EUROPA LEAGUE – Il giovedì sera è sinonimo di Europa League: l’Europa League è sinonimo di sorprese. Sebbene l’ottavo di finale tra Tottenham e Benfica fosse sulla carta quello dall’esito più incerto, di certo il tracollo interno degli Spurs era difficilmente prevedibile anche dai migliori scommettitori. Spurs senza identità, senza la necessaria cattiveria e con un problema di lunga data che neanche Sherwood sembra aver risolto: la difesa. Le Aguias hanno banchettato sia in contropiede sfruttando l’eccessivamente sbilanciata linea difensiva sia in contropiede che sulle palle alte.
Le formazioni: dopo il poker subito dal Chelsea Sherwood gioca la carta Kane e propone il rientrante Eriksen dal primo minuto: Jorge Jesus risponde con Cardozo sostenuto da Rodrigo e Markovic.
Avvio di partita sonnecchiante e con poche emozioni, col passare dei minuti aumenta il ritmo ma i due portieri rimangono pressoché inoperosi: Tottenham più in palla, ospiti più rinunciatari che pagano la serata poco ispirata del talentino serbo Markovic: gli uomini di Sherwood controllano il ritmo ma mantengono la linea difensiva alta, esponendosi spesso e volentieri ai tagli degli esterni avversari, proprio da una di queste incursioni arriva il vantaggio ospite: siamo alla mezz’ora, Amorim, tra i migliori dei suoi, imbecca Rodrigo che scatta alle spalle di Naughton, converge e la piazza nell’angolino. Clima ossianico a White Hart Lane, ospiti avanti al primo tentativo, scena già vista fin troppe volte da queste parti. Colpiti a freddo gli Spurs non reagiscono e vanno al riposo senza idee ma soprattutto senza gol all’attivo.
La scena non cambia nella ripresa, ci prova Adebayor senza fortuna, pochi squilli per lui stasera. Gli ospiti tengono bene il campo e non si espongono ad inutili rischi. Fase di stanca della partita, i portoghesi si dimostrano letali anche su palla inattiva: minuto 58, su angolo dalla sinistra Luisao taglia sul primo palo e di testa anticipa tutti, 2-0. Seria ipoteca sulla partita, ma la reazione del Tottenham stavolta c’è: dentro Soldado e Bentaleb per Kane e Sandro, ma ci pensa Eriksen ad accorciare le distanze con un superbo calcio di punizione; gol tanto bello quanto inutile, poiché a spegnere sul nascere la fiamma d’ardore dei redivivi padroni di casa ci pensa ancora il protagonista che non ti aspetti, Luisao, ancora su palla inattiva. Altro pallone scodellato dalla sinistra, Lloris respinge una zuccata di Garay ma il brasiliano è più lesto di tutti a ribadire in rete il gol che con tutta probabilità sigilla la qualificazione ai quarti delle Aquile. Scintille in panchina tra Jorge Jesus e Sherwood, che farebbe meglio a prendersela con la sua difesa, autentico colabrodo che al ritorno dovrà fare a meno di Vertonghen squalificato dopo l’ammonizione di stasera. Al Da Luz servirà un miracolo.
Bravo il Benfica, organizzato e cinico quanto basta per punire una squadra allo sbando: il lutto al braccio in onore di Eusebio che li accompagnerà per tutto il percorso europeo è un talismano, anche Guttman dall’oltretomba sembra approvare.