Da Goodison Park a Goodison Park. Un viaggio che sarebbe dovuto durare per diverse stagioni ed invece è terminato dopo meno di un anno. L’occasione di una vita che si frantuma ancor prima di aver avuto il tempo di assaporarla. Questa è la carriere di David Moyes alla guida del club più importante al mondo, il Manchester United.
Oggi infatti, martedì 22, è arrivata l’ufficialità del suo esonero. La notizia era già trapelata nelle scorse ore e si attendeva solo la conferma, visto che la fonte era la stessa che aveva annunciato l’addio di Ferguson. Proprio quel Sir Alex che ha lasciato in eredità la panchina più pesante del mondo e ha scelto di affidarla al suo stimato collega scozzese Moyes, sperando di aprire con lui un nuovo ciclo di successi.
In realtà però non è proprio andata così. Quello che quest’estate era stato definito per l’appunto “The chosen one” (striscione appeso ad Old Trafford) nel giro di 10 mesi ha perso l’appoggio della stampa, della squadra, dei tifosi e proprio ieri della società, diventando “The sacked one” o meglio, “The wrong one”. Quest’ultimo appellativo è stato voluto da un gruppo di tifosi che, disperati per la tragica stagione dello United, hanno deciso di far passare in cielo durante le ultime partite dei Red Devils uno striscione proprio con la scritta “The wrong one”.
Emblematico il fatto che la caduta di Moyes sia arrivata proprio nel suo ex stadio, quello nel quale aveva raccolto tanta stima e tanti successi, tanto da ricevere la chiamata di Sir Alex. Un rientro a casa che non poteva essere più amaro, perchè, oltre ai fischi del suo ex pubblico, la sconfitta contro i Toffees ha sancito la matematica non qualificazione dei Red Devils alla prossima Champions League. E questa è stata la goccia che ha portato i Glazers alla decisione dell’esonero.
Come ho detto nelle scorse edizioni di “The K point”, le colpe di questo fallimento non sono tutte dell’allenatore scozzese, ma devono essere distribuite anche alla squadra e alla società. La prima, ha dimostrato in diverse occasioni di non meritare una maglia così importante, non mostrando impegno, voglia e determinazione. La società invece si è vista più volte lontana dall’allenatore e poco adatta a mostrare il sostegno necessario dal punto di vista tecnico.
Nonostante tutto, un traguardo Moyes comunque l’ha raggiunto: il numero di record negativi incassati dallo United. Oltre alla peggior partenza della storia del club, in questa stagione sono riuscite a vincere ad Old Trafford squadre che non lo facevano da trent’anni, come WBA, Newcastle ed Everton. Ma l’aggravante di tutto ciò è che ognuna di esse se n’è uscita da Manchester con una vittoria meritata.
Questi sono segnali chiarissimi di una stagione nata male e finita peggio. Non solo la gestione tecnica e dal punto di vista del gioco è stata palesemente scarsa, anche quella fuori dal campo si è rivelata disastrosa. E ciò lo si era capito già a settembre.
Partiamo dal mercato: un’estate intera a rincorrere grandi nomi (Fabregas e Thiago su tutti) per poi ritrovarsi a stra spendere per acquistare il solo Fellaini, che avrebbe potuto essere benissimo acquistato molto prima ad un prezzo molto più basso. A gennaio poi ci si aspettava fuoco e fiamme per aggiustare la squadra ed invece è arrivato il solo Mata, che non ha avuto nessun peso negli equilibri della rosa. Per di più, lo spagnolo è stato pagato la bellezza di £40 milioni, che sommati a quelli di Fellaini fanno circa 70 milioni di sterline spese male.
Un altro fattore che ha influito nel processo di caduta di Moyes è stata la gestione del club nei confronti dei media. Quasi sempre sotto accusa, lo scozzese ha incassato più volte i colpi senza saper reagire, o ha regalato dichiarazioni molto controverse per nulla in stile con il brand Manchester United. La mancanza di carattere e di polso hanno fatto infuriare i tifosi e hanno contribuito a creare un’immagine negativa intorno all’allenatore. Immagine che poi è diventata così disastrosa che ha costretto alla società a porre fine al viaggio dello scozzese e a sancirne la sua caduta.
Il futuro? Quello di Moyes è probabilmente lontano da una panchina per la prossima stagione. Il contratto da £4.5 milioni per 6 stagioni che lo lega ai Red Devils gli consente di prendersi tranquillamente un anno sabbatico e di far calmare il polverone che lo circonda.
Per quanto riguarda lo United invece, prenderà temporaneamente il ruolo di manager/giocatore Ryan Giggs, in attesa di assumere un nuovo tecnico quest’estate con il quale progettare attentamente un ciclo vincente (e spendere cifre importanti sul mercato). Il nome in pole position è quello di Van Gaal, che si libererà al termine del mondiale con l’Olanda.
Di sicuro, i tifosi del Manchester United questa volta aspetteranno ad appendere qualsiasi striscione, per paura di non essere di nuovo “the angry ones” o “the unlucky ones”.
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