Manchester United-Southampton 0-1: decisivo il neo acquisto Austin, stavolta l’episodio condanna i Red Devils

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Si giocasse in purgatorio, sarebbe campo neutro; invece Red Devils e Saints si affrontano al Theatre of dreams di Manchester, l’Old Trafford.
United-Southampton è anche il derby olandese degli allenatori con Ronald Koeman che ritrova Louis Van Gaal, al quale fece da assistente insieme a Mourinho e Villas Boas nel Barcellona.
Assetti tattici diversi per i due: 4-2-3-1 per i diavoli rossi, 3-4-3 per i santi.
Schweinsteiger non ce la fa e Fellaini deve fare ancora gli straordinari davanti alla difesa, mentre il giovane Borthwick-Jackson prende posizione come terzino sinistro dopo che gli infortuni hanno decimato i laterali di difesa dei padroni di casa.

Dall’altra parte nuvole nere per il “nostro” Graziano Pellè. A parte l’infortunio al ginocchio che lo tiene fuori dalla rosa dei convocati, il nuovo assetto tattico presentato da Koeman nelle ultime gare non può prescindere da una punta di movimento come Shane Long, che infatti parte titolare anche oggi.
A peggiorare ulteriormente le cose ci ha pensato il mercato, che ha portato in Hampshire Charlie Austin, attaccante inglese con caratteristiche tecniche molto simili all’italiano e che dunque potrebbe ulteriormente decretarne la discesa ai margini delle scelte di formazione.

Il primo tempo scorre via senza troppi squilli, non si capisce bene se le squadre passino più tempo a studiare l’assetto tattico avversario o il proprio. Le difese temono gli attaccanti veloci e rimangono piuttosto basse, con i centrocampisti difensivi (Schneiderlin e Fellaini da una parte, Wanyama e Clasie dall’altra) a copertura ed i reparti offensivi abbandonati a se stessi.
A soffrirne maggiormente è il trio Manè-Long-Tadic degli ospiti, che riesce raramente ad entrare nel vivo del gioco e praticamente mai a dialogare con il resto della squadra.
Rooney ci mette la buona volontà, ma a metà gara il pubblico rumoreggia variando a seconda dell’umore individuale dall’incitamento puro alla richiesta veemente di più tiri in porta.
Nel secondo tempo il ritmo si alza: Van Gaal inserisce Mata per vivacizzare l’attacco, togliendo Fellaini ed arretrando Herrera, i Saints reggono botta ed hanno più spazi per ripartire.
Al 58′ Darmian, l’ultimo dei Mohicani ovvero l’unico superstite tra i terzini di ruolo della prima squadra dello United, finisce a terra dopo uno scontro con Long. La sostituzione con McNair decreta l’estinzione della specie.

Koeman, al contrario del collega, rinforza il centrocampo mettendo Romeu e Ward-Prowse in luogo di Clasie e Tadic,varando così il 3-5-2 con Mané seconda punta.
Non manca sicuramente l’intensità, il pubblico spinge i suoi e lo United prova a sfondare. I Saints, guardinghi, non lasciano mai una conclusione facile all’avversario e col fraseggio in mezzo al campo provano di tanto in tanto a ripartire in velocità.
Al 79′ entra in campo Charlie Austin, dando finalmente sfogo all’ovazione del pubblico ospite che fremeva nell’attesa del nuovo acquisto. Ed aveva ragione.

In una partita combattuta, maschia, ma senza ragguardevoli possibilità di arrivare comodamente al tiro, una punta di peso è quel che serviva per sfruttare l’episodio, la palla inattiva, il corner e strappare tre punti all’Old Trafford per il secondo anno consecutivo.
Tempo 8 minuti e la profezia è realtà: punizione da posizione laterali di Ward-Prowse, testa di Austin perso in marcatura da McNair, 1-0 ospite, game, set and match.

Chi di episodi punisce (vedi 1-0 di Liverpool) di episodi perisce. Lo United di Van Gaal non migliora nel suo gioco offensivo e non è una novità. Nelle ultime gare era bastato Rooney, ma se il capitano non segna sono dolori.
Manca imprevedibilità, genio, ma anche meccanismi offensivi, triangolazioni veloci, movimenti senza palla.
Con la vittoria del Tottenham la zona Champions sia allontana (ora è a 5 punti) e la situazione torna pesante come a dicembre. L’anno scorso fuori dalle coppe, quest’anno fuori dalla Champions nei gironi. Per i Red Devils, squadra inglese con la maggiore tradizione europea assieme al Liverpool, questo score è inaccettabile.

C’è ancora poco più di una settimana di mercato e forse qualcuno potrebbe arrivare; a questo punto sembra incredibile rimanere così scoperti in ruoli chiave come una punta da mettere a fianco o utilizzare in alternativa a Rooney, un centrocampista capace di evitare a Fellaini o Herrera di fare gli incontristi e uno o più terzini in un reparto martoriato dalla sfortuna.
Per i Saints invece Austin e il successo di oggi potrebbero essere finalmente la svolta positiva in un’annata finora né carne né pesce. Ora a Koeman serve continuità, ma oggi senza dubbio i Saints sono ritornati momentaneamente in paradiso, spingendo nuovamente i Red Devils all’inferno.

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Cresciuto a pane e telecronache delle proprie partite con le figurine Panini sul campo di Subbuteo, sviluppa una passione viscerale per il calcio, che si trasforma presto in autentica dipendenza. Da sempre dalla parte degli underdog, non scambierebbe mai 1000 vittorie da cowboy con un unico grande successo indiano sul Little Bighorn. Tra una partita e l'altra, trova il tempo per laurearsi in economia, Tuttocalcioestero gli offre l'occasione per trarre finalmente qualcosa di buono dalla sua "malattia" per il pallone, strizzando l'occhio al sogno nel cassetto del giornalismo di professione.