Potrebbe esserci anche un villaggio di 600 abitanti al via della prossima Ligue 2. In una storia che sembra degna di un film o di una entusiasmante carriera a Football Manager, il protagonista si chiama Luzenac ed è un club incastonato tra le montagne pirenaiche, a 65 km da Andorra. La presenza del Luzenac in National (terza divisione), a fianco di club ben più blasonati, già destava molta curiosità, ma l’ipotetica promozione nella serie cadetta sarebbe un risultato storico e difficilmente eguagliabile.
Fondato nell’agosto del 1936 con il nome di Union Sportive des Talcs de Luzenac, data la presenza delle miniere di talco nella piccola cittadina, il club rossoblù ha conosciuto diversi alti e bassi durante la sua lunga storia e nel 2000 militava ancora in DH, l’equivalente dell’Eccellenza Italiana. Nove anni dopo, grazie al trionfo in CFA (quarta serie), il Luzenac conquistava un’incredibile promozione in National, campionato a girone unico mai disputato prima.
Nonostante tra gli addetti ai lavori lo scetticismo fosse palpabile, il primo anno venne affrontato alla grande con un bruciante avvio (in testa dopo sei giornate) e una tranquilla decima posizione al termine della stagione 2009/2010, sinonimo di un simbolico ingresso tra le prime 50 squadre di Francia. Niente male per un paese di 600 abitanti che negli anni successivi conobbe, però, qualche difficoltà, rischiando la retrocessione nel 2012 e nel 2013, prima di strappare due miracolose salvezze.
La stagione 2012/2013 resterà comunque nella storia del club che per adeguarsi alle normative federali ha dovuto definitivamente emigrare nelle partite casalinghe, a Foix, città del fondovalle, dotata di un impianto più consono alla categoria. Il cambiamento (benché alcune partite siano state ancora disputate a Luzenac, anche in questa stagione) ha destato qualche polemica poiché la squadra non disputa nemmeno gli allenamenti al Paul Fédou, lo stadio del paese, noto soprattutto per essere situato sotto una teleferica!
In caso di promozione, sarà probabilmente necessario un altro trasferimento, ma per ora il nome, benché affiancato da “Ariège Pyrenées” (da qui l’acronimo LAP), resta sempre quello di Luzenac. Per la matematica promozione bisognerà attendere ancora qualche settimana, tuttavia, a nove giornate dal termine, la leadership, con quattordici punti di vantaggio sulla quarta in classifica – salgono le prime tre -, avrà probabilmente convinto i meno scaramantici a mettere in frigo le bottiglie di champagne.
Sperando che il passo non si riveli più lungo della gamba, la ribalta della tv (con i relativi introiti) ed una partnership all’orizzonte con il PSG fanno sognare in grande il Luzenac che, già fin da ora, può respirare aria di celebrità grazie al suo presidente onorario e direttore generale, quel Fabien Barthez, campione del mondo 1998, accorso al capezzale della società in un momento delicato, fortunatamente lasciato alle spalle. Per la Ligue 2, il budget è pronto a raddoppiare da 2,5 a 5 milioni di euro, in modo da costruire attorno alla star della squadra, il camerunense André Dona Ndoh (20 reti in 25 partite), un collettivo capace di reggere l’urto della nuova categoria. Una nuova scommessa che il Luzenac non vorrà senz’altro perdere!