Sou tricolor de coração, sou do clube tantas vezes campeão. Per la quarta volta nella storia del Brasileirão il Fluminense ha fatto valere i versi di Lamartine Babo, autore dell’inno del club di Rio. «Sono tricolore di cuore, sono del club tante volte campione». Così, dopo aver conquistato a maggio il 31esimo campionato carioca (a meno 1 dal Flamengo), domenica si è portato a casa con largo anticipo il quarto titolo nazionale. Il club più antico di Rio, nato nel 1902 nell’elite carioca e tifato da tanti immigrati italiani per i suoi colori (verde, bianco e granata), ha stravinto col miglior attacco e la miglior difesa. Col 29enne Fred, ex Lione, capocannoniere con 19 gol, dei quali 15 decisivi. Ha rischiato di più… nel viaggio da Presidente Prudente a casa: l’aereo ha avuto un problema al carrello e il comandante ha chiesto che tutti i passeggeri si mettessero nella posizione di sicurezza per l’impatto. Per fortuna, non è stato necessario l’intervento di ambulanze e vigili del fuoco, pronti in aeroporto. In Brasile si dice che una grande squadra comincia da un grande portiere. Diego Cavalieri, 29 anni, di passaggio nel 2010 a Cesena, ex Liverpool, è il migliore e molti lo vogliono in nazionale. Buona anche la linea difensiva, formata da Bruno, Gum, Leandro Euzébio, Carlinhos. Il terzino di riserva Wallace, 18 anni, è già stato venduto al Chelsea: 8 milioni di euro per il 60%, il resto è stato già pagato dai londinesi nel 2010. Ma, si dice, sarà ancora al Flu per la Libertadores 2013. In mediana una vecchia conoscenza italiana: Edinho, al Lecce dal 2009 al 2010. Importante per la conquista del titolo di Rio a maggio, l’ex Barça e Chelsea Deco è stato perseguitato dagli infortuni nel Brasileirão. Nella connessione tra centrocampo e attacco il leader è stato Thiago Neves, tornato al Flu dopo una stagione al Flamengo. In attacco oltre a Fred, che ha criticato il c.t. Menezes per averlo escluso dalle ultime convocazioni, ha stupito Wellington Nem, 20 anni e 6 gol. Al Flu ha dato velocità e imprevedibilità. Il 4-2-2-2 è stato disegnato da Abel Braga, 60 anni, negli anni 70 difensore di Flu, Psg e Vasco. Da allenatore ha lavorato in Portogallo, a Marsiglia e negli Emirati Arabi. Ma le sue due grandi conquiste in panchina sono state la Libertadores e il Mondiale per club 2006 con l’Internacional di Pato, contro il Barcellona di Rijkaard e Ronaldinho, quest’anno suo avversario per il titolo con l’Atletico Mineiro. Il suo Flu è stato accusato di essere troppo pragmatico, ma sa fare difesa e contropiede. Con queste armi proverà a dare l’assalto alla Libertadores, trofeo mai vinto e sfiorato nel 2008, quando perse la finale ai rigori in casa contro la LDU Quito. In patria quell’anno si salvò per un solo punto dalla retrocessione, baratro che aveva già affrontato nel 1996 (poi ripescato) e nel 1997. Ma il Flu ha saputo riprendersi da quella botta: nel 2000 è tornato in A e nel 2010 ha rivinto il Brasileirão. Ora i tifosi Tricolor sperano solo che «o clube tantas vezes campeão» non torni in basso.
Fonte: Extratime, Gazzetta dello Sport