Centoventicinque anni di storia festeggiati come meglio non si poteva. Il Celtic compie l’impresa dell’anno, batte il Barcellona e tiene vivo l’incredibile sogno qualificazione, impensabile al momento dei sorteggi vista la qualità della rosa a disposizione di Lennon. Già, il manager scozzese può stavolta zittire Xavi: il campione del mondo lo aveva definito “l’anticalcio” dopo il match dell’andata, stasera è stato proprio un suo liscio a lanciare Watt per il 2-0 che, di fatto, ha chiuso la partita. Vilanova perde così dopo 13 vittorie e un pari, quello contro il Real Madrid, e subirà di certo qualche critica per le sue scelte: a conti fatti Bartra e Sanchez, ballotaggi vinti col rientrante Piqué e Fabregas, sono stati i peggiori in campo. La partita inizia col solito monologo blaugrana ma, come al Camp Nou, è il Celtic a passare in vantaggio: su azione di calcio d’angolo, decide un poderoso colpo di testa di Wanyama, keniota classe ’91, fratello di Mariga – centrocampista dell’Inter.
Il Barcellona continua a macinare gioco, prima dell’intervallo recrimina sulla traversa di Messi ma la sensazione è che il sogno biancoverde non possa durare ancora per molto. Invece ad inizio ripresa i tifosi culé cominciano a preoccuparsi: Sanchez colpisce un clamoroso palo di testa su cross perfetto di Dani Alves, Forster è in serata di grazia (grande intervento ancora sul cileno al 60′). Il portiere compie poi un vero prodigio a metà ripresa con una parata a una mano sul sinistro di Jordi Alba, prima che Piqué tornasse in campo per sostituire Bartra, in confusione e rimproverato dai compagni. Nel momento di massimo sforzo del Barcellona, arriva il clamoroso 2-0 a dieci minuti dal termine: rilancio di Forster, Xavi liscia il pallone e prende in controtempo Mascherano che non può nulla su Watt, lanciato a rete e freddissimo nel battere con un preciso diagonale Valdes. Messi, al 90′, cerca di riaprire il match dedicando la rete dell’1-2 al neonato Thiago, ma è tardi. Favola Celtic, Vilanova torna sulla terra.