TCE questa volta vi porta nel sud est asiatico, nelle Filippine, stato che presenta oltre 7.000 isole. Qui abbiamo incontrato (per via virtuale) Marielle Benitez, ex giocatrice e centrocampista della nazionale femminile, di cui è stata il capitano per ben otto anni. Ora Marielle allena squadre giovanili, ed è reduce da un torneo disputato in Giappone. L’ex capitano ci ha raccontato del suo paese e dello sviluppo del calcio femminile nelle Filippine.
Come mai hai iniziato a giocare a calcio solamente una volta entrata nell’High School?
Solo in quegli anni la mia scuola ha dato vita a un club calcistico. Ho sempre praticato sport sin da piccola, ho provato molte discipline come tennis, ginnastica, arti marziali, basket, nuoto, volley e Hockey subacqueo
Nel corso della tua carriera hai avuto l’opportunità di allenarti in Spagna, USA e Bolivia, quanto sono state importanti queste esperienze per te?
Sono state delle esperienze molto importanti. Mi hanno permesso di vedere il livello del calcio al di fuori delle Filippine e di partecipare a vari tipi di training program. Mi hanno insegnato molto, non solo per quanto riguarda le mie abilità calcistiche, ma ho imparato molto su me stessa, sulle persone e sulla cultura dei paesi che ho visitato. Ho condiviso questa esperienza con la mia famiglia, gli amici, e la squadra delle Filippine.
Come è vissuto il calcio femminile nelle Filippine, una nazione dove questo sport non è così popolare
Quando ho iniziato a giocare a calcio, molte ragazze non erano propense a cimentarsi, in quanto era visto come uno sport da maschi. Ora sempre più ragazze iniziano a giocare e a eccellere nel calcio, le persone possono apprezzare i benefici e i risultati conseguiti dal calcio femminile. Lentamente, ci sono sempre più opportunità per le ragazze brave a calcio, io e le mie compagne siamo state riconosciute per la carriera e diventate degli esempi per le giovani ragazze. C’è ancora molto lavoro da fare per promuovere il calcio femminile e incoraggiare le ragazze, ora che questa pratica è diventata più accettabile, ci sono sempre più opportunità
L’episodio più importante della tua carriera come calciatrice
Per me è sempre speciale il momento in cui gioco e rappresento il mio paese in competizioni internazionali, soprattutto da capitano. Uno dei momenti più memorabili è stato quando abbiamo partecipato ai SouthEast Asian Games che si disputavano priprio nelle Filippine. Era una sensazione fantastica correre per il campo e rappresentare il mio paese, di fronte la mia gente, la famiglia, tutti facevano il tifo per noi.
Ora sei allenatrice delle squadre nazionali giovanili, come è cambiato il sistema da quando hai iniziato a giocare?
E’ cambiato molto, specialmente per il calcio femminile. Quando ho iniziato a giocare a calcio avevo 13 anni e poche ragazze giocavano con me. Vi erano poche scuole e squadre. Oggi, con il calcio che è diventato più popolare nelle Filippine e la possibilità di accesso alle scuole calcio, le ragazze già a quattro anni praticano sport. Ci si sta concentrando sullo sviluppo interno, con l’organizzazione di tornei in tutto il paese. Il livello di gioco si è incrementato nei college, i match dei club e partite internazionali sono trasmessi nelle televisioni locali. Vi sono più opportunità nelle scuole, ora persino a 12 anni vi è la possibilità di rappresentare il proprio paese in tornei internazionali.
Oltre al calcio, sei anche un’artista della Bayanihan, la compagnia di danza nazionale delle Filippine, l’anno scorso una compagnia di rievocazione medievale, proveniente da San Marino, è giunta a Manila, che cosa hai imparato a proposito di quel paese?
E’ sempre un onore rappresentare il mio paese, quando mi esibisco con la Bayanihan è come giocare per la squadra nazionale. Le persone provenienti da San Marino, facenti parte del gruppo Olnano, sono state veramente ospitali. Condividiamo dei valori, proprio per questo un giorno mi piacerebbe visitare San Marino.
This time TCE brings you in the South East Asia, in the Philipphine, a state with more then 7.000 islands. Here we met Marielle Benitez, ex player and midfielder of woman national football team, where she was the captain for eight years. Marielle teaching football to Young players and with her team, recently played a tournament in Japan.
In this interview Marielle tells us about her country and the development of woman football in Philippines
Why you choosed to play football only at high school?
I started playing football in high school because that was the only time my school started a football club. However, I had always enjoyed playing sports when I was young. I’ve tried playing all kinds of sports like tennis, gymnastics, martial arts, basketball, swimming, volleyball, football and underwater hockey.
In Your carreer you had the chance to train in Spain, USA and Bolivia, how much where important those experience for you?
Training in Spain, USA and Bolivia were great experiences for me. It allowed me to see the level of football outside of the Philippines and participate in a different kind of training program. It was a very good learning experience for me. Not only did I develop my football skills and knowledge but also I also learned a lot about myself and the countries, the people and the culture of the places I visited. I was able to share these experiences with family, friends and teammates in the Philippines.
How is lived woman football in Philippine, a nation where football is not like so popoular?
When I started playing football, not a lot of the girls were encouraged to play the sport because football was seen as a man’s sport. However, as more and more girls enjoyed and excelled in playing football, many people saw the good benefits and results of women in football. Slowly, there were more opportunities being given to women who excelled in football. We were recognized for our achievements and became role models for the younger girls. There is still a lot of work to do to promote women’s football and encourage young girls to join football but it has become more acceptable and there are more opportunities now for women to play football.
The most important episode or part of your career as a player
I can say that it is always special every time I play and represent my country in international competitions, especially as a team captain. One of my most memorable experiences was when the Southeast Asian Games was held in the Philippines. It was an amazing feeling to walk out onto the pitch, to represent your country and to play in front of your countrymen, family and friends and all of them cheering for you and your team.
Now you are a coaching National football team, how young football development changed since you began to play?
It has changed a lot, especially for women’s football. When I started playing football, I was 13 years old, and not a lot of girls played the sport. There were very few schools that had football teams. Nowadays, with football becoming more popular in the Philippines and the increase in available football schools/clubs, girls as young as 4 years old, are already learning the sport. There is a lot of focus on grassroots development in the Philippines with tournaments all over the country. There are more football pitches available, more exposure to high-level competition with collegiate, club and international matches being shown on local television, more opportunities for educational scholarships and even opportunities to represent their country and play internationally at such a young age, as young as 12 years old.
You’re even Performing artist for the Bayanihan, the National Dance Company of the Philippies, last year a medieval company from San Marino went to Manila, tell me something about that experience, what do you know now about that country?
Yes, I also perform for the Bayanihan, the National Dance Company of the Philippines. Just like playing for the National Team for Football, it is always a big honor to represent your country. You learn about a country by their people and when I met our friends from the Olnano group, I learned that the people from San Marino were very hospitable, courteous and enjoyable to be with. They share very similar values to the Filipinos and that’s why I look forward to one day visiting San Marino.