In un martedì di Champions League che, finalmente, vedeva in campo alcuni clubs di prim’ordine (Monaco di El Shaarawy in testa), la sfida fra Fenerbahce e Shakhtar era sicuramente la più attesa. Il club turco, infatti, si è reso protagonista di un mercato decisamente scoppiettante, con gli innesti di Souza, Kjaer, Nani, Fernandao e, soprattutto, Van Persie (accolto dalla Instanbul giallo-blu come un vero e proprio eroe), mentre quello ucraino, ormai un habitué della coppa dalle grandi orecchie, punta sulla continuità nonostante le partenze illustri di Douglas Costa, Fernando e Luiz Adriano.
Gli ingredienti per assistere ad un preliminare dal sapore di vera Champions League, quindi, c’erano tutti. E lo spettacolo, perlomeno nel primo tempo, è stato gradevole, grazie alla numerose palle-gol create dalle due squadre. A farsi preferire, globalmente, è stato lo Shakthar, che ha già disputato due gare in campionato (oltre alla Supercoppa ucraina) e si è dimostrato decisamente più in palla dal punto di vista fisico rispetto al club locale.
Il Fenerbache, d’altronde, è alle prese con un ovvio e fisiologico periodo di adattamento agli insegnamenti del neo-tecnico Vitor Pereira, che, oltretutto, deve assemblare diverse nuove pedine. Una squadra col cartello “lavori in corso” in bella vista, che probabilmente sarà pronta al 100% solo fra un paio di mesi. Ma il tempo è tiranno. E se non si vuole perdere il treno Champions, nonché i relativi e gustosi milioni che porta con sé, bisognerà fare l’impresa: espugnare Donetsk.
Nella fase iniziale del primo tempo, gli ospiti si dimostrano decisamente più in palla e disposti meglio sul rettangolo verde, bravi nel chiudere tutti gli spazi e ripartire velocemente in contropiede. Per ben tre volte, infatti, gli uomini di Lucescu sfiorano il goal del vantaggio. La prima, al quindicesimo, non viene concretizzata da Alex Texeira, che – approfittando della maldisposta linea difensiva avversaria – si ritrova a tu per tu con Volkan e conclude malamente a lato con un destro ad incrociare il secondo palo, mentre nelle altre due circostanze è bravo Volkan a dire “no” a Taison (superba respinta di puro istinto) e Gladkiy. Solo nel finale, il Fenerbahce prova a farsi vedere dalla parti di Pyatov, ma le conclusioni di Fernandao (colpo di testa ad anticipare il diretto avversario sul primo palo) e Cercan non inquadrano lo specchio della porta.
Nella ripresa, parte meglio la squadra ucraina: Taison supera in velocità il tutt’altro che rapido Kjaer, entra in area ma, al momento di concludere, viene leggermente disturbato dal rientro disperato del difensore danese e scocca un tiro che attraversa tutto lo specchio della porta senza depositarsi all’interno della stessa. La partita, a differenza del primo tempo, risulta meno ricca di occasioni, pur restando decisamente interessante per l’agonismo esibito dai ventidue protagonisti in campo.
Al sessantaseiesimo, i tifosi locali vanno letteralmente in visibilio: Robin Van Persie prende il posto di un deludente Sow e debutta con la maglia del Fenerbahce. Prima assoluta, quella dell’olandese, che per poco non si trasforma in un trionfo. Minuto ottantasette: Stoch, da poco subentrato a Diego, inventa uno splendido assist per l’ex Red Devils, che – solo davanti al portiere avversario – manca l’aggancio e vede sfilare la sfera sul fondo. Gli applausi dei tifosi locali a fine partita sono sicuramente un buon viatico in vista del match di ritorno per la squadra di Vitor Pereira. Vincere a Donestk, però, sarà un’impresa. E neppure delle più semplici.