Dottor Jekyll e Mister Magath

Il solo allenatore a prendere per due volte consecutive Bundesliga e Coppa di Germania (con il Bayern). Un fenomeno che riesce a salvare una squadra in un girone, quando a Natale i punti di distanza dalla salvezza erano 8 (Eintracht). L’unico a pigliare uno scudetto a Wolfsburg. Un allenatore così competente da far debuttare in Bundesliga il diciannovenne Philipp Lahm e in Champions, prima ancora che in campionato, il diciottenne Mario Gomez (a Stoccarda). Si potrebbe continuare, perché Felix Magath ha anche altre medaglie, tipo la retrocessione evitata al Norimberga o lo Schalke portato in finale di Coppa di Germania e nei quarti di Champions. Un curriculum impeccabile, eppure non ha mai finito un contratto: esonerato, separato, fuggito. Soltanto due volte, quando ha lasciato lo Stoccarda per il Bayern e il Wolfsburg per lo Schalke, è stata una separazione serena, perché non si poteva rifiutare un’offerta superiore. Il resto (Amburgo, Norimberga, Werder, Eintracht, Bayern, Schalke e adesso Wolfsburg) è una serie di piatti sbattuti e liquidazioni milionarie. Il suo conto si è arricchito di altri 4 milioni quando due settimane fa i vertici della Volkswagen hanno deciso di togliergli l’incarico di allenatore e dirigente responsabile della gestione sportiva. I suoi ragazzi l’hanno ringraziato vincendo 4-1 a Düsseldorf: prima erano ultimi e avevano segnato due reti in 8 giornate. «E’ finita la dittatura», ha detto Diego. Dottor Jekyll e Mister Magath: perché? Gli piace farsi odiare, pensa che solo con questo sentimento un giocatore tiri fuori tutto. Allenamenti terribili, primo soprannome il Torturatore. Punizioni drastiche, secondo soprannome Saddam, da Hussein. Il mese scorso ha portato i giocatori in un bosco per una maratona punitiva e ha svuotato le bottiglie dell’acqua, come  «misure educative». «Devono imparare a gestire le risorse». Quando ha incontrato lo Schalke che lo aveva esonerato, Jefferson Farfan ha esultato davanti alla sua panchina con il figlio di p… dei sudamericani incavolati. «Se i giocatori che hanno appena vinto due coppe e campionati di colpo smettono di correre, non è colpa della preparazione, visto che lui li tira a puntino. Semplicemente non lo vogliono più vedere», disse Uli Hoeness nel licenziarlo dal Bayern il 31 gennaio 2007. Ma c’è dell’altro: Magath ha spesso ottenuto anche cariche dirigenziali, d.s. o membro del direttivo. E in questa funzione ha venduto e comprato all’impazzata: dal 2007, 113 acquisti e 83 cessioni, con una spesa di 165 milioni. Per questo motivo, quando i giocatori vanno dai presidenti a chiedere la testa del dittatore, chi paga è anche felice del divorzio.

Fonte: Extratime, Gazzetta dello Sport

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