Il prossimo 20 gennaio l’Union Berlin festeggerà i suoi primi 50 anni di storia. Riviviamo assieme alcuni aneddoti particolari legati alla squadra dissidente dell’ex Germania Est.
Nell’articolo precedente vi avevamo detto di tenere a mente i nomi di Wolfgang Wruck, Ulrich Prüfke e di Rafael Quest. Il libero, il capitano e l’attaccante. Loro tre sono stati immortalati in una delle rarissime immagini nelle quali è possibile vedere i giocatori dell’Union Berlin alzare un trofeo al cielo. Con una serie di trionfi centellinati e annacquati da batoste e scoppole, l’anno 1967-1968 rappresenta un unicum nel mezzo secolo di vita della squadra tedesca. La stagione, infatti, si concluse con la vittoria della FDGB-Pokal, la coppa della Germania Est, con una vittoria in rimonta per 2-1 contro l’FC Carl Zeiss Jena, vincitore del campionato DDR-Oberliga.
L’euforia, attorno al match, era esagerata: se si pensa che la società era rinata solo due stagioni prima, la possibilità di giocarsi subito un trofeo prestigioso, elettrizzò tutto l’ambiente. In più, nella semifinale, l’Union Berlin buttò fuori il più strutturato e antipatico Vorwärts Berlin. Così, il 9 giugno 1968, 2000 berlinesi scesero nella città di Halle, città della Sassonia, e si diressero allo Kurt-Wabbel-Stadion, teatro della finale. Ma si giocava contro i campioni nazionali e l’inizio, come spesso accade ancora oggi, fu catastrofico: passarono appena 30 secondi di gioco e il Carl Zeiss Jena passò in vantaggio. L’attaccante Krauß approfittò di una voragine difensiva e dai 16 metri insaccò il pallone all’angolino destro. Tutto lasciava presupporre ad un finale scontato con l’Union che si calava nei panni di sparring partner pronto a incassare svariati cazzotti, ma l’evoluzione del match fu differente.
Lo spirito combattivo e di ferro, da veri Eisern, destabilizzò il club della Turingia: l’allenatore berlinese Schwenzfeier aveva chiesto al centrocampista Prüfke di ostacolare in tutti i modi il suo omologo Ducke e grazie a questa mossa, i rosso-bianchi vinsero la partita di scacchi. Al 29’, il momento chiave dell’incontro: l’attaccante della formazione di Berlino, Hoge, crossa un pallone in area di rigore, sul quale, sciaguratamente interviene Brunner che tocca la sfera con la mano. Calcio di rigore e pareggio realizzato da Uentz con un tiro a metà altezza sulla destra. E’ il colpo che destabilizza il gigante che da quel momento non si è più ripreso dallo shock. Nel secondo tempo, infatti, tutti erano convinti nella rimonta dell’Union Berlin che, puntualmente, avvenne al 63’ con la rete di Quest.
Al triplice fischio finale, dal terreno di gioco, i calciatori entrarono direttamente nella storia: Prüfke e Quest sollevarono la maestosa coppa (che nelle varie edizioni ha cambiato look) con accanto, sulla sinistra, il libero Wruck sorridente. A mezzanotte, quando il treno coi tifosi arrivò nel quartiere di Oberschöneweide (nel distretto di Treptow-Köpenick, vera base dell’Union Berlin), una marea di bandiere e striscioni rossi e bianchi girarono per la città. La mattina dopo, il sindaco di Berlino, Herbert Fechner, ricevette la squadra nel Roten Rathaus, il municipio rosso. Un’emozione davvero irripetibile; solo nel 1985-1986, l’Union arrivò ad un passo dal successo, ma in finale, questa volta non ci fu storia: perse 5-1 contro il Lokomotive Leipzig e fu l’ultimo tentativo prima della scomparsa della FDGB-Pokal nel 1991.
Fonte: Berliner Kurier