Salah e le finali: un rapporto decisamente complicato

salah
Mohamed Salah si trova in un momento cruciale della sua carriera. Il fuoriclasse egiziano, protagonista assoluto del Liverpool nelle ultime stagioni, sta affrontando una fase complicata, segnata da critiche e statistiche che sollevano interrogativi sulla sua incisività nei momenti chiave. La recente eliminazione dalla Champions League e la sconfitta nella finale di Carabao Cup hanno alimentato il dibattito sulla sua capacità di essere decisivo nelle partite che contano di più.
Numeri impressionanti, ma qualcosa non torna
I dati stagionali di Salah restano imponenti: 27 gol e 17 assist in Premier League, 32 reti e 22 passaggi decisivi in tutte le competizioni. Numeri che, sulla carta, lo collocano tra i migliori attaccanti del mondo. Eppure, qualcosa sembra incrinarsi nei momenti decisivi. Il Liverpool, che fino a poche settimane fa sognava una stagione leggendaria con la possibilità di vincere quattro trofei, si ritrova ora aggrappato all’unico titolo ancora possibile, la Premier League, dove mantiene un vantaggio rassicurante sull’Arsenal.
Ma le critiche a Salah non riguardano solo il cammino europeo. La sua prestazione contro il PSG, tra andata e ritorno degli ottavi, è stata deludente, senza alcun acuto nei 180 minuti. E il dato più preoccupante arriva dall’ultima finale disputata: per la prima volta in una partita intera con il Liverpool, Salah non ha effettuato neanche un tiro in porta.
La solitudine di Salah e il rimpianto dell’era Klopp
Se le sue prestazioni individuali sono finite nel mirino, c’è chi sottolinea che l’attaccante egiziano sia stato lasciato troppo solo nel reparto offensivo. Jamie Carragher, ex bandiera del Liverpool, ha evidenziato questo problema: “Quasi mi fa pena Salah. Non riceve aiuto dagli altri attaccanti. Questo non è il Liverpool di Klopp dei tempi d’oro, con Mané e Firmino pronti a dargli una mano”.
I nuovi compagni di reparto, Diogo Jota, Luis Díaz e Darwin Núñez, non hanno offerto il supporto necessario nei momenti di maggiore pressione. Senza una spalla affidabile, l’egiziano ha faticato a emergere, soffrendo le marcature avversarie e rimanendo isolato nell’attacco dei Reds.
Un dato che fa discutere
Oltre alla sensazione di isolamento, emerge una statistica che inizia a pesare sul giudizio complessivo sulla carriera di Salah: in undici finali disputate tra Liverpool e nazionale egiziana, ha segnato solo due gol. E entrambi su calcio di rigore. Uno nella finale di Champions League 2019 contro il Tottenham, l’altro nella Community Shield 2022 contro il Manchester City.
Questo elemento alimenta i dubbi sulla sua capacità di incidere nei momenti in cui la pressione è massima. Un’ombra che si allunga su una carriera straordinaria, ma che rischia di diventare un’etichetta difficile da scrollarsi di dosso.
Futuro in bilico?
Oltre alle questioni di campo, il destino di Salah a Liverpool appare incerto. Le trattative per il rinnovo del contratto sembrano arenate, e il suo nome inizia a circolare nei corridoi di mercato. L’Arabia Saudita lo osserva con interesse, ma anche altri top club europei potrebbero farsi avanti, soprattutto se il Liverpool decidesse di avviare una rifondazione.
Resta da vedere se Salah riuscirà a ribaltare la narrativa che lo accompagna nelle finali. La stagione non è ancora finita e il titolo di Premier League potrebbe rappresentare la miglior risposta alle critiche. Ma la domanda resta aperta: quando il Liverpool avrà di nuovo bisogno di lui in una finale, riuscirà finalmente a fare la differenza?