L’Amburgo necessita di una vittoria per scacciare i fantasmi della retrocessione mentre lo Schalke non può fallire se vuole approfittare dei passi falsi delle dirette concorrenti per un posto-Champions.
Nonostante la situazione delicata, l’Amburgo, sin dalle prime battute, dimostra – nel caso ce ne fosse bisogno – il perché in questa stagione si ritrova a lottare per non retrocedere. La squadra di Bert Van Marwijk appare contratta, poco decisa e priva di idee. Lo Schalke, dunque, capisce che potrebbe essere una giornata ideale e comincia a macinare gioco.
All’8° Kevin-Prince Boateng lascia partire una staffilata dal limite dell’area, ottima la risposta di Drobny.
Tra l’11° e il 12° Huntelaar – oggi al rientro dopo la lunga assenza per infortunio – e Boateng vengono liberati in area, rispettivamente da Farfan e Fuchs, ma la difesa locale riesce a sventare i pericoli.
Al 23° pregevole combinazione in velocità tra Prince e Huntelaar ma, sull’ultimo passaggio del ghanese, è attento Westermann a chiudere la diagonale.
In seguito la partita vive una fase di stanca nella quale l’Amburgo è decisamente sfortunato. Alla mezz’ora, infatti, sono già due i cambi obbligati per gli infortuni occorsi a Lasogga prima e Lam poi.
Al 35° lo Schalke si porta meritatamente in vantaggio: rapido giro palla da sinistra verso destra, sovrapposizione di Uchida che porta via l’uomo e permette a Farfan di crossare indisturbato in area dove Huntelaar di testa – senza dover nemmeno saltare – piazza il pallone alle spalle di Drobny. Per l’olandese si tratta del terzo gol stagionale in campionato. Tutti e tre, per una strana coincidenza, realizzati contro l’Amburgo.
Il gol dello svantaggio sembra svegliare l’Amburgo che reagisce prontamente e in due occasioni, sul finire del primo tempo, mette in difficoltà la retroguardia biancoblu: bravissimo Fährmann e su una punizione del capitano Rafael Van der Vaart diretta all’incrocio e su un tiro insidioso di Jansen dal limite.
Si va quindi al riposo con un Amburgo quasi inesistente e uno Schalke che ha vita facile nel controllare il match.Nella ripresa i padroni di casa provano a mettere la quarta per spaventare lo Schalke. Un destro potentissimo di Iličević, al primo minuto, sfiora l’incrocio alla sinistra di Fährmann. L’Amburgo sembra essersi risvegliato dal torpore che lo aveva colpito nella prima frazione ma, al 54°, nel suo momento migliore, un pasticcio difensivo (un’incomprensione tra Jansen e Drobny che si fa anticipare ingenuamente) libera Farfan davanti alla porta sguarnita per il più comodo dei raddoppi.
L’Amburgo, allora, va in bambola e due minuti più tardi subisce il terzo gol, ad opera di Meyer, che chiude definitivamente una partita già da tempo incanalata verso Genselkirchen.
Lo Schalke dopo il terzo gol rallenta i ritmi e tira i remi in barca aspettando il fischio finale.
I Knappen sfruttano, dunque, le débacles delle dirette concorrenti e si portano a quota 31 punti, a due lunghezze dal quarto e dal terzo posto, grazie ad una vittoria meritata e convincente. C’è da dire però che di fronte avevano un Amburgo allo sbaraglio il quale, per evitare una storica retrocessione, dovrà cambiare marcia, costruire un’identità di gioco e migliorare notevolmente la fase offensiva per poter sperare di impensierire le difese avversarie.