Non poteva scegliere stagione migliore, l’Atletico Madrid, per vincere nuovamente a Valencia: undici anni dopo, i colchoneros espugnano il Mestalla grazie alla rete di Raul Garcia a fine primo tempo e, in pratica, ipotecano la Liga. Agli uomini di Simeone basterà vincere le prossime due partite contro Levante (già in vacanza) e Malaga (praticamente salvo) per presentarsi all’ultima giornata, al Camp Nou di Barcellona, da campione di Spagna. Un’impresa inimmaginabile ad inizio campionato ma sempre più vicina settimana dopo settimana, vittoria dopo vittoria. Era questa la trasferta più temuta, quella che molti indicavano come la “fine del sogno”: l’Atletico l’ha superata in pieno stile…Simeone. Gol (fortunoso, come alcune volte capitato in questa stagione) e difesa granitica: l’organizzazione di gioco data dal Cholo anche oggi ha fatto la differenza. L’Atletico Madrid oggi sente mezzo titolo in tasca.
Se Mourinho si lamentava del mancato spostamento di Liverpool-Chelsea al sabato, Simeone non ha fatto una piega per la trasferta di Valencia di domenica nel mezzo della doppia sfida di Champions contro i blues: l’ex tecnico del Catania ha, logicamente, schierato la formazione migliore, dimostrando coerenza assoluta nei suoi proclami della vigilia e che ricalcano quanto ripetuto ossessivamente per mesi: “Pensiamo partita dopo partita, ora c’è solo il Valencia nella mia testa”. Discorso diverso per Pizzi che lascia in panchina parecchi titolari del suo Valencia in vista del ritorno in Europa League contro il Siviglia; piccoli particolari che favoriscono ancora una volta i capitolini. La fortuna avuta in parecchi frangenti in questa stagione, comunque, è meritatissima.
Tremila tifosi colchoneros al Mestalla, grande ambiente a Valencia in uno splendido pomeriggio mediterraneo di primavera. La tensione del grande appuntamento e, probabilmente, il caldo bloccano gli ospiti durante la prima mezz’ora: la gara è ostica, Godin e Miranda, per una volta, non appaiono impeccabili. Dopo due minuti Alcacer sfiora il palo con una conclusione dalla distanza, Piatti e Jonas si muovono parecchio e impediscono più volte anche la ripartenza ospite, con Gabi e Tiago pressati in fase di possesso.
L’Atletico si costruisce una buona possibilità dopo dieci minuti, ma Villa – unico spunto degno di nota del grande ex dell’incontro – spedisce un filo alto da buona posizione. I ritmi sono bassi, Diego Costa è – come spesso accade – nervosissimo e ingaggia un duello tutto fisico e spintoni col suo omonimo ché, Ricardo. Undiano Mallenco tiene, a fatica, la partita sui binari della correttezza, ma la tensione è alta. Koke prova la gran giocata con una mezza rovesciata, alta, Piatti tira debolmente tra le braccia di Courtois. L’intervallo è alle porte quando arriva il vantaggio dell‘Atletico Madrid: cross morbido di Gabi dalla trequarti, uscita a vuoto di Guaita (quasi una fotocopia della papera di Codina del Getafe) e colpo di testa vincente di Raul Garcia, ancora lui. Simeone in visibilio, si va al riposo sullo 0-1.
I quarantacinque minuti più lunghi della stagione dell’Atletico cominciano con un contropiede sprecato da Diego Costa: lanciato in profondità e favorito dal buco di Ricardo, il centravanti della nazionale spagnola si fa ipnotizzare da Guaita nell’uno contro uno. Pizzi prova a cambiare marcia in fase offensiva con l’inserimento di Vargas e Feghouli: è soprattutto l’algerino a rendersi più volte pericoloso e ad ispirare più di un’azione insidiosa del Valencia. Simeone risponde con Arda Turan, pochi minuti prima del salvataggio di FIlipe Luis sul colpo di testa di Feghouli, ben imbeccato da Piatti.
A metà del secondo tempo il Valencia prova il tutto per tutto: il pericolo più evidente per la porta di Courtois è l’esterno destro al volo, fuori davvero di un soffio, ancora di Feghouli. L’Atletico resiste tutto sommato senza nemmeno soffrire troppo, Diego Costa spreca nel finale un’altra clamorosa opportunità a tu per tu con Guaita, tenendo vive le speranze di Valencia e…Real Madrid. I padroni di casa non hanno però né forza né, probabilmente, voglia di riproporsi con forza in avanti; nel recupero Juanfran si becca un rosso diretto per un fallaccio da dietro su Vargas, ma è un dettaglio. L’Atletico vince, con impressionante solidità, la nona partita di fila in campionato ed è pronto a entrare nella storia del calcio spagnolo.