Messi Alvarez
La Champions League ha vissuto un altro episodio destinato a far discutere. Durante la lotteria dei rigori negli ottavi di finale, la rete di Julián Álvarez è stata annullata dal VAR per un presunto doppio tocco al momento dell’esecuzione. Il motivo? Uno scivolone che avrebbe alterato la dinamica del tiro. Il problema, però, sta nei dettagli: nonostante la revisione delle immagini, la decisione è arrivata in meno di un minuto, sollevando un’ondata di perplessità.
I tifosi dell’Atletico Madrid, così come una parte dell’opinione pubblica europea, si interrogano su un punto cruciale: come può una decisione così rapida essere così netta, quando altre situazioni di gioco ben più evidenti vengono analizzate per minuti interi? Il sospetto di una gestione arbitraria delle revisioni tecnologiche si insinua nei pensieri di chi ha seguito l’incontro, e il confronto con casi passati non fa che alimentare il malcontento.
Non è la prima volta che un episodio del genere si verifica in una fase cruciale di una competizione. Il caso più eclatante risale alla finale del Mondiale in Qatar, quando Lionel Messi segnò un rigore con una dinamica simile. In quell’occasione, però, il VAR non intervenne. Nessuna revisione, nessun annullamento. Il match si concluse con la vittoria dell’Argentina, e quell’episodio rimase una semplice nota di contorno.
Un altro caso significativo si è verificato nell’ultima finale di Coppa del Re tra Mallorca e Athletic Club. Il protagonista fu Mikel Vesga, che scivolò durante l’esecuzione del rigore. Anche in quel caso, le immagini non chiarirono mai del tutto se ci fosse stato un doppio tocco. Eppure, il VAR non intervenne, e il rigore rimase convalidato senza alcuna discussione. Nemmeno un minuto di revisione.
Il punto centrale della polemica non è solo la decisione in sé, ma la mancanza di uniformità nei criteri applicati. Perché in alcuni casi il VAR decide di intervenire immediatamente e in altri resta in silenzio? L’arbitro Szymon Marciniak, uno dei più esperti nel panorama internazionale, non ha ritenuto necessario rivedere l’episodio al monitor, affidandosi esclusivamente alla valutazione dell’assistente VAR, Tomasz Kwiatkowski. Una scelta che lascia più di un interrogativo.
Nel calcio moderno, dove la tecnologia dovrebbe rappresentare una garanzia di giustizia, episodi del genere alimentano il dubbio sulla sua reale efficacia. La discussione è destinata a proseguire, e una domanda rimane sospesa: può il VAR diventare l’elemento più imprevedibile del gioco?
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