Al mondo di sicuro ci sono solo la morte e le tasse, questa famosa frase attribuita erroneamente a Benjamin Franklin, avrebbe forse bisogno di un upgrade: un’altra certezza è l’incapacità di vincere che fino a oggi ha afflitto il Portogallo. Non ce ne vogliano tifosi e simpatizzanti della squadra lusitana, ma la definizione di squadra bella ma incompiuta è ormai un ritornello indigeribile. Brucia ancora la finale persa tra le mura amiche ben 12 anni fa, sembra ieri, la Cenerentola Grecia riuscì nell’impresa lasciando ai padroni di casa solo i rimpianti. Un torneo drammatico per Figo e soci e pensate: quello resta il miglior risultato fino a qui raccolto dal Portogallo nella kermesse continentale. Immaginiamo che nessuno dalle parti di Lisbona si fregi di quella medaglia d’argento. Decisamente più edificante il mondiale 2006, terminato in semifinale contro la Francia, con tanto di titolo di “Squadra più divertente” della competizione. Un titolo che sembra pensato appositamente per i lusitani, troppo spesso belli ma inconcludenti.
Quarti di finale a Euro 2008, ottavi di finale ai mondiali sudafricani. Le cose sono andate decisamente meglio agli Europei di quattro anni fa, una sconfitta in semifinale contro la Spagna – quella Spagna – non è cosa della quale vergognarsi. E ora? Il Portogallo ha giocatori di valore ma c’è da capire se anche questa volta Cristiano Ronaldo e soci siano da considerarsi tra le squadre favorite al titolo. Non è una domanda di poco conto, perché dall’atteggiamento dipenderà larga parte del destino della Selecção, troppo spesso fregata da una malcelata dose di presunzione. Eppure, una squadra che si presenta sul palcoscenico europeo schierando sua maestà Cristiano Ronaldo non può accontentarsi di niente meno della vittoria. Il campionissimo del Real Madrid è fresco di undicesima Champions, timbrata con il rigore decisivo, ordinaria amministrazione per uno come lui, ma a far vincere il suo Portogallo proprio non ce la fa. Una cosa è giocare con i vari Bale e Benzema, un’altra è ritrovarsi al fianco del buon organico lusitano. Parliamo di galassie calcistiche diverse, giusto rendersene conto prima di gettare su CR7 colpe che proprio non gli spettano.
ANALISI TECNICO-TATTICA
Per capire che Portogallo vedremo in Francia dobbiamo fare un salto indietro nel passato. Settembre 2014, la squadra lusitana priva di Ronaldo subisce il gol di Balaj, il peggior inizio possibile per iniziare il girone di qualificazione a Euro 2016. L’Albania di De Biasi spicca il volo verso una qualificazione storica, il Portogallo si vede obbligato a cambiare rotta. Paolo Bento viene mandato via, al suo posto arriva Fernando Santos, subito vincente contro la Danimarca. L’Engenheiro do Penta – soprannome che Santos deve ai suoi studi – ha condotto in porto la qualificazione, ma il bello arriva adesso. Ha vinto, e tanto, al Porto, peccato che i successi ottenuti dopo di lui da Mourinho siano stati ancora più clamorosi. Ha fatto bene in Grecia, in casa PAOK lo ricordano ancora con affetto, sostituisce il leggendario Rehagel sulla panchina della nazionale ellenica ma mancano gli acuti. Capisce il greco ma non lo parla, avrà sicuramente meno problemi a farsi capire in questa seconda esperienza da ct: un’occasione d’oro.
Fernando Santos ha dichiarato che il suo Portogallo non è solo Cristiano Ronaldo, non è sicuramente una bugia ma il ct sa bene quanto pesi la vena del suo fuoriclasse. Ronaldo è uscito esausto dalla finale di Champions, non è da escludere che la stagione appena conclusa ne limiti il contributo alla causa. E anche a questo fattore è legato un dubbio tattico di non poco conto. Ipotizzando un 4-4-2 flessibile al posto del più canonico 4-3-3, Nani potrebbe dar manforte a CR7 con la licenza di tagliare dalla destra, in caso di tridente i due partirebbero larghi con Éder punto di riferimento avanzato. Il puntero è un “guerriero”, per usare le parole di Antonetti, suo allenatore al Lille, ma il fiuto del gol non sa cosa sia. Il colosso originario della Guinea ha fatto bene in Francia, ma ha fallito allo Swansea e ha numeri in nazionale da mettersi le mani nei capelli. E no, non si tratta di un giocatore futuribile, classe 1987, così è e così rimane. In Francia dovrà fare boa, prendendo botte e aprendo spazi per compagni più talentuosi.
La difesa è arcigna, come si suol dire, Pepe non ha bisogno di presentazioni e il grande vecchio Ricardo Carvalho sembra avere piena stima da parte del commissario tecnico nonostante le 38 primavere. L’ex Chelsea però ha visto tempi migliori e lo stesso si può dire di Bruno Alves, tra l’altro incline a follie come Pepe, José Fonte invece ha fatto buone cose con la maglia del Southampton, pure qualche golletto, resta da vedere se sia in grado di caricarsi il pacchetto arretrato sulle spalle. Le corsie sono in parte da definire, a sinistra dovrebbe spuntare Eliseu. A centrocampo occhi puntati su un giocatore João Moutinho, chiamato a dirigere l’orchestra, in mezzo altri elementi da combinare a piacimento, quali Gomes, William Carvalho e Renato Sanches, del quale parleremo tra poco. Rui Patricio tra i pali è indiscutibile (durante il girone di qualificazione a convinto anche i più scettici), così come Quaresma, che va a completare il pacchetto degli attaccanti. A parte Éder, mancano centravanti propriamente detti, fondamentali saranno i tagli dalle fasce, il cross non è l’arma prediletta, tanto che Santos potrebbe piazzare José Fonte terzino per aumentare la copertura. Tanto davanti ci pensano i piedi buoni.
LA STELLA
Signore e signori, aspettavate il momento e l’attesa è finita, eccovi l’uomo più atteso. Il campione, il leader, l’esempio, la star: Pepe. Perdonateci lo scherzo, ma crediamo sia quasi superfluo sottolineare quanto Cristiano Ronaldo sia importante per questa squadra. Una macchina, l’uomo fatto per giocare a calcio, difficile dire di lui qualcosa che non sia già stato detto, forse gli addetti ai lavori hanno sottovalutato la sua crescita umana. CR7 può risultare borioso a chi non lo conosce, ma vi basterà dare un’altra occhiata alla finale di Coppa Campioni, giocata in condizioni fisiche precarie. Cristiano vuole le responsabilità e se le va a prendere, un aspetto che durante i primi anni della carriera lasciava forse qualche perplessità. Nessun problema se c’è da sacrificarsi per la squadra, lui polverizza record e avversari, segna come e quando gli pare, vince senza pietà. Cannibale, come Eddy Merckx, fino a oggi ha digiunato solo in nazionale. E’ tempo per interrompere la dieta, a 31 anni inizia il tempo dei bilanci. I conti di CR7 sono abbondantemente in attivo, un exploit in nazionale lo renderebbe ancora più leggendario.
LA SORPRESA
Il Bayern Monaco ha messo una cifra folle sul tavolo per garantirsi le prestazioni di Renato Sanches, 35 milioni subito più eventuali bonus fino ad arrivare a ulteriori 45 milioni nel caso in cui il giocatore dovesse arrivare sul podio del Pallone d’Oro o entrare nella Pro World XI Fifa. Somme che fanno impressione considerato che parliamo di un giocatore che non ha neppure 18 anni. L’esordio poco meno di un anno fa contro il Tondela, con la casacca del Benfica si è messo in evidenza per doti fisiche, controllo di palla e sangue freddo. Gioca con la serenità del veterano e sa operare come centrocampista vero e proprio oppure in posizione più avanzata. Non manca la botta da fuori, come ha fatto vedere a dicembre contro l’Académica. Un ragazzo che sembra baciato dagli dei del calcio. La cifra sborsata dai bavaresi è forse eccessiva ma, come conferma l’affare Coman, dalle parti dell’Allianz Arena sono disposti a sacrifici extra per garantirsi la meglio gioventù. Il calcio portoghese aveva proprio bisogno di una nuova stella.
PROSPETTIVE
Step by step, gli obiettivi lusitani andranno valutati in corso d’opera ma non c’è dubbio che il primo obiettivo sia vincere il girone. Tre avversari inferiori sulla carta, ma comunque insidiosi come Islanda e Austria, l’Ungheria è un’incognita. Il primo posto nel raggruppamento permetterebbe di conquistare un ottavo di finale fattibile, un abbinamento che potrebbe incrociare Cristiano Ronaldo e la nostra nazionale, visto che la prima del gruppo F si troverà dinanzi la seconda del girone E, quello degli azzurri appunto. Il Portogallo ha bisogno di disputare un Europeo non anonimo, di Cristiano Ronaldo ne nasce uno ogni 50 anni (forse), salutarlo senza neppure una mezza gioia sarebbe un misfatto. Altre squadre, quali ad esempio Francia, Germania e Spagna, sono più attrezzate, i lusitani però devono affrontare il torneo senza pronostici e senza limiti.
CONVOCATI
Pos. | Giocatore | Data nascita | Squadra | |
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P | Eduardo | 19 settembre 1982 | Dinamo Zagabria (Croazia) | |
P | Rui Patrício | 15 febbraio 1988 | Sporting Lisbona (Portogallo) | |
P | Anthony Lopes | 1 ottobre 1990 | Lione (Francia) | |
D | Bruno Alves | 27 novembre 1981 | Fenerbahçe (Turchia) | |
D | Pepe | 26 febbraio 1983 | Real Madrid (Spagna) | |
D | Vieirinha | 24 gennaio 1986 | Wolfsburg (Germania) | |
D | Cédric Soares | 31 agosto 1991 | Southampton (Inghilterra) | |
D | Ricardo Carvalho | 18 maggio 1978 | Monaco (Francia) | |
D | José Fonte | 22 dicembre 1983 | Southampton (Inghilterra) | |
D | Eliseu | 1 ottobre 1983 | Benfica (Portogallo) | |
C | Raphaël Guerreiro | 22 dicembre 1993 | Lorient (Francia) | |
C | William Carvalho | 7 aprile 1992 | Sporting Lisbona (Portogallo) | |
C | João Moutinho | 8 settembre 1986 | Monaco (Francia) | |
C | Danilo Pereira | 9 settembre 1991 | Porto (Portogallo) | |
C | Renato Sanches | 18 agosto 1997 | Benfica (Portogallo) | |
C | Adrien Silva | 15 marzo 1989 | Sporting Lisbona (Portogallo) | |
C | André Gomes | 30 luglio 1993 | Valencia (Spagna) | |
C | João Mário | 19 gennaio 1993 | Sporting Lisbona (Portogallo) | |
C | Rafa Silva | 17 maggio 1993 | Braga (Portogallo) | |
A | Cristiano Ronaldo | 5 febbraio 1985 | Real Madrid (Spagna) | |
A | Ricardo Quaresma | 26 settembre 1983 | Beşiktaş (Turchia) | |
A | Éder | 22 dicembre 1987 | Lille (Francia) | |
A | Nani | 17 novembre 1986 | Fenerbahçe (Turchia) |