Chelsea-Burnley 3-0: Blues a valanga, pensare in grande non è un Hazard!

Due vittorie sofferte nelle prime due giornate di campionato ed un successo in coppa di lega giudicato poco probante, questo il cammino del Chelsea finora. Oggi a Stamford Bridge arriva il neo promosso Burnley, squadra capace di infliggere un incredibile 2-0 al Liverpool solamente una settimana fa. Incredibile non solo per la differenza di talento in campo, ma anche per le statistiche: gli uomini di Dyche sono usciti dal match con 3 punti segnando due volte negli unici due tiri in porta e salvandosi dall’autentico dominio Reds testimoniato dai 17 tiri verso la porta di Heaton e dal 79% (79!) di possesso palla.

Antonio Conte sa bene che la partita nasconde più di una insidia. Su tutto è fondamentale andare in vantaggio per primi. La coppia d’attacco Vokes-Gray è allestita per pungere in contropiede, mentre la difesa comandata dal giovane di belle speranze Keane difficilmente si fa trovare impreparata se non quando la squadra si sbilancia in avanti. L’undici titolare dei Blues è ancora impostato attorno al ben conosciuto 4-2-3-1, dunque niente 4-2-4 per ora. Matic va regolarmente in campo ad aggiungere centimetri in mediana a fianco al non altissimo Kantè, mentre Willian, Oscar e Hazard sono gli uomini di fantasia dietro all’ariete Diego Costa.

Ed è proprio Hazard l’uomo in più in questa partita. Non lo prendono, non ce n’è per nessuno. Al 9′ minuto se ne va in velocità partendo dalla trequarti campo, sbilancia con la sua solita finta l’ottimo marcatore Keane e di destro a giro fa 1-0. La partita, se ci doveva o poteva essere, finisce praticamente qui. Il Burnley, finito sotto, non può più rifugiarsi indietro e, gioco forza, si espone ai contrattacchi dei padroni di casa che dominano in lungo ed in largo. Il 2-0 lo firma Willian sul finire di primo tempo, con un diagonale chirurgico dopo una serie di finte che ubriacano il malcapitato Ward. Nella ripresa piovono conclusioni verso la porta di Heaton, senza che i Clarets riescano a riaversi. Solamente intorno alla metà del secondo tempo tentano timidamente un forcing con una serie di corner consecutivi conquistati, ma quando Conte ricorre ai cambi, negli ultimi 10 minuti, la partita si chiude definitivamente sul 3-0 con l’azione che coinvolge due dei tre nuovi entrati: Pedro al cross, Moses in spaccata per il gol.

Il Chelsea c’è ed ora, oltre a vincere, inizia pure a convincere. Oggi ha giocato da grande squadra contro un avversario certamente abbordabile, ma completamente annientato. L’organizzazione, il cinismo di questo Chelsea possono far paura agli squadroni di Manchester. Certamente manca ancora qualcosa. Le scelte di Conte, soprattutto nel reparto arretrato, sono piuttosto forzate da una rosa non propriamente larga. Arriverà qualcuno negli ultimi giorni di mercato, senz’altro, e questo non farà che aggiungere autorevolezza alla candidatura dei Blues per la corsa al titolo. Il Burnley perdendo oggi non compromette nulla, preoccupa forse l’eccessiva arrendevolezza, ma in parte è dipeso da un avversario troppo più forte. L’unica nota stonata a Stamford Bridge è lo sguardo poco convinto di Cesc Fabregas, tenuto in panchina per tutto il match e difficilmente inquadrabile negli schemi di Conte. Che la sua avventura a Londra sia giunta al capolinea?

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.