Tempo di bilanci in Bundesliga, arrivata al giro di boa con il Bayern nettamente al comando e, di fatto, già campione tedesco con un girone d’anticipo. Non sono mancate le sorprese, le delusioni, le novità e, soprattutto, le emozioni. Andiamo ora ad analizzare, squadra per squadra, le prime diciassette giornate del campionato tedesco.
AMBURGO – D’accordo, le ambizioni dei rothosen non erano certo quelle della scorsa stagione, quando, complice una campagna acquisti abbastanza dispendiosa, si puntava ad un piazzamento europeo. Le cessioni di alcuni giocatori (Son, in primis), e un mercato in entrata piuttosto asfittico, facevano presagire ad una stagione abbastanza avara di soddisfazioni, ma un girone d’andata così deludente era, in tutta onestà, difficilmente ipotizzabile. Esonerato Fink all’indomani della batosta di Dortmund (6-2, alla quinta di campionato), la squadra – dalla settima giornata – è stata affidata alla sapienti mani del navigato van Marwijk, allenatore di comprovata fama ed esperienza internazionale. I risultati nel lungo periodo, però, si sono dimostrati modesti: dopo un ottimo avvio, certificato da una serie positiva di quattro risultati (due vittorie e due pareggi), la squadra è tornata ad esibire gli antichi difetti della gestione Fink (difesa colabrodo, mancanza di filtro a centrocampo, etc.) ed ha vinto solo una delle ultime sette partite disputate (in casa contro l’Hannover, compagine che non ha ottenuto un solo punto in trasferta). A livello tattico, non guasterebbe qualche alternativa all’ostinato 4-2-3-1, modulo che esalta le caratteristiche dei talentuosi trequartisti rothosen ma che, globalmente, non garantisce ordine ed equilibrio all’intera squadra. Inoltre, anche l’ambiente resta “frizzantino”, come testimonia la recente polemica fra l’allenatore e Jiraceck, giocatore che, in quel di Amburgo, non ha ancora mostrato quanto di buona esibito con le maglie del Wolfsburg e della nazionale ceca. Nel mercato di riparazione urgono interventi in ogni reparto, anche se le casse societarie sono abbastanza deficitarie. VOTO: 4,5 IL MIGLIORE: ADLER IL PEGGIORE: SOBIECH
WOLFSBURG– Dopo un avvio di stagione piuttosto deludente, culminato col clamoroso k.o. interno nel derby contro l’Eintracht Braunschweig, la squadra di proprietà Volkswagen ha ingranato la quinta mettendo a segno un filotto di nove risultati utili (sei vittorie e tre pareggi). Grazie a questa striscia positiva, i lupi si trovano ora al quinto posto a soli due punti dalla zona-champions, sogno neanche troppo velato di inizio stagione. La svolta della stagione è avvenuta propria in concomitanza del match perso contro il Braunschweig. Dopo l’inatteso k.o., l’allenatore dei lupi, Hecking, ha apportato qualche modifica al collaudato (e mai modificato) 4-2-3-1, inserendo in pianta stabile Ochs (piedi quadrati, ma tanto cuore e grande grinta) come esterno basso a destra, Medojevic in mediana al fianco di Luiz Gustavo e Arnold alle spalle dell’unica punta Olic, con Diego slittato sull’esterno (specie a destra) e Caligiuri e Perisic in competizione per il ruolo di esterno alto a sinistra. A trarne beneficio è stata l’intera squadra, apparsa più quadrata in difesa e decisamente più imprevedibile davanti, grazie soprattutto all’inserimento in pianta stabile di Arnold. Se la squadra non verrà smantellata a gennaio ( da definire le posizioni di Diego e Olic, entrambi con il contratto in scadenza a giugno 2014), i lupi hanno tutte le carte in regola per tornare in Europa, obiettivo minimo di inizio stagione. E rosa alla mano assolutamente raggiungibile. VOTO: 7,5 IL MIGLIORE: ARNOLD IL PEGGIORE: POLAK
AUGSBURG – Dopo due annate vissute sul filo del rasoio, con la salvezza ottenuta solo nelle ultime giornate dopo prodigiose rimonte (al termine del girone d’andata dello scorso campionato, l’Augsburg era penultimo in classifica con soli nove punti ed accusava un ritardo di dieci lunghezze dalla “zona-salvezza”), la squadra bavarese sembra vivere la stagione della definitiva consacrazione in Bundesliga. Il merito di quest’avvio va ascritto principalmente al d.g. Reuter (ex difensore con un passato in Italia nelle fila juventine) e, più in generale, all’intera dirigenza, autori di un mercato estivo poco dispendioso e particolarmente intelligente. La squadra di Wienzierl ha esibito un calcio piacevole, pratico e, allo stesso tempo, camaleontico, in grado di adattarsi in base all’avversario di turno. Tatticamente parlando, è stato fondamentale l’apporto di Altintop, calciatore di maggior prestigio della rosa, in grado di muoversi benissimo fra le linee di centrocampo e attacco. La classifica, ora, parla di un Augsburg all’ottavo posto, con un margine di nove punti dalla “zona-retrocessione”. Il voto, di conseguenza, non può che essere alto. VOTO: 8 IL MIGLIORE: HAHN IL PEGGIORE: MOLDERS (a sorpresa)
WERDER BREMA – Stagione d’estrema sofferenza doveva essere, stagione d’estrema sofferenza è stata fino ad oggi. Reduce da una salvezza ottenuta a sole due giornate dal termine del torneo, e indebolito dalle cessioni di de Bruyne e Sokratis, il glorioso Werder sta caparbiamente lottando per la salvezza, obiettivo comunque alla portata della rosa a disposizione di Dutt. L’avvio di stagione, pur contrassegnato da un gioco scadente, è stato perlomeno positivo per i risultati ottenuti: alla prima pausa del torneo, dopo otto giornate, la squadra aveva già raccolto undici punti ed era a ridosso dalla “zona-Europa League”. Poi, il tracollo: solo otto punti conquistati nelle restanti nove partite e ben venticinque reti subite in sole sette gare (dalla decima giornata alla sedicesima), fra cui spiccano le sette “sberle” rifilate dal Bayern al Weser. Al giro di boa, la squadra bianco-verde si trova comunque a cinque lunghezze di vantaggio dalla “zona-retrocessione”, obiettivo minimo di inizio stagione. I dubbi su un positivo prosieguo della stagione restano comunque aperti, specie per la scadente qualità del gioco espresso. In difesa, manca come il pane un centrale di livello, a destra Fritz (a sorpresa) e Gebre Selassie (senza alcun stupore) non hanno fornito un contributo accettabile, mentre l’unica nota positiva arriva dalla sinistra, con un Santiago Garcia sorprendentemente eccellente. A centrocampo, molto bene – finché è stato in campo – Junozovic, attualmente ai box per un infortunio, meno bene Kroos, Makiadi e Ekici, quest’ultimo praticamente finito ai margini della squadra. Davanti, inoltre, manca una vera prima punta, nonostante la caparbietà e la buona volontà di Petersen. Salvezza ancora tutta da conquistare e gioco decisamente pessimo: il voto non può che essere insufficiente. VOTO: 5 IL MIGLIORE: HUNT IL PEGGIORE: LUKIMYA
BAYER LEVERKUSEN – Avvio di stagione estremamente positivo per le aspirine, seconde in classifica (addirittura +4 rispetto alla scorsa stagione), qualificate agli ottavi di Champions e ai quarti di finale in Coppa di Germania. La squadra, come da tradizione degli ultimi anni, non gioca un calcio particolarmente spettacolare, ma esprime un’ottima organizzazione a livello tattico: difesa solida, centrocampo “mixato” nel modo giusto (Bender-Rolfes-Castro garantiscono solidità, geometria e capacità d’inserimento in fase offensiva), trequarti ricca di talento e fantasia (la coppia Son-Sam è stata devastante) e Kiessling finalizzatore implacabile, tutti ingredienti che hanno consentito alle aspirine di volare alto in classifica; da sottolineare, inoltre, le ottime prove fornite dall’italiano Donati, giunto fra lo scetticismo generale ed ora titolare indiscusso sulla fascia destra. La chiusura del 2013, però, non è stata certamente entusiasmante, complici le inattese sconfitte contro Eintracht Francoforte e Werder Brema, spie, forse, di qualche limite a livello caratteriale di questa squadra: dominante quando riesce a passare in vantaggio, in perenne difficoltà, invece, quando deve ribaltare le sorti di un match. L’obiettivo dichiarato, corroborato dal trionfo del Westfalen, è il secondo posto in classifica, abbinato, magari, alla riconquista della Coppa di Germania, unico trofeo vinto in ambito nazionale nel lontano 1993. VOTO: 8,5 IL MIGLIORE: SAM IL PEGGIORE: HEGELER
STOCCARDA – Prima parte decisamente incostante per gli Svevi, partiti malissimo (eliminati ai preliminari di Europa League e sconfitti nella prime tre gare in campionato), resuscitati dall’avvento in panchina di Schneider al posto di Labbadia (sette risultati utili consecutivi) ed autori, poi, di una seconda parte di girone d’andata in tono minore con quattro sconfitte nelle ultime sei partite (k.o. contro Borussia Dtm, Schalke, Wolfsburg e Borussia M’Gladbach, tutte squadre, sulla carta, superiori). Nonostante i progressi mostrati durante la gestione Schneider, la squadra raramente è stata convincente, complice, principalmente, una fase difensiva alquanto approssimativa, spesso mascherata dalle prodezze di Ulreich, estremo difensore della squadra bianco-rossa. Se il presente non è luminoso, l’esplosione di Maxim e Werner lascia presagire ad un futuro sicuramente più sereno. Anche se dietro, specie a destra, servono interventi urgenti nel mercato di riparazione. A centrocampo, Kvist non sta ripetendo quanto di buono esibito nelle passate stagioni, mentre Leitner – seppur fra fisiologici alti e bassi – si è dimostrata una pedina affidabile. In attacco, Ibisevic si è dimostrato, come al solito, affidabile, totalmente inutile fin qui, invece, l’acquisto di Abdellaoue, arrivato quest’estate dall’Hannover con l’aureola di “spalla ideale” per Ibisevic e finito, ora, ai margini del progetto di Schneider. La squadra vale abbondantemente la parte sinistra della classifica, attualmente distante ben cinque punti, stesso margine che l’VfB mantiene dalla “zona-retrocessione”. Conseguentemente, il voto non può che essere insufficiente. VOTO: 5 IL MIGLIORE: ULREICH IL PEGGIORE: ABDELLAOUE