Villarreal, alla ricerca di una nuova identità

Soldado Villarreal

L’Eibar non può essere considerato un rivale comodo per il Villarreal, specialmente perché un misero punto divide le due compagini in campionato. Il Sottomarino della storica scalata in vetta alla classifica è già tornato nei suoi ranghi, imbottigliato da Celta Vigo ed Eibar, e già nel mirino del Valencia a meno due. Marcelino, fresco di rinnovo (ha firmato il primo triennale dell’era Roig), deve rivedere molte cose a livello tattico, con particolare attenzione al pacchetto offensivo. La sensazione generale è la sua macchina abbia più problemi sottoporta rispetto al passato, anche se i numeri dicono che dopo undici giornate di campionato l’anno scorso il Submarino amarillo aveva gonfiato la porta lo stesso numero di volte, quindici, ma al contrario era riuscito ad accumulare cinque punti in meno. In realtà questi problemi ci sono comunque: i numeri sono solo dati che possono essere interpretati in base alla caratura degli avversari già incontrati e all’aver potuto disputare in casa o in trasferta gare più o meno abbordabili.

L’idea più diffusa è sempre quella che avendo rivoluzionato completamente il reparto – in estate sono stati ceduti tutti e quattro gli attaccanti e ne sono arrivati altri quattro – i meccanismi stiano tardando ad arrivare. Pur essendo un fattore vero e rilevante, a questo bisogna aggiungere che la stessa identica cosa è accaduta con i centrocampisti offensivi: sono andati via Chéryshev, Moi Gómez, Cani, Joel Campbell e Javi Espinosa, e sono arrivati Castillejo, Samu García, Nahuel Leiva e Denis Suárez. Ma soprattutto sono cambiate le caratteristiche di questi giocatori, vale a dire che il giocatore più incisivo del Villarreal 2.0, Chéryshev, non c’è più e chi lo ha sostituito ha ben altre caratteristiche. Il russo spaccava le partite, e le difese avversarie, con accelerazioni verticali e coast to coast debordanti, creando quell’alternativa tattica che esaltava il contropiede di Marcelino.

Al suo posto però sono arrivati centrocampisti più “alla Cani”: sia Castillejo che Denis Suárez sono giocatori che amano ricevere la palla sul piede, dettare i ritmi del gioco, provare il tiro da fuori o scambiare nello stretto per aprire i varchi per vie centrali. Pur avendo qualità tecniche superiori a quelle del russo, non sono giocatori adatti a una squadra che ha fatto del contropiede una delle sue migliori armi, ragion per cui quando la squadra riparte in velocità non si esaltano, mentre quando devono gestire la sfera ancora non hanno trovato la loro sistemazione adeguata. Il Villarreal di quest’anno è una squadra ben diversa dalle altre allenate da Marcelino: finora la fonte del gioco non è più arrivata dalle fasce laterali del centrocampo, ma dall’intelligenza tattica di Soldado, un attaccante in grado di reinventarsi uomo-squadra sulla soglia dei trent’anni.

Inoltre il Sottomarino di fronte troverà una squadra ben attrezzata che da inizio anno è caduta una sola volta lontano dalle proprie mura: a Barcellona contro i campioni d’Europa, e con un passivo meno pesante di quello rimediato poche settimane fa dal Villarreal. D’altronde i baschi già nella passata stagione avevano dimostrato di essere un osso duro: dopo il pareggio casalingo, vennero nella Plana Baixa mollando la presa solo nel finale per colpa di una papera del portiere. Ma riavvolgendo la storia ancora più addietro scopriremmo che la precedente visita dell’Eibar al Madrigal coincise con la miglior vittoria a domicilio della loro storia in ventisei anni di Segunda División: il 26 settembre ’99 gli Armaginak s’imposero per 1-5 contro un Villarreal appena retrocesso e che si presentava ai nastri di partenza con la nomea di grande favorito per la risalita.

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Mi chiamo Mihai Vidroiu, ma per tutti sono semplicemente Michele, sono cresciuto a Roma, sponda giallorossa. Ho inoltre una passione smodata per il Villarreal, di cui credo di poter definirmi il maggior esperto in Italia, e più in generale per il calcio, oltre ad altri mille interessi.