Nel 1998, un giovane attaccante ecuadoregno, di nome Ivan Kaviedes, sbarcò in Italia fra lo scetticismo generale. Il Perugia di Gaucci, d’altronde, era solito stupire andando a “fare spesa” in nazioni che, fino a quel momento, non erano oggetto del desiderio dei club’s di Serie A. L’arrivo di Kaviedes in terra umbra, nonostante le caterve di gol messe a segno in patria con la maglia dell’Emelec, ebbe risvolti più folkloristici che tecnici. L’Ecuador, all’epoca, era una nazione pressoché sconosciuta agli amanti del grande calcio internazionale: nessuna stella di prima grandezza, mai una partecipazione ad una fase finale di un Mondiale e solo due quarti posti, ottenuti (oltretutto) da paese organizzatore dell’evento, nelle tantissime partecipazioni alla Copa America. L’esperienza di Kaviedes in Italia durò solo un anno: poche presenze e quattro reti. Da quei giorni, però, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia.
L’Ecuador, oggi, è una solida realtà del calcio sudamericano, che si appresta a disputare il suo terzo Mondiale. Il debutto, nel 2002, fu proprio contro la nostra selezione azzurra, che vinse 2-0 grazie ad una doppietta di Bobo Vieri. In quella edizione, l’Ecuador non oltrepassò il primo turno ma fu determinante per la qualificazione agli ottavi di finale degli azzurri, grazie al successo ottenuto ai danni della Croazia nell’ultima giornata del girone di qualificazione. Andò decisamente meglio, invece, la partecipazione al mondiale tedesco del 2006. La squadra all’epoca allenata dal colombiano Suarez, inclusa nel girone dei padroni di casa, strappò il pass per gli ottavi di finale con una giornata d’anticipo, grazie ai rotondi successi ottenuti contro Polonia (2-0) e Costa Rica (3-0), prima di essere eliminata dall’Inghilterra, che ebbe la meglio sui sudamericani solo grazie ad una magia su calcio di punizione di Beckham. In terra brasiliana, la squadra allenata da Rueda (ennesimo colombiano alla guida della selezione ecuadoregna) punta a ripetere l’exploit ottenuto a Germania 2006. Ma se l’Honduras non fa paura, altrettanto non si può dire di Francia e Svizzera, compagini, sulla carta, favorite per il passaggio del turno nel gruppo E.
ANALISI TECNICO-TATTICA
Nell’esperienza sulla panchina della selezione ecuadoregna, Rueda si è quasi sempre affidato ad un classico 4-4-2, con esterni bassi votatI al gioco d’attacco e centrali di centrocampo con caratteristiche più difensive che offensive. Anche se Noboa, perno ecuadoregno della zona nevralgica del campo, si è ben disimpegnato sia da mediano che da trequartista, come testimonia l’ottima esperienza che sta vivendo, ormai da tre stagioni, nella Russian Premier League. La porta sarà difesa da Maximo Banguera, estremo difensore del Barcelona de Guayaquil, che ha scavalcato Dominguez (LDU Quito) nelle preferenze di Rueda. La difesa a quattro dovrebbe essere composta da due terzini decisamente di spinta – Paredes (a destra) e l’espertissimo Ayovi (a sinistra) – e dai centrali Erazo (difensore in forza al Flamengo) e Guagua (Emelec). Nonostante le ottime prove fornite a livello difensivo durante il girone di qualificazione al Mondiale, il reparto arretrato lascia in ansia i tifosi ecuadoregni: troppi, infatti, sono stati gli errori commessi durante le ultime amichevoli, complice l’atteggiamento, spesso ultra offensivo, degli esterni bassi e una coppia centrale che, recentemente, ha palesato eccessivi problemi d’intesa.
Se la difesa ingloba dubbi e ansie, altrettanto non si può dire del centrocampo, anche se l’infortunio di Castillo, occorso nell’amichevole contro il Messico, desta qualche preoccupazione al c.t. Rueda. Se l’esperto centrocampista dell’Al-Hilal non dovesse farcela, il posto da mediano, a fianco del talentuoso e inamovibile Noboa, dovrebbe essere appannaggio di Gruezo, giovanissimo centrocampista in forza allo Stoccarda. Sugli esterni, invece, dovrebbero agire Valencia e Jefferson Montero: il primo, oltre a garantire spinta in fase offensiva, risulterà certamente utile anche in ripiego, dove darà man forte a Paredes, terzino più bravo a offendere che a difendere; il secondo, invece, potrebbe talvolta essere sacrificato per motivi tattici, con lo spostamento da terzino ad esterno di centrocampo di Ayovi e l’inserimento di un esterno basso (Bagui?) con caratteristiche decisamente più difensive. Pochi dubbi, invece, in attacco. La coppia offensiva sarà composta, salvo incredibili ripensamenti dell’ultima ora, da Enner Valencia e Felipe Caicedo: l’ex ala dell’Emelec, reduce da una stagione strepitosa con la maglia del Pachuca, garantisce gol e movimento perpetuo su tutto il fronte offensivo, mentre il giocatore dell’Al Jazira – attaccante noto agli amanti del calcio internazionale per aver vestito le maglie di Manchester City, Sporting Lisbona, Levante e Lokomotiv Mosca – agisce prevalentemente da punta centrale, pur essendo in grado, all’occorrenza, di partire da destra per concludere a rete con il potente sinistro di cui dispone.
LA STELLA
Dici Ecuador e, calcisticamente parlando, pensi ad Antonio Valencia, esterno destro da diverse stagioni in forza al Manchester United. Lo sbarco in Europa, a soli vent’anni, avvenne in Spagna nelle fila del Villarreal, che lo cedette in prestito al Recreativo Huelva. Il sub-marino amarillo, all’epoca semifinalista in Champions League, non credette nelle qualità dell’ala ecuadoregna, che venne ceduto al Wigan con la formula del prestito con diritto di riscatto. Nelle fila dei Latics, però, Antonio esplose definitivamente, disputando tre stagioni eccellenti che gli valsero la chiamata di Sua Maestà, Alex Ferguson. Nel Manchester United, fra alti e bassi (e qualche grave infortunio), ha saputo ritagliarsi uno spazio importante, rendendosi utile sia nel ruolo, per lui classico, di ala destra, che in quello, assolutamente atipico, di esterno basso, posizione ricoperta, ora, con buona disinvoltura. La sua esperienza internazionale, abbinata alle indubbie doti tecniche, fanno di Valencia la stella della selezione ecuadoregna, che punta sulla qualità dell’ala dei Red Devils per agguantare gli ottavi di finale.
LA SORPRESA
Attenzione a Enner Valencia, attaccante di movimento del Pachuca, reduce da una seconda parte di stagione “monstre”, condita dalla bellezza di diciassette reti in ventun partite disputate fra campionato messicano e Copa Sudamericana. Dopo alcune ottime stagioni nell‘Emelec, il ventiquattrenne di San Lorenzo è esploso definitivamente in Mexico, complice anche lo spostamento da laterale d’attacco a seconda punta, ruolo che gli consente di agire con maggior libertà. In tandem con Caicedo, oltretutto, potrebbe mettere ulteriormente in mostra le proprie doti: grazie alle differenti caratteristiche fisiche e tecniche, i due costituiscono una coppia ben amalgamata che potrebbe creare non pochi problemi ai reparti arretrati avversari.
PROSPETTIVE
Se nel 2006 il sorteggio fu abbastanza accomodante con gli ecuadoregni, quello di questo mondiale non è stato altrettanto benevolo. Inclusa nel gruppo E con Svizzera, Francia e Honduras, la squadra di Rueda non parte certo con i favori del pronostico. Il sogno è l’ottavo di finale, obiettivo non semplice da centrare vista la presenza di elvetici e transalpini, compagini sulla carta maggiormente attrezzate. La nazionale ecuadoregna, però, è una squadra ostica e volitiva. Svizzera e Francia sono avvisate: la Selección venderà cara la pelle!
CONVOCATI
N. | Pos. | Giocatore | Data nascita | Squadra |
---|---|---|---|---|
1 | P | Máximo Banguera | 16 dicembre 1985 | Barcelona |
12 | P | Adrián Bone | 8 settembre 1988 | El Nacional |
22 | P | Alexander Domínguez | 5 giugno 1987 | LDU Quito |
2 | D | Jorge Guagua | 28 settembre 1981 | Emelec |
3 | D | Frickson Erazo | 5 maggio 1988 | Flamengo (Bra) |
4 | D | Juan Carlos Paredes | 8 luglio 1987 | Watford (Ing) |
10 | D | Walter Ayoví | 11 agosto 1979 | Pachuca (Mex) |
18 | D | Óscar Bagüí | 10 dicembre 1982 | Emelec |
21 | D | Gabriel Achilier | 23 marzo 1985 | Emelec |
5 | C | Renato Ibarra | 20 gennaio 1991 | Vitesse (Ola) |
6 | C | Christian Noboa | Dinamo Mosca (Rus) | |
7 | C | Jefferson Montero | 1 settembre 1989 | Morelia (Mex) |
8 | C | Édison Méndez | 15 marzo 1979 | Santa Fe |
9 | C | João Rojas | 14 giugno 1989 | Cruz Azul (Mex) |
14 | C | Oswaldo Minda | 26 luglio 1983 | Chivas USA (Usa) |
15 | C | Michael Arroyo | 23 aprile 1987 | Atlante (Mex) |
16 | C | Antonio Valencia | 4 agosto 1985 | Manchester United (Ing) |
19 | C | Luis Saritama | 20 ottobre 1983 | Barcelona |
20 | C | Fidel Martínez | 15 febbraio 1990 | Univ. de Guadalajara (Mex) |
23 | C | Carlos Gruezo | 19 aprile 1995 | Stoccarda (Ger) |
11 | A | Felipe Caicedo | 5 settembre 1988 | Al-Jazira (Eau) |
13 | A | Enner Valencia | 11 aprile 1989 | Pachuca (Mex) |
17 | A | Jaime Ayoví | 21 febbraio 1988 | Tijuana (Mex) |