Al “Vicente Calderon” l‘Atletico Madrid riceve in casa il decisamente discontinuo Espanyol, peggiore difesa del campionato, per confermarsi al secondo posto. Per la sfida Simeone sceglie il 4-4-2, in campo Saul in vece dello squalificato Gabi, Vietto che affianca Griezmann in contumacia Jackson, e Oliver Torres preferito a Carrasco, mentre l’Espanyol di Sergio, gioca con il 4-2-3-1 per rifornire al meglio Caicedo. Alla prima occasione utile l’Atletico passa, con Griezmann, decisamente ispirato in questo periodo, che al 3′ brucia Roco con un movimento da centravanti puro e insacca di punta esterna un bell’assist di Oliver Torres. Dopo il gol i “Colchoneros” giocano in totale sicurezza (anche dopo il grave infortunio di Tiago, si teme una frattura della tibia per lui, che ha costretto Simeone a inserire Ferreira-Carrasco), senza frenesia nel cercare il raddoppio contro un Espanyol apparso rintronato dal gol a freddo. Nel primo tempo c’è dunque pochissimo da raccontare, se non di due tentativi abbastanza velleitari di Koke, il primo con un tiro da lontanissimo parato da Pau, il secondo con una punizione sparata alta.
Nella ripresa l’Atletico decide di alzare un po’ il ritmo e di provare a chiudere la partita, bussando subito dalle parti di Pau, miracoloso al 49′ su un tentativo di Griezmann da posizione ravvicinata, e successivamente graziato da Vietto, che sulla respinta del portiere manda il pallone dalle parti di Saragozza. L’infortunio di Diop, che costringe Sergio a inserire Canas, da il via alla girandola di sostituzioni, con Simeone che manda dentro Thomas al posto di un Vietto lontano dai fasti di Villareal, e Sergio che per provare a dare maggior incisività, toglie l’impalpabile Abraham e inserisce Gerard Moreno, passando al 4-4-2. L’Espanyol però resta di una pochezza imbarazzante, ed è l’Atletico che continua a fare la partita, rendendosi pericoloso prima con uno spunto di un ispirato Torres, che calcia dal limite trovando la risposta di Pau, e poi con Griezmann, che in sortita personale carica un sinistro sempre dal limite che fa la barba alla traversa. Simeone per provare a realizzare il raddoppio, fa una staffetta tra Torres, togliendo Oliver e inserendo l’applauditissimo Fernando, mentre l’Espanyol, che nemmeno con l’ingresso di Moreno è riuscito a trovare la porta, rischia l’autogol al 79′ con Alvaro, che in anticipo su Godin, centra il palo della sua porta, che sul successivo corner rischia di essere di nuovo violata da Godin, che di testa va vicino al raddoppio. Sergio decide di mandare dentro Sylla al posto di Victor Alvarez per provare ad accendere il finale, e la squadra catalana, in modo fortuito crea l’unica opportunità, o quantomeno qualcosa che ci si avvicini un po’, con un sinistro di Gerard Moreno, che si spegne a lato e neanche troppo di poco. I minuti finali sono un one-team-show: “El Nino” Torres sfiora il gol con un bel tiro dopo uno spunto personale, che si spegne a lato di poco, e stessa sorte tocca ai tiri di Thomas e Koke, entrambi rasenti al palo.
La partita finisce 1-0, in un match decisamente facile per i “Colchoneros“, guastato però dall’infortunio di Tiago. L’Atletico ha giocato come al suo solito, con solidità e temperamento, mostrando a tratti anche una buona qualità tecnica, nelle corde di un organico forse un po’ snobbato in questo senso, contro un Espanyol, il cui unico aggettivo usabile per descriverlo oggi è: triste. La banda del Cholo resta dunque al secondo posto, davanti al Real Madrid e a quattro punti da quel Barcelona, che oggi sembra irraggiungibile, ma che, considerata l’imminente partenza per il Giappone, potrebbe pagare il suo tributo alla fatica. E in quel caso, questo Atleti, potrebbe dire tranquillamente la sua nella corsa alla “Liga“.