Champions League, Roma-Bate Borisov 0-0
Doveva essere la serata della svolta giallorossa, quella in grado di cancellare un momento decisamente buio, come testimonia il magro bottino colto dalla squadra di Garcia nelle ultime quattro partite: due pareggi e due sconfitte. Il tutto, purtroppo, condito da un gioco che definire pessimo è riduttivo. Doveva essere, ma così, nonostante la qualificazione agli ottavi, non è stato. La Roma, infatti, ha offerto una prova scialba e priva di mordente, leggermente mitigata da un buon avvio di ripresa, dove De Rossi&C. hanno confezionato due nitide palle-gol fallite da Dzeko (clamorosa a tu per tu con Chernik) e Florenzi. Roma timorosa, compassata nella costruzione del gioco e poco produttiva nella manovra offensiva, complice anche un Garcia decisamente testardo nel proporre un 4-3-3 creato su misura per Totti e non certo per Dzeko, con esterni molto larghi e poco propensi al dialogo con la punta bosniaca, apparsa oggi, però, troppo imprecisa sotto porta e in alcuni controlli. Un Dzeko comprensibilmente demoralizzato da una squadra che, per caratteristiche, non gli appartiene. Giocare con Iturbe, oltretutto, non lo agevola di certo. Anche stasera, l’argentino – costato 30 milioni solo un anno e mezzo fa – ha dimostrato perché il Porto, società che valorizza i giovani talenti, non ha creduto nelle sue doti, che mal si abbinano ad una grande squadra; non è casuale che nel neo-promosso Verona di Mandorlini, squadra che giocava di rimessa, Iturbe abbia fatto sfracelli. La Roma, è la seconda grande squadra dove Iturbe sta fallendo miseramente. Ed un motivo, volente o nolente, ci sarà.
Il primo tempo dei giallorossi è stato qualcosa di inenarrabile. Una squadra senza capo né coda, incapace di costruire una sola palla-goal da azione manovrata (nei primi 45 minuti si è resa leggermente pericolosa solo con una punizione dai 25 metri di Pjanic) e giustamente fischiata da un Olimpico che, come da tradizione ormai acquisita, presentava ampi spazi vuoti. Leggermente meglio la ripresa, specie nei primi dieci minuti. Ma a conti fatti, i giallorossi hanno creato quattro nitide occasioni per sbloccare il match contro le due, ancora più clamorose, occorse al Bate Borisov. E se la Roma accede agli ottavi di finale di Champions League dopo cinque anni, il merito va ascritto soprattutto a Szczęsny, criticato – a ragion veduta – per diversi errori commessi in questo primo scorcio di stagione (disastroso proprio all’andata contro il Bate) ma stasera decisivo con due interventi miracolosi. Alla fine, come si suol dire, tutto è bene quel che finisce bene. Ma qualificarsi con soli sei punti, grazie alla classifica avulsa, dopo aver vinto solo uno dei sei incontri del girone di qualificazione, deve far riflettere attentamente. E se i numeri non bastano, vengano in soccorso gli occhi: questa Roma, ahinoi, è brutta da non crederci.
Champions League, Bayer Leverkusen-Barcellona 1-1
Non è bastato un grande cuore, e una quantità enorme di occasioni da goal, per superare l’ostacolo Barcellona: il Bayer Leverkusen, a differenza dalla scorsa annata, interrompe il proprio cammino in Champions alla fase a gironi e retrocede in Europa League, dove proverà a proseguire il proprio cammino europeo. La squadra di Schmidt, protagonista fin qui di una stagione al di sotto delle aspettative anche in Bundesliga, esce a testa alta e col rimpianto di aver commesso qualche passaggio a vuoto nel proprio cammino nella coppa dalle grandi orecchie (uno su tutti, il primo tempo dell’Olimpico nel match contro la Roma). Stasera, francamente, non si poteva chiedere di più alle Aspirine, generose e volonterose come raramente in questa stagione. Partiti a razzo, i rossoneri, al ventesimo, subiscono il goal del Barça per mano di Messi, che dribbla Leno e deposita il pallone in rete. Il Bayer, però, reagisce immediatamente. E dopo solo quattro giri di lancette, pareggia i conti: Mehmedi serve un pallone per Hernandez, che fulmina Ter Stegen con un sinistro velenoso. Il primo tempo regala emozioni a rotto di collo. Il Bayer preme, ma l’occasione più nitida per raddoppiare capita sui piedi di Messi, che fa la barba al palo con un sinistro malefico.
Se il primo tempo è stato contraddistinto da un sostanziale equilibrio, con i locali che si sono fatti leggermente preferire, la ripresa è un monologo rossonero. Solo nel primo quarto d’ora, infatti, sono ben tre le volte in cui le Aspirine sfiorano il vantaggio. Ad ispirare la manovra offensiva è Çalhanoğlu, mentre Bellarabi mette a soqquadro la difesa blaugrana ma è decisamente impreciso in fase di finalizzazione. A venti dal termine, nel tentativo disperato di trovare la marcatura che vale gli ottavi, Schmidt inserisce Kiessling in luogo di Mehmedi, sbilanciando ulteriormente la squadra. Ed è proprio il neo-entrato a salire agli onori delle cronache: a dieci dal termine sciupa una ghiottissima palla-goal, mentre al novantesimo si traveste da assist-man per Hernandez, che si vede respinto il tiro da un ispiratissimo Ter Stegen. L’ultima emozione, al terzo di minuto di recupero, la regala Tah, autore di un colpo di testa che si perde alto di poco sopra la traversa. Al triplice fischio, la BayArena, nonostante l’eliminazione, ringrazia comunque i propri giocatori per la prova offerta, mentre a Roma, a passaggio del turno acquisito, i tifosi fischiano sonoramente la propria squadra. Il risultato, talvolta, non basta a rendere felici i tifosi.
CHAMPIONS LEAGUE, RISULTATI GRUPPO E
Roma-Bate Borisov 0-0
Bayer Leverkusen-Barcellona 1-1 ( Messi 20′, Hernandez (B) 23′)
CLASSIFICA FINALE GRUPPO E: Barcellona 16, Roma 6, Bayer Leverkusen 6, Bate Borisov 5
VERDETTI: Barcellona e Roma agli ottavi di Champions League; Bayer Leverkusen in Europa League