Ramón Díaz-River Plate: i perché di un divorzio

DiazRamón Ángel Díaz ha rinunciato nel pomeriggio di martedì al suo incarico di allenatore del River Plate. L’annuncio è avvenuto attraverso la pagina ufficiale del club di Nuñez che con le formalità tipiche di queste circostanze, ha pubblicato la notizia nelle prime ore del pomeriggio di Buenos Aires: “Il Club Atletico River Plate informa che in data odierna il presidente dell’istituzione, Rodolfo D’Onofrio;il segretario generale della sezione calcio, Matías Patanian; ed il Segretario Tecnico, Enzo Francescoli, si sono riuniti con Ramón Díaz, accompagnato da suo figlio Emiliano e dal suo rappresentante. Nella riunione, l’allenatore ha espresso il proprio convincimento di aver compiuto il proprio ciclo, motivo per il quale ha preso la decisione di svincolarsi dalla società”. Un fulmine a ciel sereno. A nove giorni dalla conquista del 35° titolo di campione d’Argentina per il River (il 6° di Ramón alla guida della Banda, come lui nessuno), e a due dalla vittoria nella Superfinal contro il San Lorenzo, El Pelado ha quindi posto fine al suo terzo ciclo alla guida della squadra più vincente del calcio argentino, laddove era tornato nel novembre del 2012, in sostituzione di Matías Almeyda.

Ancora non sono del tutto chiare le circostanze che hanno condotto allo strappo. Aldilà dell’incidente diplomatico avvenuto a metà aprile con le infelici dichiarazioni di appoggio ai Borrachos del Tablón (clicca qui per Ramón Díaz e i Borrachos del Tablón), la ragione principale, secondo quanto trapela dalle principali fonti stampa, dovrebbe essere che D’Onofrio non ha potuto promettere all’allenatore riojano una squadra competitiva per una stagione 2014/15 in cui Díaz ambiva ad un ritorno in grande stile del club millonario in Copa Libertadores. Non solo pare che D’Onofrio abbia espresso l’impossibilità ad effettuare acquisti di spessore, senonché avrebbe altresì manifestato l’impedimento a poter trattenere alcuni calciatori che Ramón riteneva fondamentali per il suo progetto, come Manuel Lanzini, per il quale si è parlato anche di Torino e Lazio, ed altri la cui identità è per il momento sconosciuta. La notizia sorprende molto, perché i rapporti tra le parti sembravano essersi definitivamente rasserenati dopo la conquista del Torneo Final e si era notato un clima di distensione anche nei festeggiamenti del titolo nella serata di gala di lunedì scorso celebrata nel complesso della Sociedad Rural Argentina, nel quartiere di Palermo.

Il toto successore è evidentemente scattato immediatamente: il nome più gettonato è per il momento quello del Muñeco Marcelo Gallardo, ex idolo del club con il quale ha giocato in tre diverse epoche, dal 1994 al 2010, per un totale di 11 stagioni con la Banda. Gallardo ha già una buona esperienza in panchina avendo guidato il Nacional Montevideo, squadra uruguagia con la quale ha conquistato il titolo del torneo clausura nel 2013. Sarebbe nelle grazie del segretario tecnico del club, altro super ex idolo quale Enzo Luis Francescoli, campione nelle due Libertadores con il River. L’ex trequartista sarebbe in nettissimo vantaggio su Hernán Crespo, che sarebbe una scommessa difficile da affrontare per un club che punta a consolidarsi nuovamente nelle posizioni di vertice del calcio nazionale e tornare ad avere una proiezione internazionale. Stuzzica l’ipotesi del Tata Martino, svincolatosi attualmente dal Barcellona. Pare impossibile invece che vi siano possibilità per El Tigre Ricardo Gareca, che apparentemente avrebbe già trovato l’accordo con il Palmeiras.
Intanto per affrontare la tournée che tra pochi giorni porterà il River in Messico è stato nominato come allenatore reggente Gustavo Zapata.