Leicester, il miracolo firmato Claudio Ranieri: ennesimo capolavoro della scuola italiana

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Fonte foto: lineadiretta24.it

Con il pareggio nel derby tra Tottenham e Chelsea ieri sera sono cominciati i festeggiamenti in quel di Leicester per la prima storica volta sul trono d’Inghilterra. Un successo tanto bello quanto inaspettato, che ci ricorda ancora una volta quanto il mondo del pallone possa essere imprevedibile e immensamente poetico. Ma oltre a ciò sottolinea anche come la scuola tattica italiana sia ancora una delle migliori al mondo, infatti Claudio Ranieri ha scritto l’ultimo capitolo dell’appassionante saga “Italians do it better”.

Ad inizio stagione nessuno avrebbe scommesso un penny sulla vittoria finale del Leicester City, reduce da una salvezza stentata e nuovamente considerato come una delle principali candidate alla retrocessione. A tutto ciò si aggiunge il cambio di volto sulla panchina delle “Foxes”, che decidono di affidarsi a Claudio Ranieri per raggiungere il minimo obiettivo stagionale, ovvero la salvezza. I vari quotidiani inglesi prevedevano tempi bui in quel di Leicester, infatti lo stesso Ranieri era reduce da un’esperienza tutt’altro che esaltante sulla panchina della nazionale della Grecia, dove era stato esonerato dopo appena cinque partite e successivamente alla sconfitta di misura subita nel match contro le Isole Fær Øer. Una grandissima sfida quella raccolta dal “Tinkerman” (soprannome datogli dalla stampa inglese per la sua incertezza nel dare le formazioni alla vigilia di un match ai tempi del Chelsea), che ha deciso di ripartire “dal basso” per dimostrare ancora una volta il suo valore. Una “challenge” passata non solo a pieni voti ma anche con una lode strameritata, infatti Ranieri è riuscito a realizzare un vero e proprio colpo di stato nel calcio inglese imponendosi con una squadra letteralmente operaia e ad iscrivere il proprio nome negli annali del football. Ma questo, come precedentemente detto, è anche il successo della scuola di pensiero italiana, che ancora una volta ha dimostrato di essere tra le migliori al mondo e adattabile a qualsiasi tipo di contesto.

Il principio cardine di questo Leicester è stato un classico 4-4-2 all’italiana, basato su un sistema difensivo impenetrabile e su delle ripartenze fulminanti. Ma aldilà di tutto la colonna portante di questo gruppo è stato il grande spirito di squadra dimostrato nell’arco di tutta la stagione: infatti in ogni singola partita si è potuto vedere in campo un insieme di persone pronte ad aiutarsi l’uno con l’altro, 11 uomini pronti a sacrificarsi e a lasciare tutto sul rettangolo di gioco per una causa comune. Un altro elemento portante di questa squadra è stata una condizione fisica invidiabile, infatti nonostante le “Foxes” avessero una rotazione di giocatori parecchio limitata sono riuscite comunque a mantenere il passo seppur con qualche piccolo intoppo. Su tutti da sottolineare il grandissimo lavoro fornito dal duo di centrocampo Drinkwater-Kante, in possesso di 20 polmoni ciascuno e capaci di partecipare brillantemente ad entrambe le fasi di gioco in maniera davvero impeccabile. Davanti, invece, annata d’oro per il duo Vardy-Mahrez capace di trasformare in oro qualsiasi pallone toccato e veri trascinatori della squadra a suon di gol pesantissimi. Per analizzare i segreti del Leicester ho di partite prendendo in esame una delle partite simbolo, a mio parere, di questa fantastica cavalcata: sto parlando del match tra Leicester e Chelsea del 14 Dicembre, dove la truppa di Ranieri ebbe la meglio sui “Blues” di Mourinho grazie alle reti di Mahrez e Vardy.

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Il nostro viaggio tattico alla scoperta del Leicester comincia con l’analisi della fase difensiva delle “Foxes”. Tramite l’istantanea presente qui sopra, possiamo dare uno sguardo al comportamento dell’undici di Ranieri nel corso della fase di non-possesso palla. In questo caso si può notare come il Leicester porti tutti gli effettivi nella propria metàcampo per difendere ogni singolo metro quadrato e per creare una grande densità. In tal modo diventa parecchio difficile per il Chelsea cercare immediatamente la profondità verso Diego Costa e costringe i “Blues” ad effettuare una serie di passaggi orizzontali per cercare di sbrogliare la matassa. In questo caso da sottolineare anche la disposizione quasi geometrica delle linee, infatti la squadra di Ranieri rimane molto compatta, lasciando poca distanza tra i vari reparti e rendendo difficile il gioco tra le linee di Oscar, in questo caso marcato a uomo da Kante. Inoltre va aggiunto anche il dettaglio di come le “Foxes” obblighino Ramires (numero 7 in possesso della palla) ad aprire il gioco sulle fasce con una disposizione eccelsa, infatti rimanendo così stretti la traslazione dell’intera squadra sull’altra parte del campo diventa rapida e indolore.

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Infatti come si può notare sul ribaltamento di fronte successivo, il Leicester mette in atto rapidamente lo spostamento e da inizio al pressing aggressivo votato al recupero immediato del pallone e alla ripartenza veloce sfruttando la giocata in profondità per Vardy o le folate offensive dei due esterni Albrighton e Mahrez. In questo caso da sottolineare l’immediato passaggio alla marcatura a uomo nella zona in cui si trova la palla: infatti Albrighton prende immediatamente in consegna Ivanovic (ricevitore dell’apertura di Ramires), mentre i compagni di squadra gli danno immediato supporto andando a marcare a uomo tutte le varie soluzioni di passaggio che il difensore serbo potrebbe intraprendere. Così Vardy va immediatamente in copertura di Matic (accennando anche un tentativo di raddoppio sullo stesso Ivanovic), Fuchs marca stretto Willian (prima naturale soluzione per Ivanovic), Ulloa prende in consegna Ramires in modo da evitare una possibile riapertura e Drinkwater si incolla immediatamente ad Oscar (prendendolo in consegna da Kantè) chiudendo la giocata in profondità. Un sistema vincente quello studiato a tavolino da Ranieri, che con questo pressing aggressivo nel corso del campionato ha messo in difficoltà tutte le grandi squadre ed ha trovato parecchie volte le chiavi di volta per sbloccare diverse partite.

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Per quanto riguarda la fase offensiva, una grossa fetta del titolo è sicuramente merito della grande vena realizzata di Jamie Vardy. Simbolo indiscusso di questo Leicester operaio, ha costruito la sua grande stagione su un movimento base per qualsiasi centravanti: ovvero il movimento fuori-linea. Un chiaro esempio è presente nell’immagine qui sopra, tratta dal match tra West Ham e Leicester del 17 Aprile (terminato con il punteggio di 2-2). In questo caso particolare prendiamo in esame l’azione dell’1-0 del Leicester, che porterà poi al gol firmato da Vardy. Tutto parte da un rilancio di Schmeichel, che serve immediatamente Mahrez per dare il via alla ripartenza; il giocatore algerino alza la testa e passa il pallone in profondità all’accorrente Kanté, che punta diritto verso la porta. Da notare il movimento di Vardy, che va sull’esterno effettuando il movimento fuori-linea e costringendo il difensore ad effettuare una scelta: o mantenenere la posizione per proteggere lo specchio della porta o decidere di andare a marcare a uomo il centravanti del Leicester.

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All’inizio dell’azione Ogbonna controllava sia la palla che il diretto uomo (ovvero Vardy), ma, a seguito del movimento effettuato dal centravanti delle “Foxes”, perde il punto di riferimento datogli dall’avversario e decide di mantenere la posizione per proteggere la porta. In questo modo, però, si fa attrarre dal pallone e poco dopo concede a Kante un facile assist per Vardy che deve solo insaccare il pallone in rete trovandosi in uno contro uno con il portiere avversario.

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Un altro movimento che ha contraddistinto la stagione di Vardy è stato l’attacco della profondità, con cui molte volte ha messo in difficoltà le difese avversarie. Stavolta la partita di riferimento è quella tra Manchester City e Leicester, uno dei grandi upset delle “Foxes”, che espugnarono l’Etihad Stadium con il punteggio di 1-3. In questo caso vediamo il pallone in possesso di Albrighton, il quale alza la testa e senza pensarci due volte scodella il pallone in profondità per il taglio di Vardy. Il centravanti del Leicester è bravo nel prendere il tempo ad Otamendi (in netto ritardo nell’occasione) e ad aggredire immediatamente lo spazio andando a tu per tu con Joe Hart. In questo caso da sottolineare anche l’errato movimento di Otamendi, che si addormenta per un attimo e si dimentica fatalmente di scalare a uomo su Vardy; infatti in questo caso Zabaleta era in marcatura su Albrighton e Demichelis era scalato puntualmente per coprire lo spazio lasciato indifeso dal compagno di reparto.

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L’ultima istantanea è dedicata ad una delle armi principali di questo Leicester, ovvero le giocate di rimessa, infatti Ranieri ha costruito nelle ripartenze uno dei punti di forza della sua creatura vincente. Prendendo come punto di riferimento sempre il match tra Manchester City e Leicester, qui sopra è ben disegnata il contropiede tipo delle Foxes: in pratica si assiste quasi ad una staffetta 4×100, poiché nel momento in cui l’algerino Mahrez riprende il pallone, Drinkwater, Vardy e Okazaki attaccano immediatamente la profondità dando ben tre opzioni al portatore di palla. In questo caso il “play” algerino ha la possibilità di servire centralmente Vardy, aprire il gioco per Okazaki a destra o tagliare il pallone per l’inserimento a tutta velocità di Drinkwater; alla fine Mahrez sceglierà la terza opzione, ma comunque va sottolineato come, seppur in inferiorità numerica, il Leicester riesca lo stesso a trovare la via della porta. Importante soprattutto il lavoro di Vardy che attaccando la profondità tra i due centrali difensivi avversari, fa da specchietto per le allodole e li costringe a chiudersi a riccio aprendo il fianco agli inserimenti esterni di Okazaki e Drinkwater.

Questi sono i fondamenti tattici più importanti dell’impresa di Claudio Ranieri, che con un classico 4-4-2 dall’impronta fortemente italica è riuscito a conquistare il trono d’Inghilterra. Nonostante ciò non sono questi i soli motivi per cui le Foxes hanno vinto il titolo, infatti dietro c’è il grande lavoro di uno staff tecnico altamente preparato, di un Mahrez stratosferico e in grado di prendersi la squadra sulle spalle nei momenti difficili (i gol pesanti sono innumerevoli), di una difesa arcigna guidata dal duo Huth-Morgan e salvata più volte dagli interventi del figlio d’arte Schmeichel, di un centrocampo dalla corsa illimitata (Kanté-Drinkwater da clonare), ma soprattutto dietro c’è un gruppo che partita dopo partita (mattone dopo mattone) ha costruito una delle favole più belle del calcio contemporaneo procedendo step by step e senza montarsi mai la testa. Chapeau Ranieri, chapeau Leicester!

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Appassionato di ogni genere di sport (calcio e basket in primis), è un grande esperto del "calcio minore". Che sia la Copa Libertadores o la terza divisione danese poco importa, in qualunque campo rotola un pallone e ci sono 22 uomini c'è sempre una storia da raccontare.