Italians: Bobo Vieri, da Pichichi a ‘pire achat’

Italiani alla conquista del mondo. Storie e aneddoti di calciatori che sono emigrati all’estero nel tentativo, non sempre riuscito, di tenere alto il nome del Belpaese. Vittorie, sconfitte, meteore, bidoni, campioni, gol e parate: omaggio a chi ha portato in giro per il globo il nostro Tricolore.

La storia che ci accompagna nel secondo viaggio di Italians si può riassumere in un proverbio, saggezza del popolo che spesso ci azzecca: “Non conosce l’Italia e non la stima, chi provato non ha la Spagna prima”.
Christian Vieri, in arte Bobo – soprannome preso dal padre Bob – è probabilmente il più promettente ariete d’area puro italiano: a soli 24 anni, difficile trovare in altri giocatori le sue caratteristiche. Potenza, tiro, colpo di testa, corsa; un mix esplosivo che, un anno prima, nella stagione 1996-1997, aveva convinto Luciano Moggi e l’Avvocato Agnelli a strapparlo dall’Atalanta per più di 7 miliardi di lire, per portarlo a Torino, agli ordini di mister Lippi. In una sola annata, il ragazzo di Bologna che tanto ricorda Gigi Riva nei suoi movimenti vince Coppa Intercontinentale, Scudetto e sfiora la Champions League con la maglia bianconera, nonostante le frequenti frizioni con il futuro allenatore della Nazionale. In Italia non manacano gli estimatori, ma in Europa nemmeno. Dopo le smentite di Moggi, Giraudo e Bettega, ecco il colpo di scena del 3 luglio: Vieri passa all’Atletico Madrid per 34 miliardi di lire, firmando un contratto quinquennale a 3 miliardi a stagione. Addio, Italia. Tra Bobo e Madrid è amore a prima vista: in campo, l’italiano trova un allenatore che stravede per lui – Radomir Antic – e compagni che ancora oggi annovera tra i migliori, Kiko e Juninho Paulista su tutti; fuori, vive la passione di una città per il calcio, si intrattiene nei locali di Plaza Mayor e ritrova un sorriso raro a vedersi nello Stivale.
La spensieratezza di un ventiquatrenne, la gioia di giocare a calcio e la fiducia di tutto l’ambiente colchonero perfezionano ulteriormente la macchina da gol italiana, da subito entrata nel cuore dei tifosi biancorossi.
In Spagna la sua stagione viene interrotta da qualche fastidioso infortunio di troppo, ma Bobo supera qualunque avversità con la forza di un leone, diventando il principale protagonista della formazione iberica.
L’esordio con i colchoneros è datato 30 agosto 1997, prima di campionato e subito derby di fuoco col Real di Heynckes. Novanta minuti di buona qualità in avanti, che aiutano i compagni a fermare l’armata galactica sull’1 a 1.
Per la prima rete con la nuova maglia, bisogna aspettare il 16 settembre, andata dei 64esimi di finale di Coppa Uefa. Contro il Leicester di Izzet e Heskey, Christian sigla il rigore decisivo per superare i britannici per 2 a 1: nella competizione continentale i gol di Bobo – 5 in 7 gare – condurranno i colchoneros sino alla doppia semifinale, persa, con la Lazio. Nel frattempo, il bomber italico si sblocca anche in campionato, realizzando una doppietta con il Celta Vigo e timbrando il cartellino anche ad Oviedo.
Il golazo contro il Paok in Coppa Uefa rimane negli annali, ricevendo la consacrazione dai media spagnoli come “el gol del año”: dopo aver recuperato un pallone sulla linea di fondo campo, beffa il portiere lasciando partire un tiro a giro che si insacca nella porta sguarnita, tra l’euforia di tifosi e compagni. A fine anno, l’Atletico raggiunge la settima posizione confermandosi per la Coppa Uefa della stagione successiva; ma i risultati migliori rimangono due: la formazione di Antic detiene il miglior attacco (79 gol segnati nella Liga) e i 24 gol in 24 partite siglati da Bobo gli valgono il titolo di Pichichi. Christian Vieri, professione goleador, è il primo (e finora, unico) italiano a diventare capocannoniere in terra spagnola.

 

Vieri sembra aver giurato Amore all’Atletico, ma bisogna pur sempre verificare l’esattezza del precedente proverbio…e così il nostro Bobo, anche per qualche tensione con il nuovo tecnico – un certo Arrigo Sacchi – decide di far ritorno in Italia, precisamente alla Lazio. Il presidente Cragnotti deve sborsare 55 miliardi per convincere gli spagnoli a farlo tornare in patria.
Lazio, Inter, Milan. La carriera dell’attaccante italiano è ricca di soddisfazioni, ma il ricordo così piacevole dell’esperienza estera continua a girare per la mente di Bobo, che in un freddo gennaio del 2006 decide di riprovarci. Certo, gli anni non sono più 24, ma 32; la presenza di Francesco Guidolin sulla panchina del Monaco, però, convince definitivamente l’ex nazionale: contratto rescisso con i rossoneri e avventura nel Principato pronta a cominciare.

Dopo l’esordio incolore del 14 gennaio contro il Bordeux, sigla i suoi primi due gol in campionato il 4 febbraio, nella vittoria per 3 a 1 dei Rouge et Blanc ai danni del Rennes. In coppia con Di Vaio, le quotazioni di Bobo per l’imminente Mondiale tedesco salgono, ma da lì in poi il bomber bolognese non mantiene le aspettative e l’infortunio del 26 marzo, dopo appena 7 minuti dall’inizio di Monaco-Psg, mina le residue speranze di rientrare nei 23 convocati di Lippi e segna anzitempo la fine dell’idillio francese. Il ritorno in Italia, con le maglie di Samp, Atalanta e Fiorentina, è un lento declino verso il ritiro dal calcio giocato, a 35 anni.
La beffa finale dell’esperienza francese arriva a distanza di tempo, nel novembre 2013, quando L’Equipe, storica testata sportiva transalpina, lo incorona come pire achat (peggior acquisto) di sempre nella storia della Ligue1.
Nel bene e nel male, Bobo Vieri riesce a lasciare una traccia indelebile del suo passaggio in Spagna e in Francia, dove, per motivi opposti, i tifosi di Atletico Madrid e Monaco ancora oggi ricordano quel goleador col numero 32 sulle spalle.

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Studente di Giurisprudenza, milanese, gobbo, amante di calcio a 360°. Ho collaborato e collaboro con Calcio2000, Goal.com, CalcioSudamericano.it. Curo il blog "Alla Fiera dell'Est - il (fanta)mercato del calcio".