Qualificazioni ai mondiali: colpaccio dell’Argentina in Cile, la Colombia passa in Bolivia, solo pareggi per Ecuador e Perù

Quinta giornata delle qualificazioni sudamericane per Russia 2018, nel match clou fra Cile e Argentina, replay della finale di Copa sudamericana, l’albiceleste ottiene un importantissimo successo con il quale da slancio alla propria classifica.
Rocambolesca vittoria per la Colombia, che si fa rimontare dalla Bolivia i due gol di vantaggio per poi trovare i tre punti all’ultimo secondo. Prima battuta d’arresto per l’Equador, che pareggia in casa contro il Paraguay.

Cile-Argentina 1-2


Nello stadio simbolo della cavalcata vincente della nazionale cilena nell’ultima Coppa America, l’Estadio Nacional di Santiago, l’Argentina arriva per vendicarsi della finale persa ai rigori e riesce a portare a casa i 3 punti.
Il tridente proposto dal “Tata” Martino è Di Maria-Aguero-Messi, non c’è spazio per mister 29 gol Gonzalo Higuain. Il Cile non si scompone, però, di fronte a cotanta potenza di fuoco e gestisce la partita sin dall’inizio, supportato dal pubblico di casa.
Quando, al 10′, Felipe Gutierrez trova il gol di testa su corner di Orellana lo stadio esplode in un boato e sembra prepararsi ad un’altra nottata indimenticabile contro i rivali albicelesti. Troppo presto.
L’Argentina, smarrita in avvio di gara, si ritrova non appena subito lo schiaffo e fa quadrato attorno alle giocate di Messi e Di Maria. Meno nel vivo del gioco Aguero, che funge da punta centrale e viene poco servito.
Al 20′, col Cile temporaneamente in 10 per l’infortunio occorso a Diaz, Ever Banega si intestardisce in una serie di dribbling al limite dell’area, fino a che la palla gli si allunga e funesto arriva Di Maria, dal nulla: destro a giro e pareggio.
Passano 5 minuti e stavolta è Messi che prova a sfondare in area, Isla nell’estremo tentativo di bloccarlo all’ingresso dell’area piccola gli tocca il pallone, ma altro non fa che alzare la sfera servendola come fosse un assist per il destro al volo di Mercado che vale il sorpasso: 2-1.
Il Cile subisce il contraccolpo psicologico della rimonta-lampo subita e si espone alle folate di Di Maria e Messi, ma la difesa regge e sul finire del primo tempo è ancora Felipe Gutierrez a sfiorare il gol con una sventola di destro da fuori che finisce di un nulla sopra la traversa.
Nella ripresa, l’Argentina dei 3 tenori davanti, non fa altro che aspettare nella propria metà campo e tentare di colpire in contropiede. Quasi uno spreco di talento, verrebbe da dire, con così pochi palloni giocabili.
Il Cile fa la partita ed incrementa il ritmo, Beausejour e Orellana sulle fasce seminano il panico, Sanchez quando riceve nei pressi dell’area di rigore ha le movenze del felino pronto a tendere l’agguato decisivo, ma difetta di precisione.
“El Kun” Aguero, in ombra per gran parte del match, si accende al 65′ con un bel dribbling seguito dal destro a giro largo di poco, ma il suo destino è già segnato e di lì a breve sarà sostituito dal “Pipita” Higuain.
Un’altra conoscenza del calcio italiano viene gettata nella mischia dall’altra parte: è Pinilla, il quale non fa in tempo a prendere posizione che ha già preso un esterno della rete e mancato di poco una deviazione aerea a due passi dalla riga di porta su traversone del solito Orellana.
Al 76′ l’Estadio Nacional trema, ma di disappunto: la bomba di Silva dalla lunghissima distanza non può essere che osservata da Romero immobile. Peccato che lambisca il palo e finisca la sua corsa contro i cartelloni pubblicitari.
Nel finale l’assedio non c’è, la squadra di Pizzi, all’esordio sulla panchina cilena in gare ufficiali dopo la dipartita di Sampaoli, non ne ha più e l’Argentina può permettersi il lusso di togliere dal campo un immenso Di Maria in luogo di un dimesso Lavezzi, ombra del “Pocho” che fu alle pendici del Vesuvio.
Al 91′ l’ultima grande occasione, una punizione dal limite, viene sprecata dal “Nino Maravilla” Sanchez ed il Cile capitola.
Grande vittoria per la squadra di Martino, seppure non condita da una prestazione eccellente. A centrocampo mancava Mascherano, ma Kranevitter si è dimostrato un degno sostituto in fase difensiva. Quel che è mancato è stato un gioco fluido ed un centrocampo più intraprendente. Colpa di un Banega a corrente alternata e di un Biglia decisamente sottotono.
Juan Antonio Pizzi esordisce male nel girone di qualificazione, ma questo Cile ha un’identità ben precisa e tutte le carte in regola per rientrare nelle posizioni buone per staccare il pass per la fase finale.

Bolivia-Colombia 2-3
La Colombia vince in trasferta a La Paz, ma soffre fino all’ultimo secondo di gara. Dopo aver racimolato la miseria di 4 punti nelle prime 4 partite la squadra di Pekerman sembra avere la strada spianata per il secondo successo del girone di qualificazione quando il primo tempo si chiude sul 2-0 in suo favore: prima Bacca serve James Rodriguez che infila il portiere avversario con un diagonale mancino, poi i ruoli si invertono e la punta del Milan, ancora di sinistro ad incrociare, segna il suo primo gol ufficiale con la maglia della propria nazionale (finora lo aveva fatto solo in amichevole).
I 3.600 metri di altitudine della capitale boliviana si fanno sentire prima o poi e, contro una squadra i cui 10 undicesimi giocano in patria e sono perciò abituati, è facile incappare in un momento di apnea.
Alla Colombia capita ad inizio ripresa, complice anche l’impatto del neo entrato Duk. Prima conquista un rigore per fallo di mano di Murillo su suo colpo di testa. Arce non erra ed è 1-2. Poi l’attaccante in prestito ai New York Cosmos recupera palla sulla fascia con un contrasto ai limiti del regolamento su Murillo e serve Chumacero al limite dell’area. Bomba di destro ad incrociare, 2-2 e palla al centro. Tempo di battere dal cerchio di centrocampo ed ancora Duk sfiora il 3-2 di testa, Ospina vola ed evita la debacle.
Nei minuti finale la Colombia si getta in avanti e, dopo l’errore di Muriel a tu per tu col portiere all’89’, Cardona, servito sulla destra dopo una grande azione di Marlos Moreno, insacca di destro sul primo palo a 2 minuti dal termine del recupero. 3 punti d’oro per la Colombia che si rimette in carreggiata per la qualificazione. La Bolivia ha praticamente regalato un tempo, ma nella ripresa si è fatta valere ed ha lottato fino alla fine, sfiorando anche il bersaglio grosso della vittoria.

Ecuador-Paraguay 2-2
Atmosfera elettrica all’Estadio Atahualpa di Quito per la partita della nazionale di casa, in testa al girone sudamericano di qualificazione ai mondiali con 12 punti in 4 partite. La cavalcata vincente partita col successo per 2-0 in trasferta contro l’Argentina sembra poter agevolmente proseguire quando il predominio dell’Ecuador porta al 20′ al gol del vantaggio con Enner Valencia che ribadisce in rete la traversa colpita da Noboa.
Sembrerebbe una partita in discesa per la squadra di Quinteros, ma la gestione del risultato non è il suo forte e sul finire del primo tempo ecco che concede il pari in contropiede al Paraguay: Benitez, lanciato sulla sinistra, anticipa l’uscita del portiere servendo a Lezcano l’assist per il facile tap-in a porta vuota.
Nel secondo tempo stesso copione: palla sempre tra i piedi degli ecuadoregni, che fanno partire le loro azioni impostando direttamente con i difensori centrali, ma ancora una volta prendono gol in contropiede. Stavolta l’azione nasce direttamente da uno spazzone lungo dalla difesa sul quale si avventa Lezcano. Il giocatore dell’Ingolstadt, dopo aver controllato il pallone, trova il pertugio in mezzo ai due centrali avversari e lascia partire il destro in diagonale che porta in vantaggio gli ospiti.
La partita diventa un assedio alla porta di Villar, ma per trovare il pari serve un colpo di genio di Noboa al 92′, uno scavetto dal limite dell’area a servire l’accorrente Mena che, presa in controtempo la linea difensiva, fredda il portiere avversario con un pallonetto.
Passo falso dunque dell’Ecuador che, anche alla luce di quanto visto oggi in campo, avrebbe meritato ben più di un pareggio. Il Paraguay, d’altro canto, ha sfiorato il colpaccio ed esce da Quito con l’amaro in bocca per il pari subito nel finale, sebbene una vittoria sarebbe stata palesemente immeritata.

Perù-Venezuela 2-2
Il Perù riceve il Venezuela ultimo in classifica a 0 punti ed ha la ghiotta occasione di trovare il secondo successo in queste qualificazioni ai mondiali dopo quello col Paraguay del novembre scorso.
La squadra di Gareca parte bene e prova a fare gioco, ma il Venezuela, lungi dal voler recitare il ruolo della classica cenerentola, impensierisce più volte la retroguardia peruviana in contropiede.
Alla mezz’ora sono più le occasioni gol create dagli ospiti che quelle dei padroni di casa e la difesa del Perù comincia a risentirne, fino a che commette la sciocchezza che vale il rigore del vantaggio ospite. Juanpi viene atterrato in area dopo essere scappato via con un buon controllo, l’arbitro fischia e Otero spiazza Gallese dagli 11 metri per l’1-0.
Da qui in avanti è un monologo venezuelano e nemmeno l’intervallo riesce a far rinsavire i padroni di casa. Tant’è che al 57′ Juanpi pennella un corner sul secondo palo e Villanueva in corsa insacca il 2-0 con un gran sinistro al volo.
E’ buio pesto per il Perù, ma Gareca ha il colpo di genio: fuori due colonne della nazionale come Farfan e Pizarro, dentro Flores e Ruidiaz. E’ la mossa che cambia la partita.
Ruidiaz non fa in tempo a trovare la sua posizione in campo, che ha già offerto l’assist di testa a Guerrero per l’1-2 che capovolge l’inerzia del match.
Il Perù spinge, ma nel finale sembra sulle gambe. Ci pensano, al 94′, i due nuovi entrati: Flores se ne va sulla sinistra e crossa al centro, Ruidiaz anticipa tutti di testa e fa 2-2.
Dunque la formazione di Gareca si salva in extremis, ma il pari in casa con il Venezuela non è esattamente il risultato che ci si attendeva da questa partita. Venezuela, che finalmente batte un colpo e conquista il primo punto, la squadra è viva, combatte, ma per rientrare anche solamente nella lotta agli ultimi posti disponibili per Russia 2018 sarà durissima.

Bolivia-Colombia 2-3 (10′ James Rodriguez, 41′ Bacca, 50′ rig. Arce, 63′ Chumacero, 92′ Cardona)
Ecuador-Paraguay 2-2 (20′ Enner Valencia, 38′ Lezcano, 59′ Lezcano, 92′ Mena)
Cile-Argentina 1-2 (11′ Felipe Gutierrez, 20′ Di Maria, 25′ Mercado)
Perù-Venezuela 2-2 (33′ rig. Otero, 57′ Villanueva, 61′ Guerrero, 94′ Ruidiaz)

Classifica: Ecuador 13, Uruguay 9, Paraguay e Argentina 8, Brasile, Cile e Colombia 7, Perù 4, Bolivia 3, Venezuela 1 (Uruguay e Brasile con una partita in meno)

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.