Dopo il Tottenham, a Vicarage Road tocca al Manchester City. I tifosi di casa ricordano ancora bene come si è concluso l’ultimo match, una lotta 10 contro 11 di fronte ad un avversario certamente più quotato, ma che è riuscito a passare solo all’ultimo minuto con un gol geniale quanto immeritato del coreano Son.
Quique Sanchez Flores confessa di aver visto suo figlio in lacrime dopo quel gol, ma aggiunge di aver trovato in pochi secondi almeno 10-12 valide ragioni per essere felici di questo Watford. In primis l’affetto dei fan, dimostrato anche dagli scroscianti applausi dopo la sconfitta, la posizione in classifica, certamente al di là di ogni più rosea aspettativa, ed il bel gioco, sintomo che le vittorie non tarderanno ad arrivare.
Il Manchester City si presenta al primo match di gennaio e Pellegrini viene immediatamente incalzato dalla stampa inglese sui possibili obiettivi di mercato. Il manager cileno glissa affermando di avere una organico al completo (con tutto quel ben di Dio speso in estate!), ma suonerebbe davvero strano vedere una finestra di mercato col City totalmente inattivo.
La squadra era stata allestita per vincere e, con la crisi di United e Chelsea, ci si poteva aspettare una fuga già ben avviata a questo punto della stagione. Invece i Citizens rincorrono Arsenal e Leicester, avendo dimostrato enormi limiti anche in quei reparti più intensamente toccati dagli acquisti di luglio e agosto.
La difesa soprattutto, senza Kompany infortunato (ne avrà ancora per altre 4 settimane), è un colabrodo nonostante la coppia Otamendi-Mangala sia costata complessivamente più di un Ibrahimovic e leggermente meno di un Bale o di un Neymar.
Al via gli ospiti partono col freno a mano tirato, una consuetudine ormai in trasferta. Gli uomini di Pellegrini sembrano una di quelle gang del quartiere che si sente padrona della propria strada, ma si smarrisce completamente appena portata lontana dal suo isolato (ultima vittoria esterna a settembre).
Il Watford spinge col suo 4-4-2 di sostanza, sorretto da un maestoso Capoue al centro del campo e forte degli sprazzi offensivi di bomber Ighalo, sempre più confidente nei propri mezzi.
Non ha paura di Otamendi e lo salta facile con una giravolta in velocità dopo aver ricevuto spalle alla porta (Hart salva in uscita), ma anche Mangala non lo intimorisce e, a forza di spallate, riesce a farsi valere, rubandogli palla o portandolo più volte all’errore in fase di disimpegno.
Tre gare in 7 giorni con 9 effettivi sempre presenti cominciano a far sentire le gambe pesanti agli Hornets, che dopo una ventina di minuti da assoluti padroni lasciano campo alle iniziative del sempre ispirato De Bruyne e del timido Silva.
Sono i tre campioni Yaya Touré, Silva e Aguero le più grandi delusioni del primo tempo per il City. Il primo ormai gioca in maniera eccessivamente statica, anche se l’impressione è che cerchi di gestirsi per essere più incisivo nella seconda parte di gara, cosa già successa nelle scorse partite. Silva invece ci mette buona volontà, ma i suoi guizzi non fanno sempre breccia.
Britos e Cathcart aggrediscono Aguero in ogni zona del campo e questo rende la vita estremamente difficile al talento argentino, evidentemente non ancora al 100%.
La sfuriata dei Citizens comunque dura l’arco di una decina dei minuti, poi la gara si spegne nell’attesa del fischio che pone fine al primo tempo.
Nella ripresa si riprende il copione daccapo, col Watford a mettere pressione nei primi minuti ed il City timidamente rintanato nella sua metà campo. De Bruyne e Sterling provano a variare la trama con qualche ripartenza in più, ma al 55′ il “colpo alla Watson” porta avanti gli Hornets.
Contro il Tottenham Watson aveva tentato il gol direttamente da corner per ben due volte ed in entrambe le occasioni Lloris si era dovuto superare per evitare il peggio, anche grazie all’aiuto della goal line technology.
Hart non è così fortunato, perché sulla letale traiettoria del centrocampista giallo-nero si inserisce Kolarov che devia leggermente di testa impedendogli di intervenire. E’ 1-0.
Il City accusa il colpo, Pellegrini inserisce Navas per un non troppo brillante Sterling, ma non riesce a prendere le redini del gioco e a far girare l’inerzia del match.
La squadra ospite va avanti a folate, per la forza dei suoi elementi individuali, soprattutto con De Bruyne e i terzini Kolarov e Sagna.
Il Watford comincia ad andare in affanno intorno al 70′ e cinque minuti dopo il tecnico cileno dei Citizens getta nella mischia un attaccante in più, Bony, per un difensore in meno, Mangala.
Tutto sommato gli Hornets sembrano reggere, anzi, al 78′ Capoue sfiora persino il 2-0 dopo un’azione insistita che lo porta a tu per tu con Hart.
La maledizione dei minuti finali, però, non perdona la squadra di Quique Sanchez Flores. Prima Touré, lasciato incredibilmente solo sul primo palo, gira in rete di sinistro da corner di Kolarov, andando a legittimare una prestazione più che pessima fino a quel punto, poi Aguero incorna un traversone al bacio di Sagna ribaltando il punteggio: 1-2.
Il canto del cigno spetta ad Ighalo che con una girata in area impegna Hart all’88’, ma anche oggi finisce male a Vicarage Road e Quique Sanchez Flores avrà di nuovo il suo da fare per consolare suo figlio perché di nuovo la squadra non avrebbe affatto meritato di perdere. Anche il pareggio sarebbe andato stretto agli Hornets.
Il Watford paga evidentemente dei cali nel finale, ma non si tratta di una scarsa tenuta fisica, perché contro il Tottenham la squadra ha retto quasi un tempo in 10 contro 11, mentre oggi il City non è sembrato per nulla superiore atleticamente; il problema semmai è mentale.
Si tratta evidentemente di cali di tensione, che si concretizzano in errori banali, di distrazione, da parte della retroguardia e che contro squadre titolate e piene di campioni non possono che essere pagati a carissimo prezzo.
Pellegrini si salva, torna a vincere in trasferta dopo 4 mesi e soprattutto rispetta la tabella di marcia rimanendo incollato all’Arsenal ed al Leicester.
Con i Foxes in calo, il discorso per il titolo sembrerebbe restringersi a Gunners e Citizens, con il Tottenham alla finestra ad aspettare un eventuale crollo.
Considerati il potenziale della rosa, la capacità di spesa sul mercato (checché ne dica Pellegrini) e la posizione attuale in classifica, è davvero difficile non pensare al Manchester City come alla favorita numero uno per la vittoria della Premier, nonostante ogni sua prestazione finora sia finita quasi sempre col far aumentare i dubbi, anziché dissiparli.
Watford-Manchester City 1-2 (55′ aut. Kolarov; 82′ Touré, 84′ Aguero)