Monaco-Borussia Dortmund 3-1: è di Jardim la meglio gioventù, monegaschi in semifinale

La sfida tra le squadre coi migliori prospetti calcistici europei se l’aggiudica il Monaco di Leonardo Jardim, forte di un 3-2 in trasferta che tramuta in un 6-3 aggregato grazie ai tre gol rifilati stasera al malcapitato Bürki. La stella di Kylian Mbappé, destinata senz’altro a dominare i campi d’Europa, splende lucente nella notte monegasca e si prepara ad illuminare le semifinali della competizione per club più importante d’Europa e, lasciatecelo dire, del mondo!

La stagione travagliata del Borussia Dortmund sembrava aver preso finalmente una buona piega, ma poi gli inspiegabili ordigni prima del match d’andata hanno di fatto rimandato indietro i giallo-neri. Pesante perdere 2-3, evidente il coinvolgimento emotivo, lo spaesamento dei ragazzi di Tuchel dopo il drammatico avvenimento. In condizioni normali, sarebbe finita così una settimana fa? Difficile dirlo, ma probabilmente no. Senza nulla togliere al Monaco, che gioca il miglior calcio d’Europa, la qualificazione sarebbe comunque potuta essere più in bilico.

Essere così giovani è un’arma a doppio taglio, il Monaco ha più volte dimostrato nell’arco dell’anno la capacità di esprimere un calcio spettacolare, specialmente nei primi tempi, abbinata ad una gestione quanto meno approssimativa della gara nell’arco dei novanta minuti. I cali di tensione repentini e, diverse volte, duraturi, danno la chance agli avversari di rimanere in partita anche quando sono stati fondamentalmente schiacciati nelle prime battute. Era accaduto all’andata, accade anche stasera. Tempo tre minuti e Mbappé l’ha già messa dentro grazie alla maldestra respinta corta di Bürki sul potente tiro da fuori di Mendy. Al 17′ è 2-0 grazie al preciso colpo di testa di Falcao, ingenuamente lasciato contro un solo attardato marcatore al centro dell’area di rigore. Il dominio perdura fino al 30′, poi incomincia ad uscir fuori il Borussia, capace a cavallo dei due tempi di riproporsi in fase offensiva e siglare, in avvio di ripresa, l’1-2 della speranza con Reus su assist pregevole, di esterno sinistro dalla destra, di Dembélé, inspiegabilmente tenuto in panchina all’inizio per poi subentrare addirittura a metà prima frazione.

Tuchel non ha le idee chiare. Si era visto all’andata ed allora forse poteva esser colpa della situazione psicologica sua e della squadra, ma stasera non ha attenuanti. Piszczek nei tre dietro è improponibile. L’idea riproposta anche oggi del doppio terzino sulle fasce non permette ai suoi né di guadagnare in tenuta difensiva, né di essere più pericolosi davanti. Quando il Borussia gira bene, soprattutto dopo gli ingressi in campo di Dembélé e Schmelzer, dimostra di avere una caratura perfino superiore al Monaco, ma i difetti possono rimanere nascosti per qualche decina di minuti, ma alla lunga si ripresentano. La tenuta del centrocampo e della difesa è praticamente nulla dinnanzi alla freschezza degli elementi offensivi del Monaco. Mbappé, ogni volta che parte, crea voragini e lo stesso produce Bernardo Silva coi suoi lanci o Falcao coi suoi movimenti. Dopo una serie di contropiede sprecati, la squadra di Jardim trova il meritato 3-1 sull’ennesimo scivolone di Piszczek, che regala palla a Lemar innescando il due contro uno che porta al gol Germain, appena entrato in luogo proprio del baby fenomeno Mbappé.

Per il Borussia Dortmund la Champions League su cui concentrarsi è quella dell’anno prossimo col quarto posto in Bundesliga oramai al sicuro e la possibilità di attaccare i primi tre posti per l’accesso diretto ai gironi. Il Monaco esulta e si presenta tra le prime quattro d’Europa con la squadra più giovane e più spettacolare, le classiche qualità della seconda di lusso, bella, ma poco cinica per vincere. Sì, perché ci vorrebbe veramente un miracolo per far “mettere la testa a posto” a questa squadra. D’altra parte meglio così, in fin dei conti ai ragazzi di Jardim non si chiedeva certo di vincere la Champions ad inizio stagione. Probabilmente sembrava una chimera anche il primo posto in Ligue 1. Eppure ora sono lì, davanti a tutti in Francia, tra le top 4 in Europa e allora che se la giochino. Senza nulla da perdere, tutto è possibile!

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.