L’Ekstraklasa ha terminato la sua fase regolamentare: giocati i canonici 30 turni, il campionato polacco (dopo l’intermezzo della finale della coppa nazionale vinta dal Legia) è pronto ad entrare nel vivo e a sancire tutti i suoi verdetti. Dalla scorsa stagione è in vigore una formula che presenta un’appendice particolare: la classifica è stata infatti divisa esattamente a metà (e punti dimezzati, in caso di numeri dispari si è arrotondato al numero superiore) dal prossimo weekend in poi le migliori e le peggiori otto si affronteranno tra di loro una volta in una sorta di due mini-campionati (uno per il titolo e uno per non retrocedere) che cominciano oggi e che andiamo ad analizzare.
CLASSIFICA Poule Scudetto: Legia Varsavia 28; Lech Poznan 27; Jagiellonia 25; Slask Wroclaw 23; Wisla Cracovia, Gornik Zabrze 22; Lechia Danzica, Pogon 21
Il duello dovrebbe essere (con distacchi così brevi le sorprese sono dietro l’angolo) quello tra Legia e Lech, i due club più blasonati, che si sono appena sfidati nella finale della Puchar Polski e che, curiosamente, si affronteranno proprio nel primo turno di questa Poule Scudetto, in casa dei campioni in carica. Finora è regnato l’equilibrio: il Legia ha il miglior attacco del torneo, ma mancano i gol del bomber Radovic ceduto in Cina a gennaio, il Lech la migliore difesa ma il portiere Gostomski non ha mai convinto del tutto; il Legia ha battuto gli avversari nella finale di coppa ma mai in campionato pareggiando in casa e perdendo a Poznan; a livello di entusiasmo peggio il Lech fresco di ko in Coppa (e paragonato in patria all’Arsenal condannato al secondo posto, non vince nulla da 5 anni) del Legia dove serpeggia tuttavia un po’ di inquietudine come confermano le crescenti voci di mercato (il centrale spagnolo Astiz in scadenza di contratto starebbe trattando proprio col Lech, il Southampton avrebbe offerto 7 milioni di euro per la stellina Duda) e il silenzio stampa deciso dalla squadra di Berg subito dopo la vittoria in coppa in seguito ad alcune polemiche della stampa locale.
Si candidano da terzo incomodo lo Jagiellonia e lo Slask, che ancora curiosamente si affronteranno già nella prossima giornata. Lo Jagiellonia è la vera sorpresa del torneo: dopo un pessimo mese di marzo (3 punti in 4 match) si è ripreso nel mese successivo difendendo la terza piazza che, se mantenuta fino alla fine, sarebbe il miglior risultato della storia del club giallorosso; un mezzo miracolo di msiter Probierz tornato a Bialystock dopo tre anni riconquistando l’ambiente a suon di risultati (3-0 a Varsavia, 2-0 sul campo del Wisla) con la rosa dall’età media più giovane in assoluto tra cui un talento fatto in casa come il portiere 17enne Dragowski; peccato per la querelle col bomber Piatkowski che, avendo rifiutato di prolungare il contratto in scadenza, è stato messo fuori rosa. Lo Slask invece lo si aspettava in alto e così è stato avendo ondeggiato tra secondo e terzo posto a lungo per poi incappare in un pessimo inizio d’anno vincendo solo due volte negli undici match disputati; rispetto allo Jagiellonia è squadra con molta più esperienza, soprattutto in difesa, e che ha ben metabolizzato l’addio del leader Mila dando risalto ad una batteria offensiva variegata: dal trequartista Machaj all’esterno mancino slovacco Pich ai gemelli portoghesi Flavio e Marco Paixao che ben si integrano (quando uno smette si segnare, inizia l’altro).
Le altre quattro proveranno a scavalcare chi precede e raggiungere il terzo posto, ultimo pass per l’Europa (League, partendo dal primo turno): il deludente Wisla a cui non è servito nemmeno l’esonero di Szmuda a marzo (dall’arrivo del nuovo tecnico Moskal sette partite con un solo ko ma con ben quattro pareggi) per tornare ai vertici della classifica, l’eroico Gornik Zabrze di Warzhyca che con una situazione finanziaria deficitaria (è in amministrazione controllata) e una rosa tra le più vecchie e in pratica senza goleador (top scorer il trequartista slovacco Jez con 5 gol) è ancora lì a giocarsi un posto in Europa, il Lechia Danzica che ha azzeccato il secondo cambio di panchina affidata da fine novembre a Brzeczek autore di una quantomai necessaria “registrata” alla difesa e di un’accelerazione nel finale con 5 vittorie negli ultimi 8 match, e infine il pazzo Pogon Stettino anch’esso parso rigenerato dal secondo cambio di panchina e dall’arrivo del pragmatico Michniewicz che con soli quattro turni a disposizioni, e decisivi, ha infilato tre vittorie di fila e un ko, peraltro di misura, a Varsavia autodichiarandosi “mina vagante” di questo “atto finale” dell’Ekstraklasa.
CLASSIFICA Poule Retrocessione: Korona Kielce, Piast, Podbeskidzie 20; Cracovia 19; Gornik Leczna, Ruch Chorzow 17; Belchatow 16; Zawisza 15
Qui il discorso dovrebbe essere più chiaro: dagli ultimi quattro club salteranno fuori le ultime due che retrocederanno in I Liga. Non si può non provare un senso di compassione misto ad ammirazione per lo Zawisza, squadra che ad inizio anno incontrava (in virtù di detentore della coppa nazionale) battendolo il Legia conquistando la Supercoppa polacca dopo la quale per tutto il resto del 2014 ha infilato una serie insensata di sconfitte (solo 9 punti in 19 partite!) che gli hanno affibbiato l’etichetta di “squadra materasso”; nella pausa invernale mister Rumak (subentrato dopo poche partite dall’inizio e anche lui passato dalla lotta al vertice col Lech Poznan a quella per schiodarsi dall’ultimo posto) ha riaggiustato in parte il “giocattolo” che aveva impressionato nella scorsa stagione intervenendo sul mercato (smantellata la colonia portoghese-brasiliana che fece le fortune del club l’anno scorso sostituita da una pletora di ragazzi più o meno giovani in cerca di rilancio) e sulla mentalità dei neroblù raccogliendo subito ottimi risultati (6 vittorie e 2 pareggi nelle prime 8 partite del 2015) in parte vanificati dalle ultime 3 sconfitte.
Zawisza quindi candidata numero uno per retrocedere ma paradossalmente non ha nulla da perdere e potrebbe sorprendere; aveva sorpreso invece ad inizio campionato il neopromosso Belchatow che perse solo una volta nei primi due mesi di campionato respirando l’aria dell’alta classifica per poi precipitare già da dicembre racimolando solo 4 punti in 8 match, score che è costata la panchina a mister Kieres ceduta al per ora deludente Marek Zub (reduce da due anni e mezzo in Lituania, allo Zalgiris Vilnius) che paga anch’egli il deficit di esperienza e l’asfittico attacco; l’altro neopromosso, il Gornik Leczna, ha invece sempre ondeggiato nella seconda metà della classifica nell’annata ma senza mai essere risucchiato in fondo, cosa successa però nel finale a causa dei soli 3 punti nelle ultime 7 partite denotando una chiara stanchezza della seconda rosa più vecchia, come età media, del torneo; infine la quarta indiziata, il Ruch Chorzow terzo l’anno scorso (in estate veniva eliminato ai preliminari di Europa League) e ora terz’ultimo seguendo un andazzo già capibile ad inizio stagione (esonerato mister Kocian dopo 11 partite e una sola vittoria) e continuata senza opporre grandi resistenze nonostante i gol del bomber Kuswik e un allenatore navigato come l’ex ct Fornalik.
Dovrebbero (evitiamo i proclami) concludere in tranquillità i seguenti club: il Cracovia, altro in chiara sofferenza finanziaria e che ha voluto/dovuto lanciare il giovane tecnico Podolinski (39enne senza passato) che ha guidato come ha potuto una rosa senza qualità nè finalizzatori fino a due settimane fa quando è stato esonerato per preferirgli nel finale di stagione un tecnico più smaliziato come Zielinski (presentatosi subito con due vittorie scacciacrisi); il Podbeskidzie è invece dove ci si aspettava, tenendo conto della rosa più anziana in assoluto e capace di vincere una sola volta negli ultimi tre mesi confermando la peggior difesa del campionato; stesso discorso per il Piast Gliwice che, come prevedibile, ha perso la scommessa fatta sullo sconosciuto tecnico spagnolo Perez Garcia incapace di dare continuità ad una rosa dove sta spiccando l’inaspettato capocannoniere del torneo Kamil Wilczek (15 gol, “carrier high” per questo longilineo e tecnico 27enne) a dire il vero rivoluzionata in estate e quindi ingestibile soprattutto per un allenatore straniero, ripiegando nell’ultimo mese su un altro straniero come Latal (ex mediano della nazionale ceca) parso un po’ più a suo agio; infine il Korona Kielce dove bisogna celebrare l’ennesimo capolavoro di mister Tarasiewicz che con tanta pazienza (sua ma anche della dirigenza, lungimirante nell’avere fiducia nell’artefice del miracoloso Zawisza della scorsa stagione anche dopo il disastroso avvio) ha ricostruito una squadra dal nulla capace di rimontare dal fondo della classifica, perdendo solo tre partite da metà ottobre ad oggi e mettendo in mostra un bel gioco (offensivo ma non scriteriato) e giocatori sconosciuti o rivalutati come nel caso della meteora juventina Oliver Kapo autore di un buon torneo.