Il prossimo 20 gennaio l’Union Berlin festeggerà i suoi primi 50 anni di storia. Riviviamo assieme alcuni aneddoti particolari legati alla squadra dissidente dell’ex Germania Est.
L’attuale inno dell’Union Berlin è un piccolo grande capolavoro culturale: scritto e cantato da Nina Hagen, icona rock, punk e pop di Berlino Est a partire dagli anni ’70, il brano si carica di tutta la tradizione ribelle, energica e rockeggiante della squadra rosso-bianca tedesca. “Eisern Union!” (Unione di ferro), il nome della canzone, però, è anche il titolo del primo, storico, inno del club berlinese. Scritto nell’aprile del 1967, il pezzo fu una creazione nata dalla collaborazione tra lo speaker radiofonico Hans-Georg Herde che si occupò del testo e il compositore Martin Möhle che incise le note. Con suoni e parole inizialmente improvvisate, l’inno è stato pian piano modificate e reso orecchiabile. Due versi e un coro, niente di più efficace e diretto.
Provato, inizialmente, su un pianoforte a coda, l’inno, poco tempo dopo, ha avuto il suo battesimo proprio all’interno dello stadio An der Alten Försterei: giovani, anziani, figli e genitori, tutti si stringevano in coro per gridare “Eisern Union!”. Una consuetudine che è rimasta solida negli anni come marchio indelebile dello spirito che aleggia attorno alla squadra. «Allo stadio regna una vera atmosfera di calcio. Ma è merito dei giocatori o degli spettatori? No, è merito dei giocatori E degli spettatori», si legge in una delle prime edizioni della rivista Union-Informationen. Era chiaro: la nuova canzone avrebbe dovuto contribuire ad unire ancor di più le famiglie e il calcio. Un simposio che dolcemente scivola via da 50 anni sulle note create da Hans-Georg Herde e Martin Möhle e seguite da quelle di Nina Hagen.
Fonte per l’articolo: Berliner Kurier