Italia-Spagna è un’amichevole sì, ma ha un significato molto più ampio.
Arriva dopo due incredibili tragedie che si sono portate via molte vittime innocenti. Assurdo è stato l’incidente dell’autobus di Erasmus avvenuto nei pressi di Tarragona e in cui hanno perso la vita 13 studenti tra cui 7 italiane; ancora più inconcepibili sono stati gli attacchi terroristici all’aeroporto e nella metro di Bruxelles: per tutte queste vittime i giocatori hanno rispettato un minuto di silenzio e hanno indossato il lutto al braccio.
Ma la vita va avanti, malgrado il dolore nel cuore: si gioca allo stadio Friuli, stadio pieno e blindato.
Questa è la prima partita dopo la dichiarazione di Conte di lasciare la nazionale, visto l’accordo presumibilmente remunerativo raggiunto col Chelsea di Abramovich. Le parole dell’allenatore azzurro sono state chiare e laconiche: “Mi è stata chiarezza sin da subito e di conseguenza mi sono comportato. Ho dato l’ufficialità per permettere alla federazione di lavorare per tempo al fine di trovare un sostituto”. Tavecchio non risponde alle affermazioni del CT azzurro, che comunque suonano come un ammonimento ai patti non rispettati dalla Lega Calcio: Conte desiderava poter lavorare di più con i suoi giocatori, condizione fondamentale per infondere la sua mentalità vincente.
La conferma arriva anche dalle sue dichiarazioni a fine partita: “A dispetto della qualità della Spagna e di tutte le altre favorite, noi saremo squadra, avremo uno spirito da guerrieri. Gli italiani possono stare tranquilli a questo riguardo”. Avrebbe voluto vincere quantunque si trattasse di un’amichevole; sono pur sempre i campioni di Europa in carica che l’Italia non batte in amichevole dal 2011 e in un match ufficiale addirittura da USA ’94. All’epoca si giocarono i quarti di finale del mondiale americano e due reti dei due Baggio, Dino e Roberto, domarono la Spagna di Guardiola e Luis Enrique.
La partita ci mostra un’Italia che attacca gli spazi e che ha un grande cuore. Si inizia con un 3-52 che a tratti sembra la prima Juve di Conte, quella del miracolo scudetto. Nessuno mollava mai e alla fine della stagione il favorito Milan, più forte e più attrezzato rese le armi. Gli azzurri sono particolarmente cazzuti, proprio come il loro allenatore: Florenzi e Giaccherini percorrono tutta la fascia senza tirare mai il fiato, Thiago Motta mette ordine, Parolo interdice e Candreva osa come il suo solito. Lì davanti Pellé lotta e concede le sponde per i suoi compagni mentre Eder fa mostra di un grande cuore sebbene paghi il suo momento non brillante. Nella ripresa Candreva, Eder e Pellé fanno posto rispettivamente a Bernardeschi, Insigne e Zaza. La scossa è evidente: quei tre hanno talento e voglia di emergere. In particolare il centrocampista della Fiorentina, che alla forza fisica unisce l’irriverenza della gioventù e una tecnica molto solida. E’ il 22′ del secondo tempo quando dai suoi piedi parte il lancio illuminante per Giaccherini che di prima dalla sinistra mette al centro. Lorenzino Insigne è lì, pronto ad appoggiare in rete, confermando la crescita di personalità intrapresa quest’anno. Ricordiamo che, al Napoli, uno come Mertens, nazionale belga e più eseperto di lui, è la sua riserva. Per il fantasista napoletano è una piccola rivincita sul portiere dello United. Nel 2013 De Gea era il portiere dell’Under 21 campione d’Europa, che vinse per 4-2 in finale sugli azzurrini di Mangia. In quell’occasione, a fare la differenza, fu la maggiore esperienza internazionale degli iberici.
Orfano di Chiellini, Marchisio, Barzagli e Verratti, Conte coglie l’occasione per far fare un po’ di esperienza internazionale a tanti dei suoi nuovi ragazzi.
Sfortunatamente, solo 6 minuti dopo, le furie rosse agguantano il pareggio con un’azione viziata da un fuorigioco di Aduriz. L’Italia ci prova ancora, con un magistrale pallonetto di Insigne. Non riesce comunque ad avvicinarsi perché i veterani Ramos e Piqué fanno buona guardia.
Finisce 1-1 ma ai punti l’Italia vince: meritati gli applausi dello stadio Friuli. Gli azzurri dominano il centrocampo spagnolo, privo dell’illusionista Iniesta, ma pur sempre con Mata, Fabregas e Thiago Alcantara.
Le favorite per Euro 2016 sono la Francia che ospita il torneo, la Germania campione del mondo in carica, il Belgio che si ritrova un cumulo di talento incredibile e appunto la Spagna. Ma se guardiamo nel fondo degli occhi di Conte, durante l’intervista a fine partita, li vediamo brillare. Sicuro del lavoro che fa e della dedizione che ci mette, se la ride sotto i baffi; perché lui gode di non essere il favorito, gode che si parli della sua nazionale come di una squadra che vada in Francia per cavarsela. Tutto ciò per lui è solo una grande opportunità di stupire tutti, con cuore, grinta e presenza di spirito. Perché gli uomini di Conte corrono fino a sfinirsi e non mollano mai. Alé Italia.