Gioco sporco: il calcio nei Panama Papers

C’era bisogno di ulteriori conferme per capire che il calcio non è più uno sport che esplica le proprie funzioni sul campo da gioco, bensì negli uffici? Lo scandalo Panama Papers, che ha coinvolto pesantemente il mondo del calcio, uccide definitivamente il concetto di sport.

Panama è uno degli stati più sviluppati del centro America, con 3.6 milioni di abitanti,  confina con la Colombia a sud e Costa Rica a nord. Panama figura nella lista grigia dell’OCSE assieme ad altri 13 paesi, sotto la voce tax heaven e centri finanziari. Il sistema finanziario è definito di tipo territoriale, per cui chiunque può aprire società offshore a Panama, allo scopo di non pagare le tasse sui guadagni ne avere restrizioni finanziarie. Da quanto emerso dall’inchiesta Panama Papers, sono figurano più di 200 mila società offshore  create dallo studio legale Mossack Fonseca, fondata nel 1977 da Jurgen Mossack e da Ramon Fonseca, con più di 46 uffici dislocati in tutto il mondo. Lo scandalo finanziario ha colpito i  vertici del Partito Comunista cinese, il premier inglese Cameron, il presidente ucraino Poroshenko e gli uomini del presidente russo Putin. Mentre le alte cariche politiche accaparrano scuse e cercano di prendere tempo, nella più civile Islanda, il primo ministro Sigmundur Gunnlaugsson si è dimesso.

Ma ora passiamo allo sport, e cominciamo con il piatto forte, con Lionel Messi, campione sul campo con la maglia del Barcellona, e egregio evasore fiscale. I Panama Papers sono la così detta cigliegina sulla torta dopo i guai con il fisco spagnolo, che ha chiesto per Messi 22 mesi di carcere, per l’evasione di 4.1 milioni di euro avvenuta fra il 2007 e il 2009, tramite società create in paradisi fiscali come Belize e Uruguay. Il processo per l’argentino inizierà il 31 maggio e i Panama Papers vanno ad aggravare ulteriormente la sua situazione. Dietro questi meccanismi è appurata la complicità del padre di Messi, per il quale il fisco spagnolo ha chiesto 18 mesi di carcere.
Appare ridicola la risposta dell’argentino di fronte le accuse “Io non guardo quello che firmo. Firmo quello che dice mio padre di firmare, non guardo né mi concentro né chiedo” rendendosi così complice nella sua assoluta noncuranza e ignoranza.
Da quanto emerso, i rapporti fra Messi e Panama sono iniziati nel 2012 con la creazione della società Mega Star Enterprises Inc

Come potevano le massime istituzioni calcistiche non essere coinvolte? Con stupore è emerso anche il nome di Gianni Infantino, il nuovo presidente della FIFA, l’uomo giusto per ripulire il calcio dopo l’oscura era Blatter. Tempo fa scrissi che caduto un Blatter ne sarebbe sorto un altro, non mi riferivo a Infantino, bensì alla figura di Salman, appartenente alla famiglia reale del Bahrain e presidente dell’AFC, federazione nella quale molteplici nazionali sono in mano ai bettyng syndacate. Mai avrei immaginato che il buon Infantino poche settimane dopo l’elezione si ritrovasse già con le mani sporche. La questione riguarda la vendita di diritti tv gestiti da società off-shore, in particolare destano attenzione i diritti della Champions League,  Coppa Uefa e Supercoppa Europea nei periodi 2003-2006 e 2006-2009,  acquistati dalla società Cross Trading per un importo pari a 111 mila dollari. Questa stessa azienda avrebbe poi venduto gli stessi diritti all’emittente dell’Ecuador Teleamazonas per un valore superiore di quasi tre volte (311 mila euro) rispetto a quanto speso in un primo momento. La società Cross Trading è una delle tante implicate nello scandalo FIFA che ha portato alle dimissioni di Blatter.
Negli ultimi giorni la polizia elvetica ha perquisito la sede della UEFA, per fare ulteriore chiarezza su una questione che (naturalmente) coinvolge anche Platini con la società Balney Enterprises Corp.
Nel frattempo l’osannato Infantino si è difeso con parole sterile, le solite di quando si è coinvolti in situazioni poco piacevoli, del tipo: “Non accetto che venga messa in dubbio la mia integrità” e “Sono pronto a collaborare”.

Non solo Messi, Infantino e la UEFA. I Panama Papers coinvolgono il mondo calcistico in maniera capillare, coinvolgendo circa 20 società di calcio come il Boca Junior, l’Inter e la Real Sociedad, ma anche grandi giocatori del passato come Heinze e Seedorf.
Infine, come non citare l’Italia, con ben 800 persone coinvolte, fra le quali, sorprendentemente, non figura (al momento) Silvio Berlusconi. Il nome di maggior spicco è quello di Montezemolo, attuale presidente del comitato promotore per i Giochi Olimpici di Roma 2024, non un nome che da fiducia dato che lo stesso, ha creato un immenso buco in bilancio dopo i mondiali italiani nel 1990. Non stiamo a fare i conti nelle gonfie tasche di Luca Cordero di Montezemolo, sottolineamo il fatto che al termine del mandato da presidente della Ferrari ha incassato 27 milioni di euro, che già basterebbero a vivere agiati per innumerevoli generazioni. Veramente c’era bisogno di evadere?

 

 

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Sono nato a Urbino il 2 maggio 1991. Nel luglio 2015 ho conseguito la laurea in Chimica e tecnologie farmaceutiche. Mi occupo di giornalismo sportivo con un'attenzione particolare al lato economico e allo sviluppo del calcio in Cina, che approfondisco nel mio Blog Calcio Cina. Nel febbraio 2016 ho pubblicato il mio primo libro: IL SOGNO CINESE, STORIA ED ECONOMIA DEL CALCIO IN CINA, il primo volume, perlomeno in Europa a trattare questo argomento. Scrivo anche di saggistica (sovversiva) per kultural.eu