un clamoroso liscio del portiere dei padroni di casa permette ad Oleg Vlasov di portare avanti i suoi. Nella ripresa c’è spazio anche per il tris dell’ex promessa russa (mai mantenuta) Lutsenko. Inutile nel finale il goal della speranza dei padroni di casa messo a segno da Yaroschenko, preso dal Sevastopol e protagonista di una buona gara.

A Tula, invece, la festa dei quasi 20.000 tifosi che celebravano la prima storica gara dell’Arsenal in RPL viene rovinata da uno Zenit straripante. Il 3-5-2 dei padroni di casa (una delle poche formazioni non italiane a difendere con tre uomini) viene spazzata via dai ragazzi di Villas Boas. Mattatori della giornata sono Criscito (doppietta), Rondon ed Hulk (bolide del brasiliano imparabile per il portiere di casa). Al di là della gara, a senso unico per tutti i novanta minuti, c’è molto da scrivere sui ragazzi allenati da Alenichev. Quattro anni fa giocavano nella quarta serie del calcio russo, lo scorso anno da matricola in FNL centrarono la promozione; è una bella favola, che rischia di essere rovinata sul più bello. La società, senza soldi, ha scelto di puntare solo su russi (l’unico straniero è il mediano montenegrino Kascelan) provenienti dalla categoria inferiore. L’unico giocatore con esperienza in RPL è il portiere quarantunenne Filimonov (ex nazionale russo, per altro), mentre per gli altri si tratta pressoché di esordienti nel massimo campionato russo. Il rischio concreto di fare figuracce durante il prosieguo della stagione, è elavatissimo. Non essere retrocessi a dicembre sarebbe già un’impresa. Insomma, tutti noi speriamo – anche per i tifosi – che da qui a fine mercato arrivi qualche ritocco di qualità.

Non se la passa molto meglio la Torpedo (anche se oggi mancavano due neoacquisti potenzialmente titolari come il terzino australiano Franjic ed il mediano portoghese Abreu), asfaltata 4-1 sul proprio campo dal CSKA. Eppure i bianconeri erano  riusciti anche a passare in vantaggio dopo cinque minuti con Fomin, che partito in posizione regolare (dormita assurda di Mario Fernandes) batteva Akinfeev e faceva gridare al potenziale miracolo. Miracolo, però, che dura appena 35′, quando l’arbitro espelle (in maniera frettolosa e assurda) Rykov per un fallo in area e decreta il penalty per il CSKA: dagli undici metri si presenta Doumbia, che non sbaglia e porta il punteggio in parità. E’ questo l’episodio chiave della gara: con l’uomo in più i rossoblu di Slutskiy dilagano: Panchenko sigla il primo goal con la nuova maglia, poi un’autorete di Aydov (partita da far accapponare la pelle la sua) e il bolide del brasiliano Vitinho – lo scorso anno pagato dieci milioni di euro ma autore di una stagione imbarazzante – calano il poker e fanno capire che il CSKA, nonostante i due titoli negli ultimi due anni, non è ancora sazio.

 

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Classe '94, piemontese di nascita, tra un esame universitario e l'altro segue il calcio alle temperature più improbabili, dalla Scandinavia alla vecchia terra degli Zar. Russofilo e (a breve) russofono, sogna di diventare direttore sportivo e di vivere a San Pietroburgo. Guai a disturbarlo quando gioca il Krasnodar: potrebbe uccidere.
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