Leicester-Manchester Utd 1-2: Ibracadabra-gol e le Foxes si ridestano dal sogno!

Il 7 agosto 2016 sarà ricordato come il giorno dei Red Devils. Non solo per la vittoria del Community Shield, ma anche per la dimostrazione di forza di Ibrahimovic, impostosi già come uomo immagine del club più famoso del mondo, e per il ritorno a casa di Paul Pogba. Insomma i numerosissimi tifosi dello United da oggi tornano a pensare in grande, la loro squadra si iscrive alla Premier 2016/17 col titolo di superfavorita.

Non basta il solito Leicester stavolta. Ranieri sceglie la continuità e schiera un 11 senza nuovi innesti all’inizio, con Andy King a sostituire Kanté, ormai vestitosi del blu londinese del Chelsea. Il copione è il solito: aspettare l’avversario che si scopre e pungere in velocità in contropiede. Mourinho invece da una parte sceglie i nuovi acquisti Bailly e Ibrahimovic, dall’altra mantiene in campo Martial e Lingard sulle fasce, dando inoltre spazio a Luke Shaw in difesa dopo la sfortunatissima stagione scorsa, segnata dal drammatico infortunio contro il PSV.

I nostalgici, sì perché il Leicester campione d’Inghilterra è già leggenda e nostalgia, si esaltano nel vedere la prima spumeggiante mezz’ora delle Foxes. Il solito Okazaki, più volte vicino al gol (anche una traversa per lui), il mitico Vardy fresco di rinnovo contrattuale dopo il gran rifiuto all’Arsenal, il frizzante Mahrez, per il quale sembrano esserci ancora offerte di altri club, ma che Ranieri considera tra i sicuri protagonisti della sua squadra anche quest’anno, e poi il coraggioso Schmeichel e i giganti difensivi Morgan e Huth a bloccare Ibra sfidandolo nel suo stesso campo, la forza fisica. Lo United nel primo tempo ha il merito di non finire sotto, salvato spesso dall’ottimo Bailly in difesa. Il neoacquisto, a detta di molti pagato più del dovuto, dimostra lucidità nelle scelte, esplosività nella corsa e difficilmente si fa cogliere impreparato sugli improvvisi scatti di quel satanasso che risponde al nome di Jamie Vardy.

Lingard segna a un quarto d’ora dall’intervallo il gol che non t’aspetti, partendo in velocità e saltando avversari a ripetizione, chi con un rimpallo chi con un dribbling, fino a freddare Schmeichel in uscita. Il Leicester subisce la botta e resta fermo alle corde. Così Ranieri manda in campo altri due velocisti, Gray e Musa, al posto di Okazaki e Albrighton, andati un po’ in affanno. E’ un bel vedere il secondo tempo, con le sgaloppate dei nuovi entrati al fianco di Vardy, quasi una gara d’atletica dietro al pallone ad ogni ripartenza. E’ Vardy, sempre lui, a segnare il pareggio dopo pochi minuti della ripresa, sfruttando un retropassaggio corto di Fellaini e saltando De Gea in uscita prima di depositare in rete.

Lo United di Mourinho ancora non è sbocciato, questo è ovvio dato che siamo ancora in agosto, ma si cominciano ad intravedere delle modifiche sostanziali rispetto al soporifero possesso palla imposto da Van Gaal. Più concretezza, qualche lancio lungo in più al posto del lento giropalla difensivo. Rinvii lunghi del portiere anziché ripartenze da dietro imbastite da Blind. Eppure il centrale olandese, adattato in quel ruolo dal suo predecessore, viene confermato nella stessa posizione anche da Mourinho. Così come Lingard, che ripaga col gol. Male invece Martial, praticamente innocuo ed evanescente per tutta la partita. Fellaini sembra godere di maggior fiducia in mezzo al campo, ma è suo il guaio che regala il pari a Vardy. Poi c’è Ibra. Stizzito per i pochi rifornimenti ricevuti, spesso arretra il raggio d’azione andando a pestare i piedi a Rooney. Morgan e Huth sono avversari ostici per lo svedese, che domina quasi sempre nelle aree avversarie contando su chili e centimetri in più rispetto ai difensori avversari. Eppure proprio il gigante Morgan non riesce a fermarlo, quando a pochi minuti dal termine la palla crossata da destra arriva dalla parte di Ibrahimovic che svetta più alto e manda il pallone ad incocciare il palo opposto prima di entrare in rete.

Primo trofeo stagionale per il Manchester United, per Mourinho e per Ibra dunque. Non per Pogba, che si aggregherà in settimana, andando ad aggiungere tasso tecnico e centimetri nel reparto chiaramente più deficitario dei Red Devils, il centrocampo. Adesso Mou non ha più scusanti. Senza Champions, la sua squadra parte decisamente coi favori del pronostico in Premier League. E’ anche normale che sia così quando ci si ritrova su una panchina di tale importanza e lo stesso allenatore portoghese aveva già affermato di non potersi accontentare di un piazzamento Champions.

Il Leicester sbatte il muso sul primo ko stagionale, proprio contro la squadra di Mourinho, lo stesso allenatore di fatto spodestato a dicembre scorso dalla panchina dei campioni in carica del Chelsea con il successo che certificò l’entrata nell’olimpo delle pretendenti al titolo delle Foxes. Ranieri sa che serve un bagno d’umiltà non tanto per ripetere la stagione passata, cosa decisamente improbabile, ma anche solamente per evitare di sprofondare nei bassifondi. Non sarebbe così strano d’altronde. Il Leicester non ha i campioni che ha lo United, il Leicester non ha l’esperienza e forse nemmeno la rosa per potersi permettere di giocare su più fronti, tra cui quello dispendiosissimo della Champions League. Chissà se questo è l’inizio della fine, chissà, in fondo è calcio d’agosto e magari di qui in avanti tutte le premesse saranno smentite. Ricordate per caso le chiacchiere di agosto 2015?

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.