Ieri è arrivata al capolinea anche la corsa della stagione agonistica svedese, che ha emesso l’ultimo verdetto della Superettan 2016 definendo la promozione in Allsvenskan dell’Halmstads. A farne le spese è stato l’Helsingborgs dell’ex campione svedese Henrik Larsson, che ritorna in seconda divisione dopo ventitré stagioni e dopo aver vinto il titolo nazionale per due volte (1999 e 2001).
La partita è equilibrata e molto combattuta nella prima frazione di gioco, dove le due squadre si affrontano con grande timore e facendo particolarmente attenzione alla fase difensiva, infatti tutti sono consapevoli che un gol subito potrebbe compromettere la propria prestazione. Pareggio a reti bianche che agevola maggiormente i padroni di casa dell’Helsingborgs, i quali dalla loro hanno il piccolo vantaggio del gol in trasferta ricavato dal pareggio di 1-1 del match di andata ricavato. Nella ripresa il match sembra aumentare di intensità, infatti i “Reds” si spingono in avanti alla ricerca del gol del vantaggio che chiuderebbe momentaneamente il discorso del passaggio del turno e lo sfiorano in due occasioni: prima Larsson non arriva all’appuntamento con un comodo tap-in a porta sguarnita dopo un’azione personale di Wede, e poi lo stesso numero 10 svedese mette i brividi agli avversari con una bella girata dall’altezza del dischetto di rigore. Dal canto suo l’Halmstads non sta a guardare e intorno all’ora di gioco protesta per un calcio di rigore, abbastanza evidente, non concesso dal direttore di gara per un controllo di braccio da parte di un difensore avversario. L’Helsingborgs, però, sembra notevolmente più in palla e non a caso a 10 minuti dal termine riesce a trovare la tanto desiderata rete del vantaggio con il guizzo di Larsson, che stavolta è al posto giusto nel momento giusto e finalizza al meglio un ottimo passaggio di Ranali. La rete avrebbe sicuramente tagliato le gambe a qualsiasi squadra, ma non all’HBK che rimette insieme subito i cocci e si riporta in carreggiata appena qualche giro di orologio dopo. Il protagonista è sempre Ranali, il quale stavolta recita la parte negativa commettendo un fallo di un’ingenuità clamorosa ai danni di Bengtsson e costringendo il direttore di gara alla concessione del penalty; dal dischetto si presenta Mathisen, che con grande freddezza spiazza il portiere avversario Pyzdrowski e riequilibra la sfida. Ma proprio quando ormai i supplementari si scorgono all’orizzonte, arriva il più tipico dei colpi di coda: il protagonista è sempre Mathisen, che supera la pressione aggressiva di Martensson con un elegante colpo di tacco e fa partire una conclusione velenosa di mancino (non il suo piede), la quale termina la sua corsa in fondo al sacco; a nulla vale l’estirada di Pyzdrowski, che deve nuovamente raccogliere il pallone alle sue spalle.
Il gol al novantesimo taglia le gambe ai padroni di casa, che al triplice fischio sono costretti ad accettare il duro verdetto del campo: retrocessione in Superettan dopo 23 anni di onorata Serie A. Umore letteralmente opposto, invece, tra le fila dell’Halmstads, che completa la sua cavalcata con una vittoria al cardiopalma, la quale riconsegna la Allsvenskan all’HBK dopo appena quattro anni di purgatorio. Nel post-partita da segnalare alcune scene da condannare da parte di alcuni tifosi del “Reds”, a cui non è andata giù la decisione del campo. In particolare attaccato fisicamente Jordan Larsson (figlio di Henrik), che è stato aggredito da un “supporter” mascherato. Episodi che su un campo da calcio non vorremo mai vedere.
Helsingborgs-Halmstads 1-2 (Larsson; 2 Mathisen)
Helsingborgs: Pyzdrowski, Eriksson, Helstrup, Olsson (91′ Rusike), Landgren, Wede, Samuel (63′ Jonsson), Martensson (91′ Lange), Ralani, Dahlberg, Larsson. A disp: Chencikski, Bindelov, Bjorkman, Christensen. All: Henrik Larsson.
Halmstads: Lukic, Westerberg, Berntsson, Mathisen, Bengtsson, Henningsson (66′ Gudmundsson), Assad (83′ Johansson), Pekalski, Haksabanovic, Olsson (93′ Silverholt), Tveter. A disp: Pettersson, Rojas, Struski-Persson, Svedberg. All: Jan Jonsson.