FootLab – l’opposizione di Anfield al caro biglietti

Immaginatevi la platea di un teatro all’inizio dell’ultimo atto: gente incollata alle poltrone, occhi sgranati, fiato sospeso e mani sudate che stringono i poggioli per la tensione. Lo spettacolo sta per terminare e prima che cali definitivamente il sipario bisogna vedere come ogni cosa va’ a finire. Tutto normale, se non fosse che nel nostro teatro, perché di teatro si tratta, appena prima dell’inizio dell’ultimo atto gran parte della platea si alza e se ne va’, senza aspettare la morte o la vittoria degli eroi. Il palcoscenico è quello di Anfield Road, ve l’avevamo detto che era un teatro, e in scena va’ l’incontro tra Liverpool e Sunderland. All’inizio della fine le cose sembrano andare per il verso giusto: i Reds sono avanti di due reti e tra poco cominceranno ad alzarsi i toni sulle note della magica “You’ll Never Walk Alone”, come da tradizione. A meno di un quarto d’ora dalla fine però, esattamente al minuto ’77, e questo non è casuale, la famosa platea si alza e lascia le tribune dello stadio. Il motivo è presto detto. La dirigenza del Liverpool, club di proprietà di una società di investimento americana nominata Fenway Sports Group, pochi giorni prima del match nella riva rossa della Mersey, ha pubblicato il listino prezzi inerente alle partite casalinghe della stagione 2016/2017, in seguito ai lavori di ristrutturazione dell’impianto che permetteranno l’ampliamento del numero dei posti nella tribuna centrale.

Questa impennata necessitata dalle esigenze di bilancio, non è andata giù ai tifosi che hanno scelto di far sentire la loro voce e il loro calore in modo diverso per una volta. Il minuto ’77 rappresenta infatti lo stesso numero al quale corrisponde il prezzo di un biglietto per la tribuna centrale previsto per la prossima annata. Più di 10.000 supporters hanno così abbandonato il loro posto, esponendo anche diversi striscioni a riguardo. Il più eclatante recita “football without fans is nothing”. Poche parole che sanciscono una verità assoluta. Cosa sarebbe il calcio senza tifosi? Quanto sarebbe triste esultare per un gol di fronte ad una curva deserta? Cosa sarebbe Anfield senza “You’ll never walk alone”?

La società, anche sotto il consiglio di mister Klopp, come spiega in un comunicato apparso nel proprio sito ufficiale, “ha ricevuto il messaggio”, bloccando così l’aumento dei prezzi e accogliendo la richiesta dei tifosi. Se lo stadio deve essere un luogo di festa e di raccolta, è giusto che tutti vi possano partecipare senza privilegiare soltanto coloro che si possono permettere di pagare certe cifre. Perché lo sviluppo societario e il rispetto del bilancio sono indiscutibilmente basilari, ma anche i fan meritano la loro grande fetta di importanza.

Le esigenze del mercato impongono alle società determinate scelte e come abbiamo visto molto spesso le tifoserie esercitano le loro proteste. Paese che vai, dissenso che trovi. Un altro esempio, questo più bizzarro, lo troviamo in Germania. I tifosi del Borussia Dortmund presenti a Stoccarda per seguire la squadra in un match di coppa nazionale, con lo scopo di mostrare la loro contrarietà all’aumento del caro biglietti, durante la gara contro i padroni di casa, hanno lanciato in campo delle palline da tennis costringendo l’arbitro a sospendere la partita per qualche minuto. Anche il nostro campionato ha avuto il suo episodo: a metterlo in atto sono stati i tifosi della Fiorentina, che per contrastare i prezzi troppo elevati dei tagliandi, hanno scelto lo scorso Aprile di disertare la trasferta allo stadio Castellani per il derby in casa dell’Empoli. Le loro parole sono state riferite da questo comunicato:  “I gruppi della Curva Fiesole comunicano che non parteciperanno alla trasferta di Empoli del 10 Aprile, per protesta contro il caro-biglietti. Lo stadio deve essere uno spazio accessibile a tutti, non un privilegio per pochi. Unonoveduesei Curva Fiesole”.

Questi sono tutti semplici ma significativi gesti che mirano a non disperdere la vera essenza del calcio. Ok, il denaro. Ma c’è di più. In questo sport che sta seguendo sempre di più la scia dei soldi non ci si deve dimenticare della passione della gente e dell’amore incondizionato di chi sostiene ogni domenica i propri colori perché è anche, se non soprattutto, questo che manda avanti le cose.

E comunque, nell’ultimo atto della nostra opera giocato senza tifosi, il Liverpool è riuscito a prendere due gol e a farsi raggiungere dagli avversari. Forse è soltanto una coincidenza, ma a noi piace credere che davvero non ci sia vittoria senza tifosi, che davvero non ci sia questo gioco senza tifosi.