Il Diosgyor, padrone di casa, è arrivato a giocarsi l’accesso al quarto turno preliminare grazie alle vittorie contro i maltesi del Birkirkara (6-2 l’aggregate) e i bulgari del Litex Lovec (3 a 2 il risultato totale); i russi dell’FK Krasnodar, invece, sono partiti dal secondo turno preliminare, dove si sono agevolmente sbarazzati del Sillamae Kalev, squadra estone che nulla ha potuto contro lo strapotere dei ragazzi di Kononov. L’aggregate di 9 a 0 fornisce un’idea abbastanza precisa della disparità tecnica tra le due compagini.
A fare da cornice alla sfida inedita tra queste squadre è il Nagyerdei Stadion di Debrecen, più capiente rispetto alla struttura casalinga di Miskolc, riempito dai tifosi ungheresi colmi di speranze, nonostante il pronostico sfavorevole.
Il DVTK scende in campo con il 4-2-3-1 ben disposto da Tomislav Sivic; risponde il collega e coetaneo Oleg Kononov con un offensivo 4-3-3, collaudato nel corso delle prime uscite stagionali dei neroverdi.
A partire meglio, come lecito aspettarsi, sono i russi. Tra i più vivi in avvio di gara c’è il brasiliano Joaozinho, ala sinistra di soli 165 centimetri, che all’11esimo va al tiro: debole, nessun problema per Antal. Per la prima conclusione verso la porta neroverde bisogna attendere il sedicesimo minuto: Gosztony conclude direttamente da calcio di punizione – guadagnato dal mancino Németh, ma non guadagna niente di più che un calcio d’angolo.
L’occasione più ghiotta si presenta sui piedi di Ari, ma l’ex Az Alkmaar incespica nel terreno calciando alto sopra la traversa da ottima posizione. Lo stesso centravanti brasiliano, però, non sbaglia quando l’imprendibile Joaozinho gli offre un pallone d’oro, facile da insaccare anche per il pessimo piazzamento della difesa ungherese.
Nonostante il vantaggio, il Krasnodar continua ad attaccare senza soluzione di continuità, trovando il raddoppio grazie al tiro dell’ex Anzhi, Ahmedov, che infila alla destra di Antal da centro area, a cinque minuti dal duplice fischio. La prima frazione si chiude sulle conclusioni del solito Joaozinho e sul colpo di testa di Sigurdsson, direttamente da calcio d’angolo, che colpisce malamente la sfera dopo aver trovato il tempo giusto per attaccare il pallone.
Sivic inserisce a inizio ripresa Bognar e Grumic, nel tentativo di recuperare la partita. Proprio la punta serba, dopo soli tre minuti, trova il gol, che viene ingiustamente annullato per fuorigioco dal signor Yildirim, direttore di gara turco. Passa un solo minuto e ancora Grumic costruisce l’azione che porta al gol di Bacsa, sul quale nulla può Sinitsyn: 1-2. Il momento sembra essere propizio ai pdroni di casa, che cercano di mettere alle corde i russi; le speranze di trovare la rete del pareggio vengono però spazzate via dal terzo gol del Krasnodar, siglato da Mauricio Pereyra: eurogol per l’italo-uruguaiano, che insacca un tiro a giro che sbatte sulla traversa prima di gonfiare la rete magiara.
La brutta serata per la pessima difesa del DVTK, però, non è ancora finita. Al 61′ Ahmedov scarica una gran botta che Antal non trattiene; ben per lui che il subentrato Bystrov spari alto sopra il montante. Il portiere ungherese si ripete dieci minuti dopo, compiendo un vero e proprio miracolo sulla conclusione, ancora una volta di Bystrov, arrivato in estate dallo Zenit San Pietroburgo.
Quando, all’80’, Antal deve lasciare la porta per infortunio, il suo vice Rados – croato classe 1984 – crede che la spinta offensiva dei ragazzi di Kononov sia ormai esaurita. Errore, il Krasnodar ha intenzione di fare della gara di ritorno un’amichevole, motivo per cui non smette di cercare la via del gol.
A 120 secondi dal termine è Joaozinho – man of the match – a trovare la meritatissima gioia personale; per il 5 a 1 finale bisogna attendere solo altri due minuti. Bystrov entra in area di rigore e, dopo aver disorientato con una serie di dribbling Kadar, deposita alle spalle dell’estremo difensore croato.
Diosgyor mai veramente in partita; il gol ingiustamente annullato per offside non può certo essere un’attenuante per la brutta sconfitta patita. Krasnodar che ipoteca il quarto turno preliminare, mostrando meccanismi di gioco fluidi e individualità molto importanti.