Real Madrid-Atletico Madrid 6-4 d.c.r: le pagelle

Al termine di una partita molto tirata, ad aggiudicarsi la Coppa dei Campioni è il Real Madrid, che dopo i calci di rigore vince così la sua “undecima” impedendo all’Atletico Madrid di prendersi la rivincita a due anni di distanza dalla finale di Lisbona. I “colchoneros”, nonostante un primo tempo giocato male, a questo giro possono avere più di qualche rimpianto, perché, dopo l’ingresso di Ferreira-Carrasco(7),  che, entrato al posto dell’anonimo Augusto Fernandez(5), ha sparigliato con i suoi guizzi ,trovando il gol del pari, hanno fatto vedere grandi cose. Grandi cose che non sono arrivate da Benzema(4,5) avulso dalla manovra e tutt’altro che implacabile quando ha avuto il colpo del 2-0 sui piedi, e più in generale dal Real Madrid, che dopo il gol(al limite) di un  Sergio Ramos(6,5) che si conferma uomo-finale segnando anche uno dei rigori, ha preferito giocare più di rimessa, forse anche per via di un Modric(5,5) non particolarmente ispirato e più sottotono rispetto ai suoi compagni di reparto. Casemiro(6 +) ha giocato una partita onesta facendo tanta legna e sfiorando addirittura il gol, mentre Kroos(6 +) aldilà dell’assist su punizione è stato un importante riferimento in mezzo al campo, e la sua uscita in vece di un Isco(5,5) non particolarmente incisivo ha esposto la sua squadra agli impeti dell’Atletico.

 

Impeti che si sono scatenati soprattutto nella seconda frazione di gioco, iniziata con il rigore fallito da un Griezmann(6) sfortunato nell’occasione, che nel primo tempo era stato l’unico a provarci con insistenza. Chi si è visto poco nel primo tempo è stato invece Saul(6 +), inizialmente in difficoltà nel ruolo di esterno sinistro tattico, che, una volta tornato al suo ruolo originale di interno, è riuscito ad essere più incisivo nella manovra colchonera, organizzata bene da Gabi(6 +) che ha fatto come sempre bene la sua parte, a differenza di Koke(5), stasera assente ingiustificato. Chi invece è più giustificato è un Ronaldo(6 +) in evidente difficoltà fisica, che nei regolamentari non ha sfruttato un’occasione che il CR7 che conosciamo sfrutterebbe, ma che si è riscattato segnando il rigore decisivo, sfatando quello che nella sua carriera è stato un tabù. Decisamente più in forma del portoghese è stato Bale(6,5) i cui strappi in velocità hanno messo in difficoltà Filipe Luis(5,5) generoso a tal punto da dover lasciare la partita per via dei crampi ma meno brillante rispetto ai suoi compagni di reparto. Juanfran(6,5) avrà sbagliato il rigore decisivo, ma sull’out di destra ha spinto tanto trovando l’assist decisivo per il gol del pari, mentre i centrali Godin(6 +) e Savic(6) hanno fatto la loro parte, con il montenegrino che dopo l’incertezza sul primo gol è cresciuto nell’arco della gara, salvando il potenziale raddoppio “Merengue” sul tiro di Bale.

Se la prestazione della retroguardia dell’Atletico è stata più luci che ombre, quella della retroguardia del Real Madrid è stata, ad eccezione del citato Sergio Ramos, più ombre che luci. Carvajal(5,5) è stato volenteroso ma disordinato prima di abbandonare per infortunio la contesa per un Danilo(5) sembrato quasi un pesce fuor d’acqua in entrambe le fasi. Non bene nemmeno Marcelo(5,5) che ha sofferto  tra l’altro la spinta di Juanfran, come sempre censurabile Pepe(5), che aldilà del fallo da rigore su un Torres(5,5) generoso ma senza quella cattiveria sotto porta che lo ha reso uno dei bomber più forti del decennio scorso, è stato fastidioso. Ad eccezione di uno dei rigori, nulla di trascendentale è arrivato da Lucas Vazquez(6) mentre sono ingiudicabili le prove di Lucas Hernandez e Thomas, entrati poco prima della lotteria dei rigori. Lotteria nella quale non è stato protagonista Keylor Navas(6) al quale però non si può rimproverare nulla e che alla fine può gioire, a differenza di Oblak(6) strepitoso nell’occasione di Casemiro ma posturalmente maldisposto in occasione dei rigori, per quanto non si possano scaricare tutte le colpe su di lui.

Alla fine a sorridere è Zidane(6,5). Di finali allenate in modo migliori ci sono tanti esempi, ma l’ex numero 5 del Real Madrid è stato bravo a tenere salde le redini senza scomporsi mai, dalla prima sfida contro il Deportivo, fino a questa finale, centrando al primo colpo il grande successo. A Diego Simeone(6,5) anche stavolta sconfitto, si può rimproverare comunque poco. Ha azzeccato la mossa Ferreira-Carrasco, ha evitato che la squadra mollasse gli ormeggi dopo il gol del vantaggio e fino all’ultimo ha caricato l’ambiente. Se stai assieme a lui per qualche ora, potresti pure scalare l’Everest, ma è evidente che la fortuna non è dalla sua parte. E soprattutto non è da quella dell’Atletico Madrid.

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Laureato in Storia, proiettato nell'attualità, intossicato dal presente e incuriosito dal futuro. Appassionato di calcio, esaltato dal basket, catturato dal rombo di motore della Formula 1. Rimpiango i tempi che furono ma credo comunque nel domani.