La fine del mondo: Fútbol para todos, il tesoro d’Argentina

Inchiesta dentro il programma delle trasmissioni delle partite di calcio del paese sudamericano, macchina della propaganda politica del governo di Cristina Kirchner.

“Basta non ne posso più, levate di torno tutti questi telecronisti di Torneos y Competencias dal programma e facciamo Fútbol para Todos con la nostra gente”. Una frase che potrebbe benissimo venire dalla bocca del direttore di un canale, del suo editore o di un produttore. Eppure chi ha pronunciato queste parole al telefono alle 4 di mattina di venerdì 7 febbraio a Buenos Aires è stata niente di meno che la presidente dell’Argentina, Cristina Fernández de Kirchner. A poche ore dall’inizio del nuovo campionato di calcio la presidente argentina faceva definitivamente retrofront, bloccando il nuovo riassetto delle trasmissioni in diretta delle partite del campionato sulla tv pubblica, cancellando contratti milionari già sottoscritti. La vigilia del Torneo Final riservava due mesi fa molte poche attenzioni ai protagonisti e alle loro ambizioni di titolo, sì invece suscitava scalpore questa decisione della presidente, che scavalcava all’ultimo momento i piani del Capo di Gabinetto, Jorge Capitanich. A quest’ultimo, ex governatore della provincia del Chaco ed ex presidente del club di calcio Sarmiento di Resistencia, la Kirchner ha affidato tra la fine del 2013 e il primo trimestre dell’anno la sostanziale conduzione della politica del governo, in una fase tra le più turbolente della vita argentina dell’ultimo decennio. il 23 gennaio passato il governo metteva in atto una svalutazione del peso argentino del 23%- la maggiore svalutazione dal 2002-finalizzata a contenere la fuga di dollari dal circuito finanziario e ad aumentare le esportazioni,i cui effetti si sono però già fatti sentire con sensibili aumenti nel costo della vita, che rasentano il 10% rispetto all’ultimo trimestre del 2013.

PALLONE E POLITICA – Ma perché una capo di stato, o chi per lei nel governo, dovrebbe occuparsi in prima persona di una questione così apparentemente marginale come le trasmissioni delle partite di calcio? In Argentina da quattro anni a questa parte è un affare di stato come in pochi o forse in nessun’altro paese al mondo. Fútbol para Todos, Calcio per Tutti è il programma di trasmissione in diretta integrale di tutte le partite del campionato argentino di calcio sulla piattaforma della televisione pubblica, gestito direttamente dal governo. Nell’agosto del 2009 con una decisione unilaterale , la AFA, la federazione argentina, ruppe il contratto che assegnava i diritti di trasmissione a Torneos y Competencias, impresa televisiva appartenente al gruppo editoriale Clarín, il più grande gruppo mediatico del paese con cui dal 2008 il governo della Kirchner ha condotto un’aspra disputa circa la riforma della legge sul controllo delle frequenze radiotelevisive a livello nazionale. Dalla sera alla mattina lo Stato argentino divenne il padrone della trasmissione in vivo del calcio nazionale, cancellando con un decreto la logica del pay per view. Per carità, niente è veramente gratis per i telespettatori analizzando le cifre in ballo in questo affare multimilionario. Se Torneos y Competencias pagava nel 2009 alla federazione argentina 200 milioni di pesos(circa 10 milioni di euro all’anno all’epoca), il governo argentino si impegnò da subito a triplicare la cifra, sborsando dalle casse statali 600 milioni di pesos(30 milioni di euro all’epoca) e aumentando esponenzialmente tale cifra negli anni successivi, fino ad arrivare agli attuali 825 milioni di pesos argentini(al cambio ufficiale attuale poco più di 77 milioni di euro). Un esborso che peraltro non ha risolto il problema dell’indebitamento atavico in cui versano i club di prima divisione, il cui totale raggiunge gli 80 milioni di euro. E men che meno ha risolto il ben più grave tema rappresentato dalla violenza dei barra bravas, gli ultrà argentini, che ha portato a circa 280 vittime nel corso della storia del calcio locale secondo dati della onlus salvemosalfutbol.org

PUBBLICITA’/PROPAGANDA POLITICA – La presidente Kirchner quando fu inaugurato il programma, il 23 agosto 2009 con la presenza del presidente della AFA, Julio Grondona e di Diego Armando Maradona, utilizzò una retorica piuttosto esagerata e poco pertinente parlando di “liberazione dei gol, che come i desaparecidos, erano sequestrati” in riferimento al fatto che fino a quell’anno le televisioni non detentrici dei diritti di trasmissione non potevano passare immagini dei gol nei propri contenitori informativi fino al lunedì, una volta che fossero stati trasmessi da Futbol de Primera, la trasmissione di punta del calcio nazionale fino a quell’anno. La promessa di regalare in chiaro i gol al popolo e più soldi ai club implicava anche una revisione nella gestione degli spazi pubblicitari: se la trasmissione in diretta delle partite è in effetti il contenuto televisivo che genera il maggior rating secondo dati di molteplici fonti, la cosa più logica è sfruttare gli elevati indici di ascolto per guadagnare con la pubblicità. Niente di tutto ciò è avvenuto. Durante l’intervallo delle partite appaiono in effetti non appare nessuno spot di imprese private, ma solo annunci relativi ad iniziative del governo nazionale: dalla costruzione di migliaia di case nelle province povere del nord a progetti di prospezione mineraria nel sud del paese, fino ad iniziative volte a migliorare la sicurezza nella Capitale Buenos Aires. Non esistono cifre ufficiali su quanto effettivamente l’attuale governo argentino investa in questa pubblicità propaganda, ma stando a diverse fonti l’ammontare potrebbe aggirarsi attorno a 1 miliardo e 200 milioni di pesos(120 milioni di euro circa all’attuale cambio ufficiale). Oltre a ciò, uno degli aspetti più singolari e contraddittori di Fútbol para Todos è che il perno fondamentale delle trasmissioni è la medesima produzione di Torneos y Competencias, l’impresa precedentemente detentrice dei diritti televisivi: la logistica di tutte le trasmissioni dipende al 100% da Torneos, dai telecronisti , i cameramen e tutto il coordinamento tecnico e giornalistico. Per capire bene cosa ciò voglia dire, immaginate per un attimo Caressa e Bergomi commentare su Sky le partite del campionato inglese, spagnolo o tedesco il sabato e poi la domenica apparire su Rai Uno commentando un Milan-Inter di campionato, pagati dal governo e che nell’intervallo della partita, anziché fare un’analisi del primo tempo, mandino solo pubblicità della Presidenza del Consiglio dei Ministri in cui si fanno elogi sperticati su una fantomatica fine(supponiamo come esempio) dei lavori della Salerno-Reggio Calabria, tra le decine di spot politici mandati in onda. Questo è ciò che avviene in Argentina.

IL PROGETTO MAI DECOLLATO DI MARCELO TINELLI – Il delicato momento di congiuntura economica che sta attraversando il paese ha tra le altre cose spinto all’inizio di quest’anno l’esecutivo di Cristina Kirchner a cercare dei partner privati per la realizzazione delle trasmissioni del calcio e avviare un riassetto dell’organizzazione delle medesime, con nuovi produttori e nuovi commentatori. Il Capo di Gabinetto, Jorge Capitanich (vero e proprio presidente ombra del paese tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014) aveva intravisto in questo restyling ,tra le altre cose, la possibilità di ripulire l’immagine di un programma, FÚTBOL PARA TODOS, affetto secondo molti ormai da una politicizzazione al limite del morboso. Nuovi volti per ridare credibilità a uno dei fiori all’occhiello dell’arsenale propagandistico del potere: fuori Marcelo Araujo, vecchio commentatore e capo delle trasmissioni( ne riparleremo sotto) dentro Marcelo Tinelli, presentatore, showman, imprenditore televisivo di notevole successo, nonché attuale presidente del San Lorenzo, la squadra campione d’Argentina tifata da Papa Francesco. Con Tinelli a capo della produzione, avrebbero dovuto far parte del progetto diversi commentatori e cronisti di Torneos y Competencias, come Mariano Closs e Sebastián Vignolo che appaiono attualmente su FOX Sports Sudamerica. Ma dopo settimane di trattative, la notte precedente all’inizio del campionato il veto lo ha posto direttamente lei, la presidente: “Toglietemeli di mezzo, facciamo Futbol para todos con i nostri” Le divergenze nelle trattative non sono ancora state del tutto chiarite, anche se tra le altre questioni il discorso relativo alla ‘torta pubblicitaria’ deve aver avuto il suo peso: Tinelli voleva aprire ai privati, il Frente para la Victoria, la coalizione della maggioranza al potere, voleva tenersi stretto il suo principale strumento di propaganda in tv. Il programma per la trasmissione del calcio in diretta è controllato dalla maggioranza attraverso l’organizzazione di giovani militanti filogovernativi, La Cámpora, che fa capo a Máximo Kirchner, figlio della presidente e dell’ex presidente Néstor, movimento che tra l’altro controlla anche Aerolineas Argentinas, la compagnia di bandiera. Kirchner junior ha espresso tutta la sua contrarietà all’incorporazione di telecronisti con stipendi milionari, un ‘inutile spreco di denaro’per come lo ha definito. Tutto alla fine è rimasto come prima. Il calcio resta affare esclusivo del governo e della AFA, con l’esecutivo che potrà ancora disporne sostanzialmente a suo gusto, specie nella gestione degli spot e della propaganda.

LE DIMISSIONI DI MARCELO ARAUJO E L’APPOGGIO DI MADRES DE PLAZA DE MAYO – Sono notizia di qualche giorno fa invece le dimissioni presentate da Marcelo Araujo, nome d’arte di Lázaro Zilberman, uno dei più influenti e controversi personaggi del giornalismo sportivo argentino. Araujo, telecronista di punta delle trasmissioni del calcio ha attraversato quasi 40 anni di storia argentina sempre a cavallo della tigre: che alla Casa Rosada risiedesse la Giunta genocida di Rafael Videla, il neoliberale di Carlos Saúl Menem o i Kirchner del peronismo progressista dell’ultimo decennio, Araujo è sempre stato prono ad incensare tutti i governi senza distinzione di colore e morale. In un articolo apparso nell’ottobre del 1978 su una rivista militare “Argentina ante el mundo para la defensa de la soberanía”(L’Argentina di fronte al mondo per la difesa della sovranità) Araujo elogiava il mondiale argentino con le seguenti parole: “Noi giornalisti argentini che abbiamo dovuto convivere con i nostri colleghi stranieri, abbiamo potuto constatare che tra i più onesti tra di loro si dissolvevano a poco a poco i pregiudizi che si trascinavano dai propri paesi a causa dell’insidiosa propaganda sovversiva e gli ingenui. Il Mondiale non è stata la vittoria sportiva contro olandesi, peruviani o ungheresi-questo è ciò che conta di meno-ma bensì una vittoria contro la morte, l’insicurezza e l’odio(sic)”. Dopo aver condotto per quattro anni la produzione giornalistica delle trasmissioni, il suo ruolo è passato da quest’anno in secondo piano, cosa che non ha affatto digerito: la goccia che ha fatto traboccare il vaso la sua esclusione dalla trasmissione del Superclásico Boca River del 31 marzo.

Sorprendente che alla luce anche del passato oscuro di Araujo sia accorsa in sostegno del governo sull’argomento è stata però quella di Hebe de Bonafini, la storica presidente de Las Madres de Plaza de Mayo, una delle organizzazioni civili-assieme a Abuelas de Plaza de Mayo – che più ha lottato per la verità e la giustizia sui sequestri, le torture e le sparizioni nei feroci anni dell’ultima dittatura militare(1976-1983). La Bonafini ha dichiarato che “Fútbol para Todos serve per fare politica, non per fare affari. L’intenzione di Tinelli era un’altra. Anche se dicono che non volesse fare politica, il suo scopo era peggiore: voleva appropriarsi delle trasmissioni per guadagnare soldi ed emarginare coloro che fanno politica”.

In un momento in cui il potere d’acquisto degli argentini sta crollando vertiginosamente e in cui lo stato vede prosciugarsi giorno dopo giorno le riserve di valuta estera, per tenere le acque calme tra la popolazione la ricetta è sempre la stessa: calcio per tutti. Ma chi racconta le vicende del pallone lo decide la Casa Rosada.