Antalyaspor, re senza trono

Finora Antalya era nota per le sue spiagge, il suo mare bellissimo e un clima temperato anche in inverno che nel 2011 ne ha fatto la terza città più visitata del mondo dopo Londra e Parigi. Tanto che l’Antalyaspor, il club della città, colonia italiana fra il 1918 e il 1923, è soprannominato «la squadra della spiaggia». Non ha una grande tradizione, anzi vanta soltanto una finale di coppa di Turchia nel 2000 (sconfitta contro il Galatasaray) e in campionato il massimo l’ha raggiunto nel 2008- 09 con un anonimo nono posto. Torneo in corso del quale era arrivato in panchina Mehmet Ozdilek, oggi 46enne, ex capitano del Besiktas negli anni 90, con una breve prima esperienza da allenatore al Malatyaspor nel 2004. Da giocatore Ozdilek era soprannominato Scifo, in onore del regista belga ex Inter e Torino, per la classe e la genialità che esprimeva a centrocampo. A Istanbul in tredici stagioni ha vinto quattro titoli, entrando nella storia del club bianconero. Ha chiuso ad agosto 2001, allo stadio Inonu, con un’amichevole contro il Milan di Fatih Terim. Che nel 2005 da commissario tecnico della Turchia lo chiama a fare il vice. Il 16 novembre di quell’anno però il «fattaccio»: dopo il playoff per Mondiale 2006 perso contro la Svizzera, Ozdilek resta coinvolto in una rissa con Behrami e Huggel e viene squalificato per un anno. Una carriera che sembrava già finita. Finché non è arrivata la chiamata da Antalya. E qui la rinascita. Ma dopo l’exploit del 2009 l’Antalyaspor l’anno scorso si stava per suicidare. Si è salvato dalla retrocessione all’ultima giornata soltanto grazie alla sconfitta interna del Samsunspor. Allora Ozdilek si è, per forza, scoperto anche mago del mercato. Con un solo milione di euro ha portato in riva al Mediterraneo lo svincolato attaccante senegalese Lamine Diarra (ex Partizan, 28 anni, nella foto), decisivo con una doppietta contro il Fenerbahçe fuori casa a fine ottobre il 24enne play marocchino Aissati (ex Psv, Ajax e Vitesse), scoperto nel 2005 a soli 17 anni da Hiddink, e il nigeriano Isaac Promise (dal Manisaspor, 11 gol l’anno scorso). Ozdilek ha dovuto fare di necessità virtù. Perché «la squadra della spiaggia» ha una rosa che vale solo 5 milioni, un’inezia rispetto ai 138 milioni del Galatasaray (che ha speso 22 milioni solo in estate), con cui divide la testa della classifica. E meno male che nel 2010 almeno il club ha trovato uno sponsor, il Medicalpark, gruppo sanitario in ascesa. Per lo stadio invece ha dovuto chiedere ospitalità all’Antalya Akdeniz Universitesi, con soli 7 mila posti di capacità, perché l’impianto cittadino, l’Antalya Ataturk è in ristrutturazione. Un vero peccato, visto che fra decine di migliaia di turisti e il milione di abitanti Antalya meriterebbe di meglio.

Fonte: Extratime, Gazzetta dello Sport